Morgan: «Io con Sgarbi? Sono pronto. Meloni ha coraggio, le ho mandato un testo di Goethe»

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Intervista a Morgan, cui Sgarbi ha detto di voler affidare un dipartimento dedicato alla Musica: «A Meloni parlo di cultura, con Sgarbi discuto da 20 anni. La sinistra non ha avuto una sola idea, dopo Bertinotti. Io sono anarchico, non sono un politico ma un artista: cominceremo togliendo la musica dalle grinfie della tv»

«Il nostro primo decreto sarà per abolire la trap». Scherza Morgan nel commentare l’incarico prestigioso che Vittorio Sgarbi , neosottosegretario al ministero della Cultura, ha detto di volergli affidare: un dipartimento ad hoc dedicato alla musica. «Per individuare i problemi dell’Italia non bisogna guardare ai sintomi ma alla radice, che è una: la mancata valorizzazione culturale del suo patrimonio».

Si aspettava la chiamata di Sgarbi?

«Con lui discuto del tema della cultura da più di vent’anni, e lui come me è convinto che la musica abbia un ruolo determinante. C’era bisogno di una visione luminosa come la sua per mettere a frutto questo progetto in realtà molto semplice: promuovere una rinascita culturale attraverso tutto quel patrimonio non valorizzato che abbiamo e che invece va promosso».

In che modo?

«Vanno aiutate le persone, in primo luogo, a comprendere il valore delle cose. Tutti devono avere gli strumenti per poter capire cosa ha un valore e cosa no. L’Italia ha da sempre l’occasione per essere egemone quando si parla di cultura eppure da dopo il neoralismo nel cinema non ci sono stati più movimenti che vengono ricordati. Non abbiamo avuto coraggio».

E ora?

«Sgarbi lo ha avuto, io ce l’ho e l’ha avuto anche Giorgia Meloni. Per mettere Sgarbi dove è stato messo ci vuole una grande intelligenza anche, è stata una bellissima mossa. Perché lui farà bene non solo ai simpatizzanti del governo, ma a tutti».

A lei fa un qualche effetto essere associato al governo Meloni?

«La cultura è super partes, non va collocata politicamente. Vasco Rossi è di destra o di sinistra? Beethoven era di destra o di sinistra? L’arte è di tutti gli esseri umani. Non faccio scelte per l’ideologia ma per un ideale di bellezza e voglio dire che io non sono un politico, ma un uomo di spettacolo che continuerà a fare spettacolo e non voglio neanche sentir parlare di conflitto di interessi perché la scena è per chi ci sa andare. Io non sto facendo politica, ma cultura».

Insomma, è un tecnico.

«Sono uno scienziato, un intellettuale. C’è bisogno di una riforma discografica, va presa in mano la situazione musicale, anche attraverso delle regole, sia che si parli di Sanremo come dei talent show».

In che senso?

«Anche la musica popolare ha bisogno di avere una dignità culturale, non può essere nelle grinfie della tv. Il Servizio pubblico dovrà cambiare andazzo, smettendo di trascurare intelligenze e abbassando di continuo il livello del messaggio. Non va bene».

Dice di essere al di là delle ideologie, quindi avrebbe potuto ricoprire questo ruolo anche in un governo di sinistra?

«Enrico Letta non mi avrebbe mai chiamato, ma questo perché la sinistra non ha il briciolo di un’idea da dopo Bertinotti. La destra fa più cose di sinistra della sinistra, la sinistra ormai è tutta orientata al mercato. Franceschini è stato un ministro spento, culturalmente, bisognava trovare il tasto “on”. Con Giorgia Meloni io non parlo di politica ma di cultura: le ho mandato di recente il testo di una traduzione di Goethe e lei ha dimostrato un’apertura mentale che la rende molto diversa da come in tanti vogliono dipingerla».

Quindi spera davvero di poter cambiare le cose?

«Dipende, se non mi fermano. Potrebbero iniziare a mettere in luce le mie debolezze, i miei processi penali… ma chi può essere nemico di un’operazione culturale? Io non sono schierato, sono libertario che significa anarchico. Se mi lasciano libero di agire quello che sogniamo potrebbe realizzarsi, questa volta».

1 novembre 2022 (modifica il 1 novembre 2022 | 14:53)

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, 2022-11-01 15:37:00, Intervista a Morgan, cui Sgarbi ha detto di voler affidare un dipartimento dedicato alla Musica: «A Meloni parlo di cultura, con Sgarbi discuto da 20 anni. La sinistra non ha avuto una sola idea, dopo Bertinotti. Io sono anarchico, non sono un politico ma un artista: cominceremo togliendo la musica dalle grinfie della tv», Chiara Maffioletti

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