Venditti e De Gregori: «Insieme senza nostalgie, la fratellanza non si interrompe mai». Festa per 44mila all’Olimpico

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di Pasquale Elia

Il concerto All’Olimpico di Roma: 44.000 spettatori per la prima data del tour che andrà avanti fino al prossimo ottobre. «La nostra storia è adesso»

ROMA Adesso la storia sono loro. E in una notte romana, superando gli esami a pieni voti, come se non bastassero 50 anni di successi, Venditti e De Gregori hanno piantato una bandierina anche nel XXI secolo. Ma senza far ricorso alla nostalgia perché, in questo concerto da 44mila spettatori allo stadio Olimpico di Roma, alla commemorazione è stato chiesto di restare a casa.

«Non si tratta di una reunion, è un qualcosa che si compie adesso. Nelle nostre carriere non è mai successo niente del genere prima», ragiona Antonello dietro le quinte dove si respira un’aria di forte complicità con il socio Francesco. Anche se, a proposito di tutta «la musica che gira intorno» di questi tempi, i due la vedono in modo diverso: il Principe si sente un sopravvissuto e «augura a tutti i giovani rapper» di arrivare lì dove è giunto lui. Per Venditti, invece, la faccenda sta più o meno in questi termini: «Ma quale sopravvissuto, sono un fiume in piena, mi sento creativo, con tanta voglia di fare anche più di prima».

Ma in una serata dove le suggestioni si susseguono senza soluzione di continuità lungo una linea immaginaria che unisce 32 brani, non c’è mica spazio per le opinioni a confronto. D’altronde, lo spiega con orgoglio Venditti, il live «è come un’unica grande canzone. È in sostanza il concerto di uno, anche se siamo in due». E ancora, ribadiscono, «un concerto senza riferimenti, diverso da tutti quelli cui siamo abituati. Unico. Come non è mai stato fatto in precedenza».

Ed eccolo, questo evento che si apre con un solenne «Also sprach Zarathustra» di Richard Strauss («un modo dissacrante per introdurre la serata») che serve per fare da apripista a una «Bomba o non bomba» che accende lo stadio capitolino. Il cui testo forse riassume tutto il percorso di questi due alfieri della canzone italiana: «Partirono in due ed erano abbastanza… e bomba su bomba siamo arrivati a Roma, insieme a voi».

Probabilmente anni fa nessuno avrebbe scommesso su questo sodalizio, da più parti visto problematico per motivi più legati al gossip che a fatti realmente accaduti. Fatto sta che, dopo quell’unico episodio insieme (l’album «Theorius Campus» del 1971), ora sono qui a ribadire: «Dopo essersi interrotto, oggi il nostro rapporto si è compiuto. E ci possiamo mandare a quel paese da amici e non per interposta persona. Siamo fratelli, e la fratellanza non può interrompersi mai».

Ed ecco spiegato il perché dell’assenza in scaletta di «Francesco», il pezzo che Venditti scrisse nel 1978 per salutare De Gregori quando abbandonò la casa discografica RCA: «Scusa Francesco, mi hanno ingannato, mi hanno portato via i ricordi, come se il tempo fosse uno schiavo e noi due aquiloni strappati che non volano più». Una canzone, argomenta Antonello, che in un contesto così non avrebbe senso perché «è stata sotterrata dalla storia».

L’idea dell’appuntamento romano, e della conseguente tournée (22 tappe fino a ottobre prossimo), è balenato nella testa dei due circa quattro anni fa, poi il Covid li ha costretti a rimandare il tutto a data da destinarsi. E stasera sono sotto il cielo di Roma per regalare a tutti l’opportunità di cantare l’intero repertorio in programma dall’inizio alla fine dello show, compreso «Canzone» , cover dedicata a Lucio Dalla.

«Per la scaletta abbiamo seguito una sceneggiatura — raccontano —, quella della nostra vita. L’obiettivo è fare festa: il nostro repertorio è il carburante, abbiamo portato le salsicce buone per fare il barbecue». Alle birre per innaffiare il tutto ci hanno pensano gli spettatori assiepati sugli spalti. Un unico grande coro da «Generale» a «Roma Capoccia», da «Alice» a «Ricordati di me», da «Viva l’Italia» a «Peppino». Ed effettivamente fa un certo effetto sentire la voce di Francesco che intona «con i nostri sorrisi tristi, a parlarci ancora di noi» («Modena»), o Antonello che interviene in «Bufalo Bill». Perché comunque sia andata in passato tra i due, la storia «nessuno la può fermare».

19 giugno 2022 (modifica il 19 giugno 2022 | 00:05)

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, 2022-06-18 22:05:00, Il concerto All’Olimpico di Roma: 44.000 spettatori per la prima data del tour che andrà avanti fino al prossimo ottobre. «La nostra storia è adesso», Pasquale Elia

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