Sostegno, 1 docente su 2 è senza specializzazione. I sindacati protestano in Piemonte

Su tutto il territorio nazionale è diffuso il problema dei docenti di sostegno senza titolo. Fenomeno che al Nord in regioni come il Piemonte, tocca numeri preoccupanti: un docente su due non ha la specializzazione.

I sindacati denunciano: “Per il sostegno quest’anno sono stati assegnati circa 16 mila posti. Di questi, 7.838 sono a tempo indeterminato, gli altri 8.938 precari. E tra questi, quasi nessuno ha la specializzazione necessaria“, dice Luisa Limone, segretaria generale regionale di Flc Cigl Piemonte su La Stampa, aprendo dunque il dibattito sulla questione particolarmente importante.

“Ma il problema è a monte – conferma Diego Meli, segretario regionale di Uil –. La Costituzione stabilisce che ogni allievo con certificazione abbia diritto a un insegnante di sostegno. Se non ci sono docenti specializzati, per forza di cose si ricorre a personale non abilitato“, sottolineando come “fino a qualche anno fa in Piemonte c’erano 200 posti in tutto. Adesso siamo arrivati quasi a 500” e inoltre, “mancano persone che possano formare i futuri insegnanti di sostegno. Oltre alla carenza di fondi e di spazi necessari, che da tempo chiediamo al governo“.

Su quest’ultimo punto è intervenuta Maria Grazia Penna, segretaria generale regionale di Cisl: “Tre anni fa abbiamo aperto un tavolo con la Regione, l’Università, la Città metropolitana e le organizzazioni sindacali. Stiamo riuscendo a formare 20-30 esperti ogni anno, che possano istruire chi volesse avere l’abilitazione a insegnante di sostegno. Insieme ai 500 posti disponibili, la situazione è migliorata“.

Il problema docenti di sostegno ha un fortissimo impatto sulla continuità didattica: “Cambiare insegnante significa dover gestire un rapporto nuovo ogni volta. In particolare nel caso del sostegno la situazione è ancora più delicata, perché coinvolge anche allievi con disabilità“, osserva la Flc Cgil.