Accessi limitati a Venezia non è una scelta politica ma di buon senso

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GIOVEDÌ 11 AGOSTO 2022

risponde Gian Antonio Stella

Caro Corriere,

sembra che a partire dal prossimo gennaio, chi vorrà visitare Venezia dovrà prenotarsi in anticipo e pagare un biglietto d’ingresso. Anche chi non prenoterà potrà visitarla pagando però un biglietto più caro. È pertanto evidente che l’unica finalità della nuova iniziativa è di far cassa imponendo una gabella visitatori. Se l’iniziativa di Venezia venisse seguita dalle altre numerose e bellissime località turistiche, gli italiani dovrebbero pagare biglietti d’ingresso a ogni piè sospinto per visitare il Bel Paese. L’iniziativa di Venezia mi pare poi in totale contrasto con l’articolo 16 della Costituzione che al suo primo comma dice chiaramente e senza dubbio alcuno che: «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche». Come può il Comune di Venezia ignorare del tutto il dettato costituzionale? Cosa può fare un cittadino? A chi si deve rivolgere per evitare che la Costituzione sia violata?

Pietro Volpi Lovere (Bg)

Caro Volpi,

Il diritto di ogni cittadino di andare dove gli pare e piace, in realtà, non è affatto assoluto e indipendente dai luoghi che si intendono visitare. Come hanno già spiegato sul Corriere del Veneto i costituzionalisti Guido Rivosecchi e Mario Bertolissi (sintesi: «Imporre un ticket è costituzionale») occorre innanzitutto rispettare, come sempre, i diritti degli altri. In una città ridotta ormai a 50 mila abitanti non è possibile imporre loro l’asfissiante presenza di masse spesso enormi di visitatori che invadono pochi percorsi, poche piazze, pochi ponti. Non è una questione «determinata da ragioni politiche». Ma di buon senso. Nessuno, per fare un esempio paradossale, può pretendere d’avere il diritto di visitare quando gli pare e piace la Cappella degli Scrovegni: è un gioiello costituito da un unico vano lungo 20,5 metri e largo 8,5 e può accogliere, per non causare danni agli affreschi, un numero limitatissimo di persone e al massimo per un quarto d’ora dopo una sosta in una camera di «purificazione». Non c’è diritto individuale che tenga: o prenoti prima o non entri. Allargare queste tutele a una città piccola, preziosa e unica come Venezia è il minimo. Resta da fissare il tetto massimo di visitatori non dannosi. Ma questa è un’altra questione.

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-08-10 20:23:00,

GIOVEDÌ 11 AGOSTO 2022

risponde Gian Antonio Stella

Caro Corriere,

sembra che a partire dal prossimo gennaio, chi vorrà visitare Venezia dovrà prenotarsi in anticipo e pagare un biglietto d’ingresso. Anche chi non prenoterà potrà visitarla pagando però un biglietto più caro. È pertanto evidente che l’unica finalità della nuova iniziativa è di far cassa imponendo una gabella visitatori. Se l’iniziativa di Venezia venisse seguita dalle altre numerose e bellissime località turistiche, gli italiani dovrebbero pagare biglietti d’ingresso a ogni piè sospinto per visitare il Bel Paese. L’iniziativa di Venezia mi pare poi in totale contrasto con l’articolo 16 della Costituzione che al suo primo comma dice chiaramente e senza dubbio alcuno che: «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche». Come può il Comune di Venezia ignorare del tutto il dettato costituzionale? Cosa può fare un cittadino? A chi si deve rivolgere per evitare che la Costituzione sia violata?

Pietro Volpi Lovere (Bg)

Caro Volpi,

Il diritto di ogni cittadino di andare dove gli pare e piace, in realtà, non è affatto assoluto e indipendente dai luoghi che si intendono visitare. Come hanno già spiegato sul Corriere del Veneto i costituzionalisti Guido Rivosecchi e Mario Bertolissi (sintesi: «Imporre un ticket è costituzionale») occorre innanzitutto rispettare, come sempre, i diritti degli altri. In una città ridotta ormai a 50 mila abitanti non è possibile imporre loro l’asfissiante presenza di masse spesso enormi di visitatori che invadono pochi percorsi, poche piazze, pochi ponti. Non è una questione «determinata da ragioni politiche». Ma di buon senso. Nessuno, per fare un esempio paradossale, può pretendere d’avere il diritto di visitare quando gli pare e piace la Cappella degli Scrovegni: è un gioiello costituito da un unico vano lungo 20,5 metri e largo 8,5 e può accogliere, per non causare danni agli affreschi, un numero limitatissimo di persone e al massimo per un quarto d’ora dopo una sosta in una camera di «purificazione». Non c’è diritto individuale che tenga: o prenoti prima o non entri. Allargare queste tutele a una città piccola, preziosa e unica come Venezia è il minimo. Resta da fissare il tetto massimo di visitatori non dannosi. Ma questa è un’altra questione.

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, Gian Antonio Stella

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