«Sono sola da due anni: arriverà mai la persona in grado di stravolgermi la vita?»

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di Massimo Gramellini

«Il cuore spezzato è la cinta muraria dietro cui mi difendo e sta diventando l’alibi per non buttarmi mai». Scrivete a 7dicuori@rcs.it

Questa è la rubrica della posta del cuore curata per «7 » da Massimo Gramellini. Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilità, l’occasione che si ripresenta, l’opportunità di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricominciare, a partire alla riscossa, accettando e assecondando il cambiamento. In quale direzione? Vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it

Caro Massimo,

ho ventotto anni e sono un’insegnante innamorata dell’amore. Vivo come una tragedia e quasi con vergogna questo “flagello” anacronistico rispetto alla società che ci circonda. Sono un’idealista che, nemmeno con troppa fatica, trova sempre il bello in chi si accosta alla sua vita. E quando non può, ecco che incomincia a immaginare. Immagino altri finali, spiegazioni che vanno oltre il pensiero logico e verticale e sfociano nel mondo del fantastico. Sono sola da più di due anni, e dopo una relazione finita molto male mi sono totalmente chiusa a nuove conoscenze, come se si fosse bloccato qualcosa in me e avessi improvvisamente perso il coraggio e la grinta per innamorarmi. La verità è che ho tendenzialmente perso la fiducia nel genere umano, ma credo ancora che le persone possano custodire meraviglie, se solo si ha la pazienza di aspettare. Il cuore spezzato è la cinta muraria dietro cui troppo spesso mi difendo e forse sta addirittura diventando l’alibi per non buttarmi mai.

«COMINCIO A NON SOPPORTARE PIU’ LA MIA SOLITUDINE… SENTO IL BISOGNO DI AVERE QUALCUNO ACCANTO CHE ABBIA CURA DI ME, CON CUI CONDIVIDERE GIOIE E DOLORI»

Adoro la mia solitudine, che ho coltivato con fierezza e pazienza, ma comincio a non sopportarla più. È così brutto? Sento il bisogno, certe sere soprattutto, di avere qualcuno accanto che abbia cura di me, con cui condividere gioie e dolori, che provi per me un sentimento autentico. Qualcuno a cui raccontare la giornata, con cui poter ridere e con cui non ci sia nemmeno la necessità di parlare per intendersi. Qualcuno che, alla fine, non trovo mai e che ha dimenticato di cercarmi. Non so, sarà la letteratura, forse i troppi film, ma è una vita intera che aspetto di incontrare quella persona che stravolgerà la mia esistenza (che poi, francamente, non so nemmeno che cosa mi aspetto che faccia) e alla quale valga la pena donare quello spasmodico bisogno di amare che ho. Caro Massimo, Julia Roberts direbbe «è un mio difetto, cado sempre su relazioni impossibili», mentre io cado e basta e non so nemmeno dove sto andando. Ho provato a dare fiducia a qualcuno ultimamente, ma non mi ha portato a nulla di buono. Mi hanno detto che ho la capacità di rincorrere nel buio pesto una lucciola che vedo solo io, e penso sia una delle magie più belle. Aiutami a vederla di nuovo.

Ilaria

CARA INSEGUITRICE DI LUCCIOLE,

per aiutarti devo scuoterti e per scuoterti devo sgridarti. Sei un po’ troppo compiaciuta, non trovi? Sguazzi nella tua malinconia e ti compiangi per la tua condizione, ma in realtà non hai alcuna intenzione di venirne a capo, perché indossare la maschera dell’idealista incompresa ti permette di non metterti mai in gioco e di nasconderti sempre in qualche altrove. Dici e non dici, affermi e ti smentisci nel giro della stessa frase. Hai perso fiducia negli esseri umani, eppure pensi ancora che custodiscano meraviglie. Quindi non hai perso fiducia, ma solo la voglia di crederci. In tal modo, però, diceva George Bernard Shaw, corri il rischio di trasformarti in «un grumo agitato di guai che si lamenta perché il mondo non si dedica a renderlo felice». Sarebbe un peccato – peggio, uno spreco – perché leggendoti si intuisce la tua natura sensibile e profonda, che deve solo uscire dallo smarrimento dell’inazione per ritrovare uno scopo.

SI HA PAURA DI CIÒ DI CUI SI HA PIÙ BISOGNO E TU HAI BISOGNO DI CONTATTI UMANI CHE ASPETTI TI ARRIVINO ADDOSSO. CHISSÀ DA DOVE

Di solito 7 di Cuori racconta storie che sfociano in un dilemma concreto. Stavolta la storia in cui tanti lettori potranno identificarsi è più impalpabile, ma non per questo meno urgente: sono i tuoi pensieri, deformati dalla solitudine. La solitudine fa bene solo se presa a piccole dosi: come quasi tutto, del resto. Quando diventa la condizione prevalente produce effetti malati, inducendo la mente a ingigantire le ombre e a trasformare in astrazioni nevrotiche le paure che non osa affrontare. Eccoci al punto, Ilaria. La paura. Tu hai una fifa matta di soffrire: non solo per non essere stata scelta, ma per essere stata scelta e poi rifiutata, come quelle caramelle che si buttano dopo averle assaggiate. Temi il giudizio altrui, e pur di non sottoporti a esso, preferisci accomodarti nell’angolo buio della tua solitudine, a immaginare un mondo artefatto ma meraviglioso perché, essendo finto, non ha il potere di farti del male. Di solito si ha paura proprio di ciò di cui si ha più bisogno e tu hai bisogno di quei contatti umani che rifuggi aspettando che ti arrivino addosso da chissà dove per strapparti dal ruolo di osservatrice passiva della tua stessa vita. Buttati nel mondo senza pensare, limitandoti a sentire. E accetta il rischio di poterti far male, se vuoi farti del bene. Augh.

4 dicembre 2022 (modifica il 4 dicembre 2022 | 17:02)

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, 2022-12-04 16:02:00, «Il cuore spezzato è la cinta muraria dietro cui mi difendo e sta diventando l’alibi per non buttarmi mai». Scrivete a 7dicuori@rcs.it, Massimo Gramellini

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