Cellulare vietato agli studenti fino alla seconda media. A Belluno il patto tra genitori: Educhiamo i figli a un uso consapevole di Internet

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Le tecnologie digitali si rivelano risorse fondamentali nella società contemporanea, ma la loro efficacia dipende dall’uso consapevole e informato.

Come segnala il Corriere delle Alpi, ecco il fulcro del “Patto di comunità per il benessere digitale dei giovani”, una iniziativa che, partendo da Ponte nelle Alpi, si sta espandendo a Belluno e Borgo Valbelluna, con potenziali sviluppi verso Feltre e Pieve di Cadore.

L’origine del patto è “dal basso”, con genitori proattivi nel creare una rete tra le varie agenzie educative – famiglia, scuola, associazioni sportive – per condividere regole e principi comuni. L’obiettivo? Un ingresso graduale e consapevole dei giovani nel mondo digitale, guidato dagli adulti. In un’era dove possedere uno smartphone equivale ad avere accesso illimitato a internet, le insidie sono molteplici.

La positiva accoglienza da parte dei dirigenti scolastici sottolinea la necessità di un’azione sinergica in questo ambito.

Studi hanno evidenziato l’uso precoce ed eccessivo di dispositivi digitali e le relative conseguenze sulla salute relazionale, fisica e mentale dei bambini e degli adolescenti. Problemi nello sviluppo del linguaggio, salute socio-emotiva e abilità motorie sono solo alcune delle criticità osservate. L’accompagnamento all’uso del digitale è quindi cruciale per farne una risorsa anziché una fonte di problemi.

Il patto si basa su principi chiari: la proibizione non è la soluzione, ma piuttosto la conoscenza e la capacità di guidare i giovani verso un uso responsabile del digitale. La linea guida proposta è di non fornire uno smartphone ai ragazzi prima della fine della seconda media, pur rispettando l’autonomia di ogni famiglia nelle proprie scelte. Elementi chiave includono l’uso dello smartphone in famiglia, la selezione di contenuti adeguati all’età e il controllo del linguaggio nelle chat per prevenire atteggiamenti sessisti o omofobici.

L’iniziativa non si limita alle sole famiglie e scuole, ma mira a coinvolgere associazioni sportive, scuole paritarie e altri luoghi di aggregazione giovanile, riconoscendo il loro ruolo nell’educazione dei giovani.

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