Pompe di calore contro il caro gas: perché conviene e a cosa fare attenzione

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la crisi energetica

di Elena Comelli23 ott 2022

Riscaldamento, è corsa alle pompe di calore: perché conviene e a cosa fare attenzione

La strada che porta all’elettrificazione degli edifici è lunga, soprattutto in un Paese talmente sbilanciato sul gas da metanizzare anche i paesini. In Italia ci sono 17,5 milioni di abitazioni su 26 milioni che utilizzano ancora il metano per il riscaldamento e e ogni anno bruciano 32 miliardi di metri cubi di gas per gli usi civili, ma la corsa alle pompe di calore è già cominciata da tempo, ben prima dell’attacco di Putin all’Ucraina e della grande fuga dal metano di tutto il continente. Parola di Fabrizio Maja, responsabile per la climatizzazione di Mitsubishi Electric.

Le forniture

«In un anno il mercato delle pompe di calore è quasi raddoppiato, da 290 a 550 milioni di euro, ma già da prima aveva tassi di crescita almeno del 20% l’anno, quindi non è un balzo del tutto inaspettato», dice Maja. Il problema è che in questo periodo le forniture, come in altri settori, sono frenate dalle difficoltà di approvvigionamento. E Mitsubishi, che ha tre impianti in Italia, con cui serve tutta l’Europa, ha ben chiaro lo sforzo. «Dover affrontare il raddoppio delle forniture in un periodo come questo non è stato facile per nessuno», commenta Maja. Non a caso il mercato, che finora era presidiato da una dozzina di specialisti, fra italiani e giapponesi, si sta facendo più affollato. «Molti produttori di caldaie a gas cercano di spostarsi su questa tecnologia, che è un po’ più complessa ma ha tali tassi di crescita da risultare molto appetitosa», precisa Maja. Le caldaie a gas, del resto, hanno i giorni contati.

I limiti

Nelle linee guida sul risparmio energetico del pacchetto RePower Eu, la Commissione europea ha spiegato che intende arrivare al bando delle caldaie a gas, introducendo limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi, con il 2029 come data finale per l’immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome. «Negli anni scorsi il mercato era mosso da motivazioni ambientali, perché una pompa di calore non brucia nulla, non inquina né genera emissioni climalteranti sul posto, ma adesso ha subito un’accelerazione spaventosa, perché si è aggiunto il rischio di rimanere senza gas», spiega Maja. Accelerazione che comunque va nella direzione già indicata dalla Commissione Ue. «La prima conseguenza è che nei nuovi condomini residenziali non si porta nemmeno il gas e ci si affida all’energia elettrica anche per cucinare», nota Maja. Come nel progetto innovativo Porta del Mare, a Salerno, dove sta sorgendo un quartiere residenziale sostenibile con tre torri affacciate sul mare, dove l’acqua calda, il riscaldamento e il raffrescamento saranno affidati a 200 pompe di calore.

Gli obiettivi

Mitsubishi sta anche partecipando al progetto europeo React, il cui obiettivo è far raggiungere l’indipendenza energetica alle isole con le fonti rinnovabili, i sistemi di stoccaggio e la gestione intelligente dei consumi di energia, coinvolgendo gli utenti in una comunità energetica locale. Per l’Italia è stata scelta l’isola di San Pietro, nel Sud Ovest della Sardegna: Mitsubishi si occuperà della climatizzazione a pompe di calore degli edifici privati, dove vivono circa 6 mila persone. Come tutti i mercati in fortissima crescita, anche questo soffre di alcune carenze. «La sfida, per l’Italia e per l’Europa, sarà produrre abbastanza elettricità pulita per alimentare l’elettrificazione degli edifici e soprattutto potenziare la rete per reggere i nuovi carichi. Sfida di non poco conto, anche se le pompe di calore sono più efficienti delle caldaie a gas», dice Maja. Per centrare gli obiettivi della transizione energetica Ue bisogna arrivare a 50 milioni di pompe di calore entro il 2030 e 80-90 milioni entro il 2050. Una strada ancora lunga, se è vero che per ora la penetrazione delle pompe di calore non supera il 10% nel mercato edilizio europeo, come ricorda l‘European Heat Pump Association.

Le competenze

L’altra sfida è avere professionisti preparati. «C’è un’enorme forza lavoro abituata a operare su macchine a fiamma — dice Maja — e ora tanti installatori si devono riconvertire a questa nuova tecnologia, dove c’è molta elettronica, mentre nelle caldaie a gas non c’era. Deve succedere anche qui come nell’auto, dove una volta c’era solo la meccanica e oggi molta elettronica, per cui i meccanici hanno dovuto riconvertirsi. Per noi è essenziale formare professionisti che possano fornire l’assistenza tecnica necessaria: senza assistenza non si può nemmeno cominciare a vendere le macchine». I produttori sono impegnati su questo fronte e anche Mitsubishi sta facendo corsi di formazione per gli installatori: l’anno scorso ne ha formati oltre 1.200.

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, 2022-10-23 16:34:00, Con la paura di rimanere senza gas il mercato è raddoppiato in un anno. Maja (Mitsubishi): «Nei nuovi condomini già si cucina con l’elettricità, si userà anche per acqua calda, raffrescamento e riscaldamento: l’infrastruttura deve essere adeguata ai nuovi carichi » , Elena Comelli

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