È polemica per il post sul blog di Grillo contro Nato e Usa: «L’Italia accetta i loro soprusi»

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di Redazione PoliticaL’intervento dell’ex ambasciatore Torquato Cardilli sul sito del garante M5S agita il Movimento: «Di violazioni e veti è pavimentata la storia dell’Onu». Dalla Lega a FI, le posizioni sull’invio di armi a Kiev e la fibrillazione dei partiti per l’informativa del premier Draghi sulla guerra in Ucraina Un altro post e nuove polemiche sulla politica estera e la guerra in Ucraina. Torna ad agitare il Movimento 5 Stelle il blog di Beppe Grillo, ospitando un intervento dell’ex ambasciatore Torquato Cardilli, pubblicato sul sito del garante (e consulente della comunicazione) M5S e condiviso dall’ex presidente della commissione Esteri Vito Petrocelli (il filoputiniano espulso dal Movimento e decaduto dalla presidenza della commissione Esteri del Senato) . Nell’articolo di lunedì intitolato «Due pesi e due misure», l’ex diplomatico Cardilli — che è stato ambasciatore d’Italia in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola — scrive: «È chiaro a tutti che la Russia ha infranto il diritto internazionale violando con le armi i confini dell’Ucraina per seminarvi morti e distruzioni, ma di violazioni e veti è pavimentata la storia dell’Onu. Nel 2014 la Crimea ha proclamato la sua secessione e indipendenza dall’Ucraina prontamente riconosciuta dalla Russia che di lì a poco, per contrastare la reazione del governo di Kiev, divenuto anti russo con un colpo di stato, favorì l’organizzazione in Crimea di un referendum popolare di annessione». Nell’articolo, «l’occupazione di Gerusalemme, annessa da Israele e proclamata sua capitale eterna» è paragonata all’«occupazione russa e successiva annessione della Crimea». Cardilli accusa inoltre le Nazioni Unite di “doppiopesismo” e critica direttamente l’America: «Per giudicare se veniva seguito il sistema dei due pesi e due misure basta ricordare l’atteggiamento degli Stati Uniti e della Nato in occasione della secessione indipendentista del Kossovo a danno della Serbia la cui capitale Belgrado fu pesantemente bombardata dall’alleanza occidentale fino alla capitolazione. Allora nessuno in Occidente, a livello governativo o di informazione, si oppose alla durezza della devastazione né sollevò critiche per l’assenza di un minimo di “pietas” per le vittime e le distruzioni. E in quel caso la Serbia, ingoiò il rospo senza reagire». Sempre riferendosi ai «due pesi e due misure», Cardilli infine scrive: «Non si capisce perché i nostri governi accettino il sopruso, senza una forte reazione politica, di vedere il cittadino Chico Forti condannato nel 2000 a vita per omicidio, da una Corte americana prevenuta come fu nel caso degli innocenti Sacco e Vanzetti». I vertici del Movimento 5 Stelle prendono le distanze dal post e l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo, coordinatore M5S del Comitato per i rapporti europei e internazionali, ricorda che la definizione della linea sulla politica estera 5 Stelle non spetta a Grillo ma al presidente Giuseppe Conte: «È importante chiarire che il blog di Grillo è un blog di informazione che fa capo a Beppe personalmente, quindi i contenuti pubblicati non riflettono le posizioni del M5S, che sono invece espresse da Conte, dal Consiglio nazionale e dal Comitato esteri che presiedo — dice all’AdnKronos —. Il blog è una piattaforma che ospita contributi di personalità del mondo accademico, della scienza, che non devono essere associate al Movimento. Il 19 maggio, intanto, il premier Mario Draghi terrà un’informativa alle Camere sulla guerra in Ucraina, e le posizioni dei partiti sull’invio di armi a Kiev continuano a subire riposizionamenti. Sempre contrario il Movimento 5 Stelle, che aveva visto nel leader della Lega Matteo Salvini un possibile alleato sul tema. Il segretario della Lega, però, durante l’incontro di lunedì con il presidente del Consiglio non ha posto veti all’invio di armamenti per sostenere la resistenza ucraina e non ha fatto cenno all’argomento usato da Giuseppe Conte per sfidare Draghi, ovvero che il governo «non ha un mandato» da parte della maggioranza per decidere la linea sulla guerra. Ma ora è Silvio Berlusconi a mescolare le carte sul tavolo. Il leader di Forza Italia, parlando dell’Ucraina a un evento elettorale alla Fiera di Treviglio (Bergamo), ha espresso una posizione non proprio in linea con quella di Draghi e del Ppe: «Siamo in guerra anche noi, perché gli mandiamo le armi: mi dicono che manderemo anche i cannoni e le armi pesanti, lasciamo perdere…». E poi ha criticato il presidente americano Joe Biden e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: «Non abbiamo signori leader nel mondo, non li abbiamo in Europa. Un leader mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo gli ha dato del criminale di guerra, gli ha detto che doveva andare via dal governo russo e finire in galera, il segretario della Nato, Stoltenberg, danese di 63 anni, ha detto che mai più l’Ucraina sarà sotto la Russia e così sarà anche delle due repubbliche del Donbass a cui mai l’indipendenza, mai, sarebbe riconosciuta. Capite che con queste premesse il signor Putin è ben lontano dal sedersi a un tavolo». 17 maggio 2022 (modifica il 17 maggio 2022 | 13:50) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-17 11:51:00, L’intervento dell’ex ambasciatore Torquato Cardilli sul sito del garante M5S agita il Movimento: «Di violazioni e veti è pavimentata la storia dell’Onu». Dalla Lega a FI, le posizioni sull’invio di armi a Kiev e la fibrillazione dei partiti per l’informativa del premier Draghi sulla guerra in Ucraina, Redazione Politica

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