«Nessun merito al governo», studenti in piazza. Valditara: «Disponibile al dialogo»

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Mobilitazione nazionale

Per gli organizzatori 100mila in corteo. «Siamo pronti a difendere il diritto allo studio» spiegano Rete Studenti e Udu. Anche scuola-lavoro nel mirino

di Redazione Scuola

(ANSA)

2′ di lettura

Da Roma a Palermo, da Milano a Bari, il 18 novembre gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per protestare contro il governo Meloni. Nel mirino di cortei e flashmob soprattutto la questione del “merito”. Ma le manifestazioni hanno abbracciato anche temi più ampi, come la guerra in Ucraina. Cortei e sit-in si sono svolti in oltre trenta città e lo slogan che accomunava le diverse piazze è stato: “No alla scuola dei padroni”. Secondo la Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari gli studenti e le studentesse scesi in piazza sono stati centomila.

Il ministro

Alcuni manifestanti a Roma hanno interloquito con rappresentanti del ministero dell’Istruzione e del Merito e Giuseppe Valditara si è detto «sempre disponibile al dialogo» ma nelle sedi competenti. «È sempre positivo che gli studenti esprimano le proprie idee e avanzino le proprie proposte, è uno degli elementi fondamentali delle società libere», ha detto Valditara aggiungendo: «Il confronto con le ragazze e con i ragazzi riveste un ruolo fondamentale e sarò lieto di approfondire quanto prima il dialogo nelle sedi istituzionali preposte con i rappresentanti democraticamente eletti degli studenti».

Cortei in tutta la Penisola

“Nessun merito a questo Governo” si leggeva invece sugli striscioni nei cortei a Genova, Bologna, Verona. Piazze partecipate anche a Varese, Vicenza, Perugia, Mantova, Pisa, Cagliari, Imperia, Forlì. «Siamo pronti a difendere il diritto allo studio» spiegano dalle piazze Rete Studenti e Udu. E’ ovunque bocciata l’esperienza sulla scuola-lavoro: «Tre studenti sono morti in un anno durante i percorsi di Pcto e continuano a mandarci a lavorare gratis», denuncia la Fgc. Concorda Nicola Fratoianni leader di Sinistra Italiana: «Bisogna dire basta con un modello di alternanza scuola lavoro che non funziona, e che troppo spesso ha avuto esiti drammatici». A sostenere la manifestazione degli studenti anche la Cgil. Mentre da Fratelli d’Italia i capigruppo alla Camera e al Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan, chiedono di manifestare le proprie idee «senza incitare all’odio e alla violenza».

Contestati Governo e imprenditori

Il governo dunque al centro delle proteste ma anche le associazioni degli imprenditori. A Torino, dove sono state lanciate alcune uova piene di vernice rossa contro il Palazzo della Regione, alcuni giovani hanno dato alle fiamme un modello di cartone con il logo di Confindustria. A Milano i giovani si sono avvicinati alla sede di Assolombarda, dove hanno srotolato uno striscione con scritto “Stop alternanza: fuori i privati dalle scuole”. Il corteo di Napoli si è fermato davanti a una banca, con alcuni giovani che hanno simulato di essere morti, vittime della crisi economica, e davanti all’Università Federico II per denunciare il caro alloggi e il caro trasporti. Ma anche, come sottolineato al megafono più volte, per ricordare l’episodio di cronaca del dipendente dell’Ateneo arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di sei studentesse. La sicurezza era invece al centro della manifestazione di Cagliari dopo il crollo di Sa Duchessa, nel polo umanistico dell’Università della città a metà ottobre.

, 2022-11-18 16:47:00, Per gli organizzatori 100mila in corteo. «Siamo pronti a difendere il diritto allo studio» spiegano Rete Studenti e Udu. Anche scuola-lavoro nel mirino, di Redazione Scuola

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