Zaia: «Sulla Marmolada è venuto giù un enorme grattacielo di ghiaccio»

Spread the love

di Cesare Zapperi Per il presidente della Regione Veneto le cause della frana sono molteplici. E a chi denuncia la mano dell’uomo risponde: «Siamo di fronte a un evento imprevedibile» «Noi non molliamo. Ai parenti dei dispersi l’ho detto: noi continuiamo a coltivare la speranza di recuperare ancora qualcuno vivo». Luca Zaia parla a voce bassa. Il governatore veneto è reduce dall’incontro con i familiari delle vittime e di chi non si trova più insieme al presidente del Consiglio Mario Draghi. «Stiamo vivendo una tragedia immensa. Tanto eccezionale che era imprevedibile». Che immagine ha impressa nella mente? «Questa montagna immersa in un silenzio spettrale trasmette angoscia. È incredibile pensare che in pochi secondi abbia potuto travolgere e uccidere tante persone». Tutti si chiedono: era davvero imprevedibile il distacco del ghiacciaio? «Io non sono esperto, tantomeno un praticante, e non voglio unirmi alla gara che è già scattata. Prima erano tutti virologi ed ora son tutti glaciologi. Qui è evidente che le cause sono state molteplici». Cosa intende? «Di fronte ad una tragedia è sempre giusto porsi delle domande e provare a dare delle risposte. È evidente che nessuna escursione è a rischio zero, come qualsiasi attività, ed è altrettanto vero che i cambiamenti climatici hanno agevolato processi in maniera repentina. Ma questo non è il primo crollo sulle Dolomiti». Colpa dell’uomo? «Ma no, è che qui ci si trova di fronte a un fatto di portata straordinaria. È come se fosse venuto giù un enorme grattacielo di ghiaccio. Come si può pensare di prevedere una cosa del genere?». Dello stato precario dei ghiacciai si parla da tempo. «È vero, ma si fanno osservazioni di carattere generale sul cambiamento climatico. Ma dobbiamo pur ricordarci che le nostre montagne sono a loro volte state scolpite dal dissesto idrogeologico». Non c’era troppa gente sul ghiacciaio? «Come sempre. Era domenica, c’erano le cordate di alpinisti esperti, non gente in infradito. Quello è un luogo privilegiato per gli amanti delle escursioni.». Non si può fare nulla per prevenire certe disgrazie? «Certamente dobbiamo fare di tutto perché ciò non accada più. Gli esperti si esprimeranno. Resto personalmente convinto che sia necessario affinare il sistema di monitoraggio per essere nelle condizioni di impedire l’accesso al ghiacciaio quando le condizioni non lo consentono. Un po’ come succede con la bandiera rossa al mare». Ora, però, il ghiacciaio rimarrà impraticabile a lungo. «I sindaci hanno già emesso l’ordinanza. Penso proprio che la risalita in autonomia non sarà possibile finché non ci sarà la certezza della sicurezza». Il caldo torrido ha lasciato il segno? «Sì, l’altro giorno sul ghiacciaio c’erano 10 gradi. Adesso ha la dimensione che dovrebbe avere a fine settembre. È tre mesi avanti». Qualcuno si azzarda a prevedere che tra vent’anni non ci sarà più nulla. Ci crede? «Certo, se guardiamo le foto storiche quello che sta avvenendo è evidente. C’è stata una riduzione paurosa in pochi anni». Bisognerà adottare comportamenti conseguenti. «Tutti noi, non solo per i ghiacciai, dovremmo sempre più adattare i nostri comportamenti prendendo atto del cambiamento climatico. L’uomo ci sta mettendo del suo per accelerare certi processi. Il tema del cambiamento climatico impone scelte coraggiose e una revisione delle nostre abitudini». 4 luglio 2022 (modifica il 4 luglio 2022 | 22:35) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-04 20:35:00, Per il presidente della Regione Veneto le cause della frana sono molteplici. E a chi denuncia la mano dell’uomo risponde: «Siamo di fronte a un evento imprevedibile», Cesare Zapperi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.