Pensione quota 103, quanto si perde con un anno di lavoro in meno

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Andare in pensione un anno prima non incide in modo significativo sull’assegno previdenziale che si andrà a percepire.

Per molti lavoratori scegliere la pensione con la quota 103 rappresenta un’incognita per l’eventuale perdita che si potrebbe avere rispetto al massimo contributivo versato. Rispondiamo alla domanda di un nostro lettore chiarendo anche la funzione del simulatore INPS.

Gentile redazione,

Seguo quotidianamente il vostro sito che reputo molto interessante, anche il sottoscritto, come tante altre persone e’  indeciso sulla richiesta della quota 103 per il pensionamento.

Sono nato ad agosto del 1959 ed ho iniziato a versare contributi dal 1 novembre 1981, quindi faccio parte del sistema misto. Vorrei andare via alla fine di quest’anno per cui avrei 64 anni di eta’ e 42 anni di contributi. Cio’ che mi lascia un po’ indeciso e’ il non saper quanto potrei perdere sull’assegno non aspettando in pratica un altro anno.  C’e molta differenza nel mio caso tra i 42 anni e 64 anni rispetto ai 43 anni e 65 di eta’?  Il mio lordo attuale in base al sito INPS (simulatore) e’ circa 2.600 Euro lordi, mentre la busta paga e’ 2.810 Euro lordi. Non so quale importo lordo va conteggiato, se quello riportato dall’INPS o quello che riporta la busta paga, ( ovviamente senza straordinario premi o quant’altro)

Se potete essere cosi’ gentili da darmi un consiglio ne sarei felicissimo.

Grazie.

Pensione con quota 103 ed eventuale perdita

Partiamo da presupposto che andare in  pensione con un anno di contributi in meno e un anno in meno di età non comporta una perdita cospicua sulla pensione. Deve pensare solamente che l’importo simulato dall’INPS per la sua pensione (2.600) è dato, appunto, da 42 anni di versamenti e da questo può facilmente comprendere quando un anno di contributi può pesare sul calcolo della pensione.

Per quanto riguarda la cifra che deve prendere a riferimento è senza alcuna ombra di dubbio quella che le riporta il simulatore dell’INPS. Che sicuramente non sarà precisa al 100% ma si avvicina molto all’importo dell’assegno che andrà a prendere. L’ultima busta paga è praticamente ininfluente sulla pensione che si andrà a percepire e tranne in rarissimi casi, nessun pensionato si trova ad avere un assegno lordo della pensione che corrisponde all’ultimo stipendio lordo, seppur senza considerare gli elementi accessori della busta paga.

Bisogna considerare che, a differenza di quello che accadeva in passato, ad oggi larga parte della pensione è calcolata con il sistema contributivo che si comporta come una sorta di salvadanaio: tanto si versa (in soldi) a livello di contributi e tanto restituisce, dopo il calcolo, a livello di pensione. Non spetta mai, neanche con il massimo dei contributi versati, una pensione che sia pari all’ultimo stipendio, tranne come anticipavo, in rarissimi casi in cui, magari, nella vita lavorativa si siano avuti versamenti contributivi davvero elevati.

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