carfagna:-«basta-disfattismi.-se-prevale-la-rassegnazione-il-mezzogiorno-muore»

Carfagna: «Basta disfattismi. Se prevale la rassegnazione il Mezzogiorno muore»

Spread the love

l’intervista Mezzogiorno, 7 aprile 2022 – 08:41 La ministra del Sud: per me i dati sul Pnrr autorizzano ottimismo di Paolo Grassi Ministra Carfagna, grazie all’iniziativa del Dipartimento delle politiche di coesione, è stata elaborata e diffusa una “Prima relazione istruttoria sul rispetto del vincolo di destinazione alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente” relative a Pnrr e Fondo complementare. Un lavoro importante, anche sotto il profilo della trasparenza, che ha permesso di verificare una situazione al momento di luci e ombre. Se il dato medio di destinazione è pari al 40,8%, che equivale a un importo dichiarato di 86 miliardi sui 211 sul tappeto — con diverse amministrazioni che superano (anche abbondantemente) il 40% previsto dalla “clausola Sud” — è altrettanto vero che alcuni ministeri restano (decisamente) sono sotto la media: il Mise e il Turismo innanzitutto, che si fermano rispettivamente al 24,8 e al 28,6%. Cosa ne pensa? «La relazione del Dipartimento Coesione da me sollecitata rappresenta un’operazione di trasparenza che ci consentirà di monitorare il Capitolo Sud e intervenire tempestivamente se si verificheranno criticità. Deve essere ben chiaro il principio che ci ha portato alla definizione della Quota del 40 per cento: è una percentuale complessiva calcolata sul totale degli investimenti territorializzabili del Pnrr. Nelle infrastrutture, dove l’arretratezza del Sud è enorme, siamo arrivati ben oltre, intorno al 50 per cento. Nelle misure come l’ecobonus o gli incentivi alle imprese per la transizione ecologica è ovvio che “il tiraggio” è minore perché le imprese sono meno numerose e generalmente più piccole rispetto al Nord. In ogni caso con il Mise e il Turismo è aperta l’interlocuzione per individuare meccanismi che aiutino a rafforzare l’assorbimento delle risorse». La Svimez, proprio sulla base dei riscontri della relazione del Dipartimento di coesione, ha diffuso una nota in cui spiega che degli 86 miliardi destinati al Mezzogiorno soltanto 24,8 (pari al 28,8% del totale) riguardano “progetti identificati”, ossia misure attivate con procedure che hanno già selezionato i programmi specificandone il costo. I restanti 62,2, invece, sempre per l’associazione diretta da Luca Bianchi, rappresentano ad oggi risorse “potenziali”, la cui destinazione effettiva alle regioni meridionali dovrà realizzarsi in fase di attuazione. Lei verificherà che questi finanziamenti, nel tempo, siano effettivamente destinati al Mezzogiorno?«La relazione del Dipartimento suddivide gli interventi in quattro categorie. Gli “identificati” sono i progetti per 24,8 miliardi vincolati in partenza al Sud per interventi sull’alta velocità, la modernizzazione dei porti, le Zes e molto altro. Ma anche i 23,4 miliardi per i progetti “ripartiti” sono investimenti che vanno a bando con precisi vincoli territoriali e quindi saranno con certezza spesi al Sud. La terza categoria riguarda “le stime”, cioè le previsioni di assorbimento al Sud di altri bandi sulle quali stiamo esercitando un costante controllo. Infine, ci sono circa 9,6 miliardi di progetti non ancora attivati e sui quali non è possibile fare alcun calcolo. Credo che questi dati autorizzino un’analisi assolutamente positiva sulle possibilità del Mezzogiorno. Per la prima volta dopo vent’anni di austerity ci sono le condizioni, le risorse e i progetti per ridurre i divari e far ripartire il Sud: il disfattismo può deve essere superato, è un sentimento che ha ucciso il Sud e non ha più ragione di esistere oggi, mentre enormi opportunità si aprono per ogni singolo territorio. Se prevale la rassegnazione il Mezzogiorno muore».La relazione sul Pnrr e sul Fondo complementare rilancia un problema di non poco conto: la capacità progettuale e attuativa delle amministrazioni meridionali. Su questo lei ha sempre dichiarato la massima disponibilità alla collaborazione per aiutare gli enti interessati. Cosa state facendo in concreto per evitare, tra l’altro, che su queste risorse così importanti si ripetano gli errori collegati alla spesa dei fondi strutturali? «Abbiamo attivato tredici diversi strumenti di sostegno alle amministrazioni, tutti elencati sul sito ufficiale del ministero: è una delle pagine più consultate e utilizzate. Chi ha a cuore la sorte del Sud inviti sindaci e amministratori a usare questi strumenti, in ogni caso siamo sempre disponibili a intervenire con ulteriori misure».Nel Def il governo allega tra i provvedimenti collegati il disegno di legge sulla cosiddetta “autonomia differenziata” a cui ha lavorato la ministra Gelmini. Che cosa si aspetta?«Nulla di nuovo, il Def “fotografa” un capitolo già collegato alla legge di Bilancio. Stiamo lavorando perché l’autonomia differenziata vada di pari passo con la definizione dei Lep, i Livelli Essenziali delle Prestazioni che lo Stato deve finanziare su tutto il territorio. Quest’anno abbiamo definito i primi due Lep, per gli asili nido e il trasporto degli alunni disabili, e ovviamente apriremo interlocuzioni anche sugli altri» La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 7 aprile 2022 | 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-07 08:13:00, La ministra del Sud: per me i dati sul Pnrr autorizzano ottimismo,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.