Roma, uccide la moglie e fa harakiri: morti 2 coniugi giapponesi al Fleming

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di Rinaldo Frignani

Tragedia in un palazzo in via Civitella D’Agliano. Il motivo in una lettera al figlio della coppia. La badante ha scoperto i corpi delle vittime, di 90 e 92 anni: lei a letto con una ferita alla testa mentre il marito, docente universitario, nella vasca da bagno

Le partecipazioni al Meeting di Rimini negli anni Ottanta, la vice presidenza dell’associazione Italia-Giappone, i saggi sulla cultura del suo Paese come anche sulle conseguenze della bomba atomica su Hiroshima. E poi la lunga docenza all’Orientale di Napoli, uno degli atenei più importanti per gli studiosi. Tetsuo Sakamoto era una personalità nel suo campo, al punto che gli era stato anche riconosciuto il titolo di commendatore della Repubblica. Ma a 92 anni forse nascondeva un segreto che ha lasciato scritto in una lettera fatta trovare ieri mattina su un tavolo della sua abitazione in via Civitella d’Agliano, alla Collina Fleming, dove è stato trovato morto, forse suicida, nella vasca da bagno.

Ma prima di tagliarsi l’addome, con una dinamica che ricorda l’harakiri, potrebbe aver ucciso la moglie colpendola alla testa con un corpo contundente mentre si trovava a letto. Non si esclude che Eiko Sakamoto, di due anni più giovane, possa essere morta senza nemmeno rendersene conto. Nel sonno. Era malata terminale. Un caso di omicidio-suicidio sul quale indagano gli agenti del commissariato Ponte Milvio accorsi poco dopo le 10 di ieri mattina dopo l’allarme lanciato da uno dei due badanti della coppia giapponese: non appena ha aperto la porta dell’appartamento al quarto piano del palazzo al civico 3, la donna si è trovata una scena drammatica.

Marito e moglie erano già deceduti da qualche ora, anche se adesso sarà l’autopsia a stabilire con certezza se si sia trattato davvero di un omicidio-suicidio e quando sia stato commesso. L’appartamento è stato comunque trovato in ordine, da un primo sopralluogo, che i poliziotti hanno eseguito insieme con il figlio dela coppia, Mario, sposato con una italiana, dall’abitazione del professore e della moglie non mancherebbe niente. E su un tavolo appunto sarebbe stata trovata quella lettera scritta in giapponese che assomiglia a un testamento.

Non è chiaro se da parte di tutti e due oppure solo del 92enne. Acquisiti i telefonini della coppia insieme con il computer e altri supporti informatici. E la lettera indirizzata anche ai badanti. Sentiti loro, il figlio e alcuni parenti dei coniugi che sono stati accompagnati prima nell’abitazione al Fleming e quindi in commissariato per essere presi a verbale. La malattia della moglie, sarebbe emerso dai primi accertamenti, avrebbe spinto l’anziano docente a compiere il tragico gesto forse nella notte di mercoledì. Non è chiaro se il proposito di Sakamoto fosse covato a lungo, viste le precarie condizioni di salute della coniuge, oppure se sia stata una decisione improvvisa.

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28 aprile 2022 (modifica il 29 aprile 2022 | 13:04)

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