Guerra, crisi energetica: sono giorni di smarrimento. C’è una via di uscita?

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Caro direttore,

quel 59% di aumento dell’energia elettrica è come un colpo di cannone, un urlo, una sirena d’allarme per milioni di famiglie italiane già allo stremo. Siamo ormai consapevoli che sarà un inverno duro e difficile, visto il clima impazzito e i prezzi in salita. Siamo anche impauriti e insicuri dell’onda scura che sopraggiunge e può travolgerci, e ci chiediamo dove sia il progresso, la tecnologia, se poi rischiamo di non illuminarci e riscaldarci. Ci sentiamo piccoli e deboli in attesa di qualcosa che verrà e che non sappiamo ancora definire. Ci sentiamo smarriti e sconfitti e non è una bella immagine. Chi vivrà vedrà.

Antonio Taraborrelli

Caro signor Taraborrelli,

La sensazione di smarrimento purtroppo ha accompagnato tutti noi in questi ultimi anni. Prima con la pandemia, un virus sconosciuto che si è diffuso in tutto il mondo, che non sapevamo curare, che abbiamo affrontato nei primi mesi con la stessa arma dei nostri avi medievali: l’isolamento. Ora con una guerra improvvisa che ritenevamo impensabile in Europa. Con il suo bilancio terribile di morte e con conseguenze economiche pesanti per tutti. Abbiamo scoperto di essere molto più fragili di quanto pensassimo, che le insidie globali possono avere molte facce e di fronte ad alcune di esse siamo impotenti. Il tema dell’energia e dell’uso delle materie prime come strumento di potenza è una realtà che ci accompagnerà nei prossimi anni e forse per sempre.

Allora come possiamo sperare di uscire dalle difficoltà e dall’insicurezza? Dovremo nei prossimi mesi fare alcuni sacrifici, cercare di risparmiare tutto quello che è superfluo in termini di energia, cambiare in parte i nostri stili di vita. Ma questo deve valere solo per l’emergenza. È invece molto più importante chiamare a raccolta le nostre capacità di ricerca, di innovazione, di progettazione per renderci indipendenti e sicuri. E dobbiamo costringere finalmente tutti i Paesi europei ad abbandonare gli egoismi, a mettere insieme tutti gli sforzi e le risorse scientifiche e tecnologiche per affrontare uniti la sfida. Purtroppo finora non lo stiamo facendo e l’effetto di sbandamento è pesante. Continuare così sarebbe un delitto verso il nostro mondo.

, 2022-10-02 21:40:00,

Caro direttore,

quel 59% di aumento dell’energia elettrica è come un colpo di cannone, un urlo, una sirena d’allarme per milioni di famiglie italiane già allo stremo. Siamo ormai consapevoli che sarà un inverno duro e difficile, visto il clima impazzito e i prezzi in salita. Siamo anche impauriti e insicuri dell’onda scura che sopraggiunge e può travolgerci, e ci chiediamo dove sia il progresso, la tecnologia, se poi rischiamo di non illuminarci e riscaldarci. Ci sentiamo piccoli e deboli in attesa di qualcosa che verrà e che non sappiamo ancora definire. Ci sentiamo smarriti e sconfitti e non è una bella immagine. Chi vivrà vedrà.

Antonio Taraborrelli

Caro signor Taraborrelli,

La sensazione di smarrimento purtroppo ha accompagnato tutti noi in questi ultimi anni. Prima con la pandemia, un virus sconosciuto che si è diffuso in tutto il mondo, che non sapevamo curare, che abbiamo affrontato nei primi mesi con la stessa arma dei nostri avi medievali: l’isolamento. Ora con una guerra improvvisa che ritenevamo impensabile in Europa. Con il suo bilancio terribile di morte e con conseguenze economiche pesanti per tutti. Abbiamo scoperto di essere molto più fragili di quanto pensassimo, che le insidie globali possono avere molte facce e di fronte ad alcune di esse siamo impotenti. Il tema dell’energia e dell’uso delle materie prime come strumento di potenza è una realtà che ci accompagnerà nei prossimi anni e forse per sempre.

Allora come possiamo sperare di uscire dalle difficoltà e dall’insicurezza? Dovremo nei prossimi mesi fare alcuni sacrifici, cercare di risparmiare tutto quello che è superfluo in termini di energia, cambiare in parte i nostri stili di vita. Ma questo deve valere solo per l’emergenza. È invece molto più importante chiamare a raccolta le nostre capacità di ricerca, di innovazione, di progettazione per renderci indipendenti e sicuri. E dobbiamo costringere finalmente tutti i Paesi europei ad abbandonare gli egoismi, a mettere insieme tutti gli sforzi e le risorse scientifiche e tecnologiche per affrontare uniti la sfida. Purtroppo finora non lo stiamo facendo e l’effetto di sbandamento è pesante. Continuare così sarebbe un delitto verso il nostro mondo.

, Luciano Fontana

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