Shaquille O’Neal sostiene gli indigeni australiani e se ne (ri)esce con le teorie del terrapiattismo

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La leggenda del basket con il primo ministro australiano laburista Anthony Albanese spinge sul riconoscimento dei popoli indigeni. Poi ritira fuori una vecchia questione sulla terra piatta

DALLA NOSTRA INVIATA A NEW YORK

Ha detto addio ai campi da gioco da oltre dieci anni, lasciandosi dietro una scia di successi impressionanti, ma la leggenda di Shaquille O’Neal vive anche lontano dal canestro. Il 50enne cestista americano è da sempre coinvolto in una miriade di impegni di beneficenza – il suo Shaq-a-Claus natalizio è atteso ogni anno da migliaia di bambini poveri ai quali distribuisce giocattoli – e non si è sottratto a incarichi più politici, con le Nazioni Unite e con il dipartimento di Stato.

Nel 2016 per esempio Barack Obama lo nominò inviato speciale per lo sport a Cuba, parte degli sforzi dell’allora amministrazione di riannodare i legami culturali con l’isola dopo la riapertura dei rapporti diplomatici (sui quali poi Trump ha fatto retromarcia). Ora Shaq è pronto a farsi portavoce di una nuova missione. In Australia per un giro di incontri pubblici, ha partecipato a una conferenza stampa con il primo ministro laburista Anthony Albanese per sostenere pubblicamente la sua volontà di tenere un referendum, necessario per modificare la Costituzione, sul riconoscimento dei popoli indigeni nella Carta e sull’obbligo di consultarli sulle decisioni che riguardano la loro vita. Se approvata, l’iniziativa «Voce indigena al Parlamento» creerebbe un organo consultivo indigeno permanente presso il Parlamento federale.

Albanese ha detto che O’Neal è il volto giusto per questa battaglia, ricordando i tanti impegni per la giustizia sociale del campione e i suoi sforzi per dare voce agli emarginati. «Di qualunque cosa abbiate bisogno da me, fatemelo sapere», ha detto il campione sorridente. Era stato lo stesso O’Neal a mettersi in contatto con il premier e la ministra per gli Indigeni, Linda Burney. Il suo viaggio in Australia sta facendo il giro del web però anche per un’altra ragione. Nel 2017 Shaq sorprese tutti scrivendo che secondo lui la terra è piatta, salvo assicurare che stava scherzando pochi giorni dopo: «Sto scherzando, idioti: nel mondo in cui viviamo la gente prende le cose troppo sul serio». Ma adesso è tornato ad accarezzare quella che pure ammette essere una teoria della cospirazione. «Oggi ho volato per 20 ore e non sono mai andato in questa direzione», ha detto Shaq muovendo il braccio in diagonale e aggiungendo di non essersi «ribaltato» o «capovolto» durante il volo. «Mi piace ascoltare le teorie. Non si tratta di dire ha torto o ha ragione, è solo una teoria». Neanche le leggende sono perfette.

28 agosto 2022 (modifica il 28 agosto 2022 | 21:27)

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, 2022-08-28 19:33:00, La leggenda del basket con il primo ministro australiano laburista Anthony Albanese spinge sul riconoscimento dei popoli indigeni. Poi ritira fuori una vecchia questione sulla terra piatta, Marilisa Palumbo

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