Prova il «balut» e l’uovo d’anatra intero si incastra nell’esofago: salvato in extremis al San Paolo con la chirurgia robotica

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di Giovanna Maria Fagnani

Il 40enne ha assaggiato un piatto tradizionale della cucina filippina: uovo fecondato bollito nel guscio con embrione all’interno. Ha rischiato di morire. L’intervento, mai eseguito prima, ha visto in azione tre équipe

Il «Balut», uno dei piatti tradizionali della cucina filippina (con presunte proprietà afrodisiache) ha rischiato di essergli fatale. Un uomo di 40 anni è stato salvato dai medici dell’ospedale San Paolo di Milano dopo che aveva ingoiato intero un uovo d’anatra fecondato che viene bollito nel suo guscio poco prima della schiusa. Quindi, con l’embrione di pulcino già quasi completamente formato. L’alta temperatura dell’acqua ha calcificato lo scheletro dell’embrione e l’uovo, ingerito intero, è rimasto incastrato nell’esofago cervicale. Un evento che poteva essere fatale.

Il paziente è giunto in pronto soccorso sabato notte in gravi condizioni, che hanno reso necessario un intervento d’urgenza mai eseguito prima. Dopo l’analisi del caso, l’équipe di Endoscopia digestiva, diretta dal dottor Luca De Luca, in collaborazione con il team di Chirurgia robotica, diretto dal prof. Paolo Pietro Bianchi, e con il team di Anestesia e rianimazione, guidato da Davide Chiumello, ha deciso di intervenire attraverso l’utilizzo del robot chirurgico, essendo complessa la rimozione per via endoscopica.

È stata eseguita una frammentazione endoscopica del corpo estraneo sotto guida assistita del robot, spingendo l’uovo nella cavità gastrica e liberando in tal modo l’esofago cervicale. Il tutto è stato gestito senza alcuna incisione chirurgica, mantenendo così l’integrità totale dell’esofago. Il paziente è stato dimesso dopo pochi giorni di osservazione, in ottime condizioni di salute.

31 agosto 2022 (modifica il 31 agosto 2022 | 19:53)

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, 2022-09-01 05:35:00, Il 40enne ha assaggiato un piatto tradizionale della cucina filippina: uovo fecondato bollito nel guscio con embrione all’interno. Ha rischiato di morire. L’intervento, mai eseguito prima, ha visto in azione tre équipe, Giovanna Maria Fagnani

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