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A Irpin la custode del palazzo fantasma: «Sono rimasta per gli anziani»

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di Giusi Fasano, inviata a IrpinLa battaglia di Iryna Mykolaivna Viashchenko, 60 anni, per tenere vivi umani, animali e piante del palazzo dove abita dal 2015. Con le aperture dei corridoi umanitari la gente se n’è andata e lei ha le tasche piene delle chiavi lasciate dai vicini Il fronte della sua guerra è qui, nel cortile del condominio in cui vive. È due mesi che Iryna Mykolaivna Viashchenko, 60 anni, combatte la sua personale battaglia per tenere vivi umani, animali e piante del palazzo dove abita dal 2015, a Irpin. Anche adesso che la città è libera dall’occupazione russa. All’inizio si è presa cura dei vecchi che nessuno dei parenti poteva raggiungere sotto i bombardamenti. «Alcuni non potevano muoversi, altri avevano bisogno di medicine, di un pasto caldo, di coperte», racconta. «Gli allarmi aerei erano continui, sentivamo il sibilo dei missili, le esplosioni. Cercare di proteggere quelle persone anziane non è stata una passeggiata. Ho fatto quel che ho potuto…». Così per settimane. Poi, man mano che si sono aperti i corridoi umanitari la gente se n’è andata. E lei è diventata una specie di san Pietro, con le tasche piene delle chiavi che i vicini le hanno lasciato scappando. Ma anche una specie di san Francesco, perché nei suoi 60 giorni sulla sua «linea del fronte» ha nutrito e coccolato gli animali di tutti quanti. Cani, gatti, pappagalli, pesci, un topolino domestico. Già che c’era si è presa cura anche di un labrador che vagava fra le case del quartiere terrorizzato dai rumori dei bombardamenti. Nella vita Iryna fa l’insegnante di ingegneria elettrica, è nata e cresciuta nella regione di Luhansk e ha tre figli grandi (tutti in salvo lontano da Irpin) che hanno provato in ogni modo a convincerla a fuggire quando ancora era possibile. «Ci ho pensato», ricorda lei. «Ma qui i vecchietti e gli animali avevano bisogno di me, non me la sono sentita di mollarli». Il 5 di marzo è stata una data spartiacque. Assieme all’elettricità e al gas se n’è andata ogni possibilità di scaldarsi e cucinare in casa. Le linee telefoniche saltate, il cibo da razionare. Non si trattava più soltanto di assicurarsi che stessero tutti bene e avessero il necessario. Iryna, con l’aiuto di suo marito Volodymyr, ha messo in piedi una sorta di cucina da campo in cortile. I resti delle ruote di un camion come stufa, tavole e alberi di case bombardate da usare per il fuoco e acqua pulita da recuperare dal pozzo dietro casa. Ha cercato cibo in ogni appartamento, ha cucinato, distribuito pasti, acqua e calore umano. Ha bagnato piante. Ogni giorno una scommessa. «C’era carne nei freezer e non potevamo lasciare che andasse a male» ripensa lei. «Così io e Volodomyr abbiamo creato questo…». Mostra con un certo orgoglio un affumicatore costruito nel terreno con delle tegole e con vecchi tubi come ciminiera. Fra quel marchingegno, gli alimenti recuperati dagli appartamenti e la sua tenacia, Iryna è riuscita ogni giorno ad assicurare un piatto caldo per tutti (quasi trenta persone). Fra il 10 e il 15 marzo gli anziani più in difficoltà sono stati evacuati «e a quel punto erano soprattutto gli animali ad aver bisogno di aiuto, quindi mi sono dedicata a loro» spiega Iryna. Rischiando la vita è andata a cercare cibo nei punti di raccolta delle associazioni umanitarie. «Quelle povere bestie erano spaventatissime dalle esplosioni», racconta. «Non che noi umani lo fossimo meno… Vede lassù?», mostra l’ultimo piano sventrato da un razzo. A inizio aprile i russi se ne sono andati, nel condominio sono rimasti in 10 e lei continua a essere san Pietro e san Francesco. Dopo mille ricerche è riuscita a trovare l’umano del labrador e ha deciso dare un nome al topo: Putin. 25 aprile 2022 (modifica il 25 aprile 2022 | 20:40) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-25 19:24:00, La battaglia di Iryna Mykolaivna Viashchenko, 60 anni, per tenere vivi umani, animali e piante del palazzo dove abita dal 2015. Con le aperture dei corridoi umanitari la gente se n’è andata e lei ha le tasche piene delle chiavi lasciate dai vicini, Giusi Fasano, inviata a Irpin

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