La posta del cuore di Gramellini: «Io, anziana, mi scrivo per mail con un coetaneo. L’impossibilità di vederci accende la passione ?»

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di Massimo Gramellini

«Mi scrivo per mail con un coetaneo, lui sta dall’altra parte del mondo. L’impossibilità di vederci accende la passione ?». Scrivete a 7dicuori@rcs.it

Questa è la rubrica della posta del cuore curata per «7 » da Massimo Gramellini. Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilità, l’occasione che si ripresenta, l’opportunità di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricominciare, a partire alla riscossa, accettando e assecondando il cambiamento. In quale direzione? Vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it

Carissimo Massimo,

sono anzianissima, sposata in uno stato di pace comune, stima ridotta al minimo indispensabile, niente sesso da tempo immemorabile. Da un paio d’anni ho iniziato un epistolario via mail con un coetaneo che sta dall’altra parte del globo e mai si sposterà da lì per ragioni varie. Questo carteggio elettronico si è via via trasformato in qualcosa di molto più potente e ha l’aria di durare per l’eternità, essendo anche l’ultimo della vita con tutta probabilità per entrambi. Ci amiamo follemente con tanto di fisicità che esprimiamo, di tempo in tempo, telefonicamente, e ci piace molto. Certo la fantasia lavora, se ci incontrassimo finirebbe tutto in trenta secondi dovendo constatare il nostro decadimento fisico che ci farebbe paura. Ritieni che sia proprio l’impossibilità di un reale incontro a fare da collante e da stimolo verso una passione passionalmente passionale che ho scoperto di possedere in maniera esplicita solo ora? (Insieme alla sensualità mi è scoppiata anche una creatività che esprimo in vari modi, ma che da sola varrebbe un intero discorso). Dimmi, ti prego, se è così.

Tartaruga ingenua e velleitaria

TARTARUGHISSIMA,

vado dritto al punto: sì, penso che a fomentare la tua «passione passionalmente passionale» sia proprio l’impossibilità di realizzarla. In altre parti della lettera, che per ragioni di spazio ho dovuto tagliare, ti racconti come una donna che ha sempre vissuto con il freno a mano tirato e la retromarcia innescata: spaventata dall’idea di soffrire o di perdere il controllo delle tue emozioni. Ora te ne stai concedendo finalmente una, sia pure a distanza di sicurezza, e tanto è bastato per risvegliare la tua parte creativa tenuta in ghiacciaia da una vita intera. Hai trovato quella che i filosofi e i poeti chiamano «la linea di minor resistenza», cioè il cambiamento massimo con il minimo rischio. Un amore virtuale senza sbocchi pratici che non siano un viaggio intercontinentale garantisce il risveglio dei sensi e non mette a repentaglio la stabilità esteriore delle vostre esistenze.

MERITERESTE UNA VACANZA INSIEME, MA CERTO RISCHIERESTE PARECCHIO. ASCOLTA PLATONE, GODITI LA CREATIVITÀ…

Certo, si tratta di un risveglio parziale: la “fisicità” che, come scrivi tu, esprimete al telefono è confinata all’udito. All’appello, di sensi, ne mancano almeno tre o quattro: il tatto, l’olfatto, il gusto e forse anche la vista, perché dalle tue parole si deduce che non abbiate mai attivato la modalità “videochiamata” per non dovervi specchiare l’una negli anni dell’altro. Io non ci vedrei nulla di male. Neanche nel prendere un aereo e concedervi una settimana di vacanza insieme. Ve la meritereste, ma capisco che rischierebbe di compromettere tutto. Molto più sicuro coltivare l’amore da lontano, utilizzando la sua energia per ridestarsi alla creatività. (È stato Platone il primo a spiegare in pagine memorabili che solo gli innamorati possono creare delle opere, perché l’amore li mette in contatto con l’energia che muove l’universo). Non mi resta che augurarti un felice proseguimento dei tuoi amori platonici e dei tuoi hobby creativi, alimentati da quella telefonata intercontinentale che ha il potere di farti sentire come forse non ti sei mai sentita per tutta la vita: viva.

VESSAZIONI E INSULTI IN UFFICIO… COSI’ IL LAVORO CHE AMAVO E’ DIVENTATO UN INCUBO: IL FUTURO MI FA PAURA

Caro MG,

questa è une lettera d’amore al mio lavoro. Ero brava, un’ottima professionista, instancabile, avevo un’idea al minuto e la realizzavo. Poi, in un momento delicato della mia vita personale, ho commesso un paio di errori… non credo gravissimi. Già al nuovo capo non stavo simpatica e sono cominciate le vessazioni, gli insulti, le cattiverie e i tentativi di licenziamento. E io piango. Prima, dopo, durante… vado in bagno e piango. Non ero così! Lottavo come un leone per chi amavo e quindi un tempo l’avrei fatto anche per lui… il mio lavoro. Ma sono cambiata. A 50 anni ho capito che si possono perdere le forze… mentre le riviste femminili dicono che si rinasce, io muoio un po’ alla volta. Il futuro mi fa paura… se mi licenzia… Alla mia età non si ha più l’abbraccio caldo dei genitori, le vecchie amiche sono stritolate dalla vita e dai figli, il marito ha poco tempo e una risposta rabbiosa: «Sei una professionista, reagisci». I fratelli, loro nella carriera non hanno sbagliato un colpo e lo fanno notare. Andrei da uno psicologo, ma non posso rubare tempo al lavoro e alla famiglia… Amavo tanto il mio lavoro, e ora che mancano tre ore all’ingresso in ufficio, al solo pensiero piango per il mio amore perduto.

Francesca

LEI HA MESSO AL CENTRO

il lavoro e la famiglia, con il bel risultato di annullarsi. Resista alla tentazione di continuare a scappare, fare la vittima, cercare alibi. E vada da un bravo psicologo o psicanalista, cara Francesca. Due ore alla settimana per prendere contatto con sé stessi non sono mai sprecate.

6 novembre 2022 (modifica il 6 novembre 2022 | 12:01)

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, 2022-11-06 11:31:00, «Mi scrivo per mail con un coetaneo, lui sta dall’altra parte del mondo. L’impossibilità di vederci accende la passione ?». Scrivete a 7dicuori@rcs.it, Massimo Gramellini

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