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Spese militari, Conte: «Gli impegni Nato si rispettano, ma non passando da 25 a 40 miliardi in un anno»

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di Franco StefanoniIl leader del M5S: «Continueremo a lavorare non per crisi di governo ma nell’interesse dei cittadini per offrire soluzioni di buonsenso» «Il M5S continuerà a lavorare non per crisi di governo ma nell’interesse dei cittadini per offrire soluzioni di buonsenso». Ad assicurarlo questa mattina è stato Giuseppe Conte, leader del M5S, dopo le tensioni degli ultimi giorni sul no dei Cinque Stelle riguardo l’aumento delle spese militari e lo strappo di ieri con il premier Mario Draghi dovuto salire al Quirinale. Conte, oggi a Palazzo Giustiniani al Senato intervenendo al convegno intitolato «Italia e Ue: indipendenza energetica e sfida ecodigital», e organizzato dalla Fondazione Univerde, ha esposto la sua versione dei fatti sulla questione Ucraina e armi. Dopo aver parlato di«mainstream» che metterebbe il M5S nell’angolo quando quest’ultimo pone dei problemi politici, ha replicato a chi lo accusa di destabilizzare il governo perché contrario all’aumento della spesa militare (quando invece, da premier, gli viene ricordato che gli aumenti c’erano stati) sfoderando alcune cifre. Conte ha detto: «Noi gli impegni li rispettiamo e non li ho mai messi in dubbio: io sono passato dall’1,1 al’1,4% del Pil per la spesa militare in tre anni. L’abbiamo fatto anche in pandemia perché sono necessarie, ma non passando da 25 a 40 miliardi in un anno». E poi: «I membri della Nato sono 30, al 2021 hanno rispettato il 2% solo dieci paesi… Nessuno sta dicendo che non si rispettano gli impegni, però se noi questa curva la definiamo progressivamente al 2030, definiamo un percorso di sostenibilità che, se parliamo tra alleati, è perfettamente comprensibile. Dopo due anni di pandemia acuta, dopo una pandemia energetica siamo il Paese che ha diritto a definire questa curva in modo sostenibile tutelando gli interessi dei cittadini». Il leader dei Cinque Stelle ha ricordato: «Ci è stato detto che gli scostamenti di bilancio non si possono fare, non si faccia uno scostamento di bilancio per gli armamenti… Le nostre forze armate hanno svolto un encomiabile servizio per la tutela della sicurezza nazionale» e quello sulle armi «non è un dilemma metafisico che stiamo ponendo o un interrogativo lacerante: siamo in un quadro definito dove non mettiamo in discussione la collocazione euroatlantica». Nelle stesse ore, il M5S è tornato sull’argomento delle tensioni di governo e delle spese militari, rincarando la dose. «È curiosa e davvero straordinaria la dovizia di particolari con cui “fonti di palazzo Chigi” hanno ricostruito la spesa militare italiana. La stessa meticolosità andrebbe usata per dare notizia del previsto incremento delle spese militari per gli anni 2023 e 2024, che rappresentano il fulcro del confronto di questo giorni». Secondo i Cinque Stelle: «Una ricostruzione che vorrebbe dimostrare che i governi Conte hanno aumentato le spese per la Difesa più del governo Draghi». Allegando, a questo, i numeri ministeriali sul «bilancio integrato Difesa in chiave Nato», che – viene rimarcato – è quello che conta ai fini del calcolo dell’Alleanza atlantica sull’incidenza delle spese miliari sul Pil e che è consultabile sui documenti programmatici pluriennali della Difesa e sul sito della Nato. Lo stesso Conte ha pubblicato su Facebook (immagine qui sotto) una tabella con un riassunto di dati. «Durante i governi del presidente Conte», viene riportato ancora dal M5S, «ci sono state le seguenti variazioni: 2019: da 21,7 mld del 2018 a 21 mld = 0,7 mld; 2020: da 21 mld a 22,8 mld = +1,8 mld; 2021: da 22,8 a 24,4 mld = +1,6 mld. Si registra dunque un totale di +2,7 mld in 3 anni (da 21,7 a 24,4 mld), ovvero +12% non +17%«. Sempre secondo fonti Cinque Stelle, durante il governo Draghi, nel 2022 si è portata la spesa da 24,4 a 26 mld, per un totale di +1,6 mld, corrispondente ad un aumento percentuale di +6,5% in 1 anno, non del 5%». Commentando infine: «Si evince chiaramente che l’incremento delle spese militari con i governi Conte è stato in media inferiore al miliardo l’anno. Un dato sensibilmente differente da quanto fatto registrare dall’attuale esecutivo, che in un anno ha disposto 1,6 miliardi di euro di aumento». Ed ancora: «Un conto è valutare un aumento delle spese militari lineare che porterebbe il nostro Paese ad adempiere all’obiettivo Nato del 2% Pil in modo graduale e sostenibile entro la fine di questo decennio. Altra cosa è immaginare un aumento esponenziale delle stesse spese militari che gravi indiscriminatamente sul nostro bilancio per raggiungere lo stesso obiettivo entro il 2024. Questo significherebbe aumentare di almeno 6 miliardi l’anno gli stanziamenti per la difesa nelle prossime due leggi di bilancio per saltare da 26 a 38 miliardi di spesa militare annua». 30 marzo 2022 (modifica il 30 marzo 2022 | 14:40) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-30 12:41:00, Il leader del M5S: «Continueremo a lavorare non per crisi di governo ma nell’interesse dei cittadini per offrire soluzioni di buonsenso», Franco Stefanoni

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