Tumori «buoni e cattivi» della tiroide

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di Laura Cuppini

La forma midollare, molto meno diffusa della papillare, è però più aggressiva. Un marcatore può predirne l’andamento e indirizzare la scelta del percorso terapeutico. L’«Azalea della ricerca» di Airc nelle piazze domenica 8 maggio

Domenica 8 maggio, in occasione della Festa della mamma, i volontari Airc saranno in molte piazze italiane per distribuire azalee a fronte di una donazione di 15 euro (info sul sito www.airc.it). Il ricavato andrà a sostegno di ricercatori che stanno studiando sistemi di diagnosi sempre più precoci e nuove terapie per i tumori che colpiscono le donne. In 38 anni l’«azalea della ricerca» ha permesso di raccogliere oltre 280 milioni di euro. Insieme alla pianta viene consegnata una Guida con informazioni su prevenzione e cura dei tumori e tre ricette firmate dall’ambasciatrice di Airc Antonella Clerici, dalla food blogger Monica Papagna e dallo chef Stefano Sforza. È possibile prendere l’azalea anche online, su Amazon.it. Nel 2021 in Italia ci sono stati 182 mila nuovi casi di tumore tra le donne e si stima che una su tre riceverà una diagnosi oncologica nel corso della vita. I tumori femminili più frequenti sono quelli di mammella, colon-retto, polmone, tiroide, utero, pancreas, melanoma, linfoma non-Hodgkin, stomaco, ovaio. Oggi la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è arrivata al 65 per cento e quasi due milioni di italiane hanno superato un cancro.

I vari tipi di tumore alla tiroide

Di tumore alla tiroide si ammalano ogni anno circa 13 mila italiani, in gran parte donne (quasi 10 mila). Nella fascia delle under 50 è il tipo di cancro più frequente dopo quello del seno. Esistono vari tipi di carcinoma tiroideo: il più comune è l’istotipo papillare (80% dei casi), seguito dal follicolare (10% dei casi). Entrambi solo raramente sono aggressivi e infatti la sopravvivenza dei pazienti a 5 anni dalla diagnosi supera il 97% e a 10 anni arriva oltre il 95%. L’istotipo papillare generalmente ha un’evoluzione lenta e può guarire completamente con le opportune cure, oppure cronicizzare consentendo una vita normale. Esiste però un altro tipo di cancro alla tiroide, cosiddetto «midollare» (anche se non ha alcun legame con il midollo), molto raro ma più aggressivo degli altri. Al contrario del papillare, tipicamente femminile, riguarda in ugual misura uomini e donne. Molti progressi nella conoscenza di questo tumore, di cui si registra circa 1 caso su 100 mila abitanti ogni anno, sono merito di un team di studiosi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, finanziato dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro.

Un marcatore prevede l’andamento della malattia

Il gruppo guidato da Rossella Elisei, professore associato di Endocrinologia e dirigente medico all’Unità operativa di Endocrinologia dello stesso ospedale (Centro di riferimento in Italia per la cura della patologia tiroidea), ha recentemente individuato un marcatore sierico – la proteina-antigene CA 19.9 – in grado di predire la rapida progressione della malattia prima ancora che le indagini di imaging (TAC, PET o RMN) ne dimostrino l’evoluzione: l’aumento, fino al raddoppio, nel giro di alcuni mesi, è un indicatore prognostico di severa gravità. «Nelle forme più avanzate di carcinoma midollare, la valutazione periodica di CA 19.9 (misurabile con un esame del sangue) può essere un fattore importante nella scelta tempestiva delle terapie» afferma Elisei.

Cosa fare se si avverte la presenza di un nodulo

Tutti i carcinomi tiroidei si manifestano con un nodulo, che raramente dà segnali di sé. «Il 50-60% della popolazione adulta ha dei noduli tiroidei – sottolinea l’esperta -, ma solo nel 5% dei casi si tratta di un tumore e quindi uno screening ecografico è sconsigliato perché produrrebbe un eccesso di diagnosi. Tuttavia è importante, se si avverte la presenza di una “pallina” nel collo o se la si scopre con una ecografia fatta per altre ragioni, sottoporsi a tutti gli accertamenti del caso. Di solito si esegue un’ecografia con agoaspirazione e l’esame citologico potrà identificare se il nodulo è benigno o maligno: molto raramente i noduli benigni evolvono in forme maligne. Durante la valutazione del nodulo è anche importantissimo eseguire il dosaggio della calcitonina nel sangue del paziente in quanto questa è una proteina prodotta dal carcinoma midollare». Anni fa il gruppo pisano ha dimostrato l’importanza di questo marcatore e la sua capacità di identificare il carcinoma midollare precocemente, quando è ancora curabile. Nel tumore papillare invece il marcatore sierico è la tireoglobulina, utile però solo dopo l’intervento chirurgico per valutare l’andamento della malattia.

In un caso su quattro la malattia è ereditaria

Un’altra caratteristica del carcinoma midollare è l’ereditarietà, presente in circa il 25% dei casi (gli altri vengono definiti «sporadici»). Anche questo aspetto viene studiato dal team della professoressa Elisei: «Oggi conosciamo l’alterazione genetica che è alla base dello sviluppo del tumore e possiamo quindi identificare i soggetti portatori della mutazione. Ai pazienti con carcinoma midollare viene offerto e rimborsato dal Servizio sanitario nazionale un semplice esame che si esegue su un prelievo di sangue o anche su uno striscio buccale (preferibile nei bambini), che permette di stabilire se la forma è ereditaria o meno: nei casi ereditari si potranno identificare tutti i portatori di tale alterazione e seguirli nel tempo sottoponendoli a terapia precoce, prima ancora che il carcinoma si manifesti. Grazie alla ricerca l’andamento dei casi di carcinoma midollare è molto migliorato negli ultimi decenni – conclude Elisei -. Anche per quei pochi che diventano più aggressivi oggi abbiamo terapie efficaci che possono prolungare la sopravvivenza dei pazienti».

5 maggio 2022 (modifica il 5 maggio 2022 | 19:54)

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, 2022-05-05 23:10:00, La forma midollare, molto meno diffusa della papillare, è però più aggressiva. Un marcatore può predirne l’andamento e indirizzare la scelta del percorso terapeutico. L’«Azalea della ricerca» di Airc nelle piazze domenica 8 maggio, Laura Cuppini

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