La Lega (inquieta) pressa Meloni: «Un ministero di peso per Salvini»

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di Cesare ZapperiIl segretario riunisce a Milano il consiglio federale: quattro ore di riunione per confermargli la fiducia. Ma l’ex governatore Maroni invoca un cambio al vertice . Il partito fa le prime richieste: bollette, autonomia e quota 41 Quasi quattro ore di Consiglio federale per confermare piena fiducia in Matteo Salvini, per chiederne all’unanimità un ingresso da protagonista nel prossimo governo di centrodestra e per formalizzare le prime richieste a chi dovrà guidare l’esecutivo. «La Lega potrà recuperare il consenso grazie ai risultati che otterrà nel governo di centrodestra — recita la nota dell’ufficio stampa leghista al termine del vertice in via Bellerio — e Matteo Salvini avrà un ruolo fondamentale, ripartendo anche dall’ascolto del territorio e dalla valorizzazione dei tanti amministratori a partire dai governatori». Nell’immediato l’obiettivo dello stato maggiore del Carroccio, attraversato dalle prime prese di distanza (la più severa quella di Roberto Maroni che auspica un cambio del segretario) e dai brontolii che arrivano dai territori, è quello di mostrare compattezza e di «coprire» dietro la vittoria del centrodestra e la nascita di un governo di coalizione le crepe che sono emerse in modo evidente dopo l’apertura delle urne domenica sera. Lo dimostrano le parole nette pronunciate dal capogruppo uscente alla Camera Riccardo Molinari: «Il miglior modo per rilanciare la nostra azione politica è che il nostro segretario abbia un ministero di peso» (ma non si specifica quale). Con una precisazione: «Non è un avviso a Giorgia Meloni, è un’ovvia richiesta visto che siamo alleati e abbiamo vinto insieme e le elezioni. Siamo il secondo partito della coalizione e mi sembra naturale che la Lega chieda che il suo uomo di punta faccia parte del governo. Poi se sarà vicepremier lo vedremo». E poi i temi concreti: «Tra le priorità del partito — spiega ancora la nota ufficiale — provvedimenti contro il caro-bollette, autonomia regionale e quota 41. In particolare, la Lega chiederà di inserire il tema dell’autonomia nel primo Consiglio dei ministri». Salvini di suo ha tenuto a rimarcare che «in questo momento indebolire la Lega è sbagliato. Serve coesione». E ha raccolto l’invito dei governatori a un maggiore coinvolgimento nella partita dell’esecutivo. Ma il confronto proseguirà in un altro Consiglio federale già previsto per la prossima settimana. Al di là delle apparenze, comunque, il clima non è dei più sereni. Umberto Bossi, a sorpresa non rieletto in Parlamento, ha fatto filtrare dal suo staff un messaggio che sembra fare da sponda agli ortodossi che chiedono un ritorno alle origini: «Il popolo del Nord esprime un messaggio chiaro ed inequivocabile che non può non essere ascoltato». L’ex segretario Maroni, con un corsivo sul Foglio, è più esplicito: «E ora si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole. Io saprei chi eleggere come nuovo segretario. Ma, per adesso, non faccio nomi». Il deputato uscente ed ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi ha avviato una raccolta firme per chiedere l’indizione del congresso regionale: «Abbiamo perso, è andata malissimo e qualcuno ha sbagliato. Serve un momento di confronto per dare voce a tutti. Se chiedere democrazia, confronto e rappresentanza è una colpa, mi dichiaro colpevole». L’ex ministro Roberto Castelli, invece, si dice «“attapirato”, triste e arrabbiato», sottolinea che la «Lega attuale è un partito centralista con temi di destra» e non ritiene possibile che Salvini passi la mano. Il segretario può stare tranquillo. Molinari assicura che in Consiglio federale nessuno ne ha chiesto le dimissioni. Il governatore veneto Luca Zaia conferma che «non si è mai parlato di queste robe» e il collega del Friuli-Venezia Giulia chiude la pratica con una risposta secca alla domanda «Salvini sì o no? Sì». Il caso, per ora, è chiuso. 28 settembre 2022 (modifica il 28 settembre 2022 | 08:43) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-28 06:43:00, Il segretario riunisce a Milano il consiglio federale: quattro ore di riunione per confermargli la fiducia. Ma l’ex governatore Maroni invoca un cambio al vertice . Il partito fa le prime richieste: bollette, autonomia e quota 41, Cesare Zapperi

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