Regionali, Miccichè (Forza Italia): «Non passa mai la palla, con Musumeci si perde. Capisco Meloni, ma in Sicilia serve altro»

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di Paola Di CaroIl presidente dell’Assemblea regionale siciliana: tanti nomi, io vorrei una donna. Io non pongo aut aut a nessuno. Siamo una coalizione molto coesa, andiamo d’accordo ovunque qui Sa bene quando è il momento di tirare la corda e quando di allentarla. E oggi Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars e coordinatore di FI in Sicilia, mette da parte i toni ultimativi ma tiene ben ferma la sua richiesta ai partiti alleati: Nello Musumeci, presidente della Regione, non può essere ricandidato. Per questo «serve un tavolo della coalizione, come è sempre avvenuto fra di noi, per scegliere assieme un candidato condiviso capace di vincere». Meloni ha detto che non accetta aut aut e lo stesso Musumeci vuole ripresentarsi. Perché insistere? «Ma io non pongo aut aut a nessuno. Siamo una coalizione molto coesa, andiamo d’accordo ovunque qui». E quindi? «E quindi vogliamo vincere in Sicilia o no? Perché se l’obiettivo è quello, ricandidando Musumeci il rischio di perdere invece è altissimo». Ma da FdI dicono che con lui si ha garanzia di integrità e onestà, e che non ci sono esponenti più bravi di lui. «Sì ma l’onestà deve essere un pre requisito per tutti, non un motivo di candidatura. Nessuno vuole la Sicilia in mano ai mafiosi, tanto meno io che non ho mai avuto un solo problema o un’accusa su questo. Su Musumeci poi: se sei anche il calciatore più forte del mondo ma non passi mai la palla, la squadra perde. E purtroppo per lui è così». Perderebbe se la squadra gli giocasse contro… «No, al di là del nostro appoggio — che se Berlusconi mi dice di dargli io darò — la coalizione è già spaccata, perché Cateno De Luca, che in Sicilia è politico forte, ha detto che si candiderà contro Musumeci, se lui si presenterà. E in una elezione a turno unico se il centrodestra si presenta con due candidati perde». Ma chi vorrebbe candidare? Lei ci pensa? «Assolutamente no. L’unica cosa che spero di tornare a fare è il presidente dell’Assemblea, perché credo di farlo bene. Per il resto, ce ne sono un’infinità di candidati possibili. Dipendesse da me, avrei in mente una donna, ma dobbiamo sederci a un tavolo, ragionare e decidere insieme. Sarebbe bello dare spazio a nuove forze, ma non ho alcuna preclusione». La decisione spetta a FdI? «Diciamo che Musumeci è da tre mesi che sta con loro, non è che la Sicilia sia per forza in “quota” FdI, ma non sono ingenuo, so bene i pesi nella coalizione in questo momento e gli equilibri, quindi capisco che la Meloni possa essersi offesa per la nostra richiesta di puntare su un altro candidato. Ma noi con loro abbiamo rapporti straordinari e vogliamo solo una cosa: vincere assieme». Con Musumeci parla? «Non recentemente. Diciamo che negli ultimi tempi è stato abbastanza difficile… Lui a lungo ha detto che non pensava di ricandidarsi, poi ha cambiato idea… Ma lo ripeto, non vogliamo litigare e tantomeno pretendere un candidato targato Micciché». Intanto a Verona Sboarina non si apparenta con Tosi: un fatto grave? «In genere, dipende da quanto un sindaco sia uomo di partito. Se lo è, allora è un brutto segnale in un momento di poca coesione della coalizione: poteva essere un importante segnale di scongelamento. Poi, secondo me, ai fini del risultato finale gli apparentamenti sono abbastanza inutili». Questa coalizione sempre più a trazione di destra non la mette a suo agio? «Sono sincero, io non sono mai stato un uomo di destra, e ho sperato davvero che la svolta di Fini a Fiuggi avrebbe portato a costruire una destra sempre più liberale, aperta, moderna. Non possiamo tornare al pre-Fiuggi, perché quello che davvero non dobbiamo fare, adesso che FI non è più il partito dominante della coalizione, è spaventare il mondo…». Un terzo polo potrebbe essere la soluzione? «Non ne vedo proprio la necessità, ma se dovesse formarsi dovremmo tenerne conto. Io ormai mi sto convincendo che bisognerebbe tornare al proporzionale. Il maggioritario funziona se esistono due partiti o schieramenti chiari e coesi fra di loro, con leadership forti. Altrimenti si finisce con governi instabili, premier tecnici, alleanze spurie. E lo dico pur sapendo che in Sicilia FI avrebbe meno eletti. Ma se uno vuole essere onesto, questo è». 19 giugno 2022 (modifica il 19 giugno 2022 | 22:32) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-19 20:33:00, Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana: tanti nomi, io vorrei una donna. Io non pongo aut aut a nessuno. Siamo una coalizione molto coesa, andiamo d’accordo ovunque qui, Paola Di Caro

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