Leicester-Roma 1-1: segna Pellegrini, poi autogol di Mancini, Mourinho si gioca la finale all’Olimpico

di Paolo Tomaselli, inviato a Leicester

Nella semifinale di andata di Conference League i giallorossi ottengono un pareggio che lascia tutto aperto in chiave qualificazione

Yes you can, Roma, si può fare. Si può andare in finale, al terzo tentativo in cinque anni, e chi se ne importa se questa non è la Champions o l’Europa League. Ma bisogna crederci di più fra sei giorni, senza pensare solo a difendersi dalle Volpi inglesi del Leicester, che scorrazzano in casa loro, ma hanno meno qualità dei giallorossi. La squadra di Mourinho va subito in vantaggio con Pellegrini, ma si chiude troppo e troppo presto, dando fiducia agli inglesi nel loro football da decimo posto in Premier, mai speculativo ma con dei limiti difensivi non esplorati del tutto dalla Roma. Il controllo quasi continuo della fase offensiva da parte della squadra di Rodgers, porta quasi per inerzia al pareggio a metà ripresa, grazie a Lookman, il più pericoloso fin da subito.

L’attrazione della serata, oltre al ritorno di Mourinho in uno stadio inglese (una sconfitta qui gli costò l’esonero nel 2015 dal Chelsea) era rappresentata dalla riapparizione di Jamie Vardy dal primo minuto. Senza una partita da 90’ da quattro mesi, il vecchio working class hero, risalito dalle serie minori per dare la storica vittoria della Premier alle Foxes nel 2016 con Ranieri in panchina, ha la miccia cortissima e la consuma tutta nei primi attacchi del Leicester, restando in campo un’ora senza lo straccio di un tiro: appena esce lui il Leicester ha un uomo in più e il suo sostituto, Barnes, inventa l’assist che buca le gomme al bus parcheggiato davanti alla porta.

Ed è un peccato, perché la Roma ci mette quindici minuti per raffreddare i bollenti spiriti inglesi sferzare il King Power Stadium con un’azione fredda e tagliente, più spietata del vento delle Midlands orientali: cambio di campo da destra verso sinistra di Zaniolo per Zalewski, grande progressione del ventenne di Tivoli che tra Pereira e Fofana trova l’inserimento perfetto di Pellegrini, svelto a battere Schmeichel con un diagonale che passa tra le gambe del portierone danese, mentre Evans tiene tutti in gioco in modo stucchevole.

Un gol del tutto simile al 3-0 contro il Bodo, nel ritorno dei quarti di finale, ma un gol che non cambia di molto l’andamento della partita: Leicester in avanti, per lo più a testa bassa, con Lookman murato alla grande da Smalling alla mezzora e Roma fin troppo schiacciata contro una squadra che difende seguendo troppo il pallone, quindi non così difficile da destabilizzare. Abraham però è in autoisolamento al rientro in patria e Karsdorp, a differenza di Zalewski sulla destra, non riesce mai a risalire la corrente e a scambiare due palloni con Zaniolo, già sotto tono di suo e controllato a vista da Evans, uno di quelli che ha fermato l’Italia a Belfast a novembre.

Mou perde Mkhitaryan per un problema alla coscia e arretra Zaniolo. La Roma fatica ancora di più a ripartire e ad allentare la pressione. Le folate inglesi restano frenetiche, senza la qualità necessaria. Ma quella la porta in dote Barnes, che appena entrato trova la fuga giusta, evitando l’anticipo di Ibanez: cross corto per Lookman, che esce dal groviglio con Mancini con la deviazione dell’1-1. La reazione romanista è in un tiro di Oliveira, parato da Schmeichel, a dimostrazione che il feeling con lo specchio della porta è migliore di quello del Leicester, che va vicino al raddoppio solo con Iheanacho. Ma in quello specchio bisogna guardarsi e dare di più: si può fare.

Le formazioni ufficiali
Leicester (4-3-3): Schmeichel; Pereira, Evans, Fofana, Castagne; Maddison, Tielemans, Dewsbury-Hall; Albrighton, Vardy, Lookman. Allenatore: Rogers
Roma (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Mkhitaryan, Cristante, Zalewski; Pellegrini; Zaniolo, Abraham. Allenatore: Mourinho

Mourinho: «Arrivare in fondo»

«Arrivare in fondo». Ordine di José Mourinho alla vigilia della semifinale di andata di Conference, contro il Leicester (inizio alle 21, tv Sky e Dazn). Arrivare in fondo per arrivare a 25 milioni di premi Uefa, per ritrovare un trofeo che manca dalla Coppa Italia 2008 e per garantirsi già la qualificazione alla prossima Europa League. Arrivare in fondo «perché questa è la nostra Coppa e lo è stata fin da quando, ad agosto, abbiamo incontrato nei preliminari una squadra forte come il Trabzonspor, che ha vinto lo scudetto turco come avevo predetto». Arrivare in fondo «perché siamo alla partita numero 13 in questa competizione nella quale abbiamo fatto tanta fatica e ci è costata punti in campionato perché è sempre un problema giocare il giovedì e la domenica. Se non arriviamo in finale, però, il percorso fatto fin qui conterà poco».

Abraham e Zaniolo

Top secret la formazione (ma sopra trovate quella che riteniamo la più probabile ndr) , anche se Abraham ha confessato che quando gioca insieme a Zaniolo «si sente più libero». Abraham corteggiato di nuovo dalla Premier League e felice dell’interesse: «Sono nato e cresciuto in Inghilterra, ma adesso devo restare focalizzato sulla Roma». Per le semifinali — l’altra è Feyenoord-Marsiglia — la Uefa ha introdotto la Var che era prevista solo per la finale di Tirana, il 25 maggio. Arbitra lo spagnolo Del Cerro Grande e i più scaramantici possono toccare ferro. L’ultima volta che ha incrociato la Roma è stata nella semifinale di Europa League, il 29 aprile 2021, nella quale i giallorossi finirono triturati dal Man United per 6-2.

28 aprile 2022 (modifica il 28 aprile 2022 | 23:45)

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, 2022-04-28 21:50:00, Nella semifinale di andata di Conference League i giallorossi ottengono un pareggio che lascia tutto aperto in chiave qualificazione, Paolo Tomaselli, inviato a Leicester

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