Tre combattenti stranieri condannati a morte a Donetsk. Il dibattito sulla tv russa: «Impiccarli o squartarli?»

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di Marco Bruna

Due britannici e un marocchino sono accusati di avere partecipato al conflitto come «mercenari» nella guerra in Ucraina. La replica della Gran Bretagna: «Processo farsa»

La Corte suprema dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk ha condannato a morte, in primo grado, tre uomini che hanno combattuto con la legione straniera in Ucraina: sono i britannici Shaun Pinner e Aiden Aslin e il marocchino Saadoun Brahim, accusati di avere partecipato al conflitto come «mercenari» delle formazioni armate ucraine. La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa russa Tass. Secondo le leggi della Repubblica popolare, i condannati saranno fucilati. Sulla tv russa si è acceso il dibattito sulle modalità dell’esecuzione da riservare ai tre condannati: «Gli si potrebbe sparare, potrebbero essere impiccati, squartati rilasciati dietro riscatto», discutono il presentatore Vladimir Solovyov e i suoi ospiti.

Aiden Aslin, 28 anni, originario del Nottinghamshire, e Shaun Pinner, 48, del Bedfordshire, sono stati catturati dalle forze dell’Armata lo scorso aprile e imprigionati a Donetsk, in un’area strategica nell’Est del Paese caduta in parte sotto il controllo russo.

Le famiglie dei due ex militari britannici denunciano il processo come uno show condotto «in violazione della Convenzione di Ginevra» sui prigionieri di guerra, scrive il Guardian. L’ex ministro Tory Robert Jenrick, accusa «le autorità russe» di averne strumentalizzato «in modo completamente vergognoso» la cattura e di «oltraggio al diritto internazionale». Ma spera comunque che «in un prossimo futuro» essi possano essere oggetto di uno scambio di prigionieri. L’agenzia russa Tass annuncia che gli uomini possono presentare appello entro un mese.

Arriva anche la replica delle autorità britanniche: «Abbiamo detto continuamente che i prigionieri di guerra non dovrebbero essere sfruttati per scopi politici», ha dichiarato il portavoce del premier Boris Johnson in una nota. «Ai sensi della Convenzione di Ginevra, i prigionieri di guerra hanno diritto all’immunità dei combattenti e non dovrebbero essere perseguiti per partecipazione alle ostilità. Continueremo a lavorare con le autorità ucraine per cercare di ottenere il rilascio di qualsiasi cittadino britannico che prestava servizio nelle forze armate ucraine».

La ministra degli Esteri del governo di Boris Johnson, Liz Truss, ha espresso «totale condanna per la sentenza di morte inflitta ai due ex militari britannici additati come mercenari: sono prigionieri di guerra, imputati in un processo farsa che non ha assolutamente alcuna legittimità. I miei pensieri sono per loro e le loro famiglie, continueremo a fare tutto ciò che possiamo per sostenerli».

9 giugno 2022 (modifica il 9 giugno 2022 | 18:20)

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, 2022-06-09 19:31:00, Due britannici e un marocchino sono accusati di avere partecipato al conflitto come «mercenari» nella guerra in Ucraina. La replica della Gran Bretagna: «Processo farsa», Marco Bruna

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