Pensioni, riprende il tavolo per le riforme in cantiere: dal piano per i giovani alla proroga di Quota 103

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Riprende il tavolo delle pensioni dopo oltre 4 mesi: lunedì 26 giugno Governo e parti sociali si incontreranno per riprendere il filo del discorso.

Si parte dallo sguardo verso i giovani, ovvero, come ricorda Il Sole 24 Ore, aprire la strada alla cosiddetta «staffetta generazionale» e sul rilancio della previdenza complementare, possibilmente anche con una nuova fase di silenzio-assenso per il Tfr.

Come emerso dagli incontri precedenti, a livello legislativo la riforma dovrebbe prendere corpo dalla prossima manovra, ma sarà eseguita praticamente a step fino al termine della legislatura.

Dunque si profila la proroga di Quota 103 subito, magari con alcune modifiche. Ma il pallino della Lega e che potrebbe anche essere il punto di arrivo, è Quota 41 ma la strada è lunga.

Ecco perché appare probabile ripetere Quota 103 (la possibilità di uscita con 41 anni di versamenti e 62 anni d’età) e pure quella dell‘Ape sociale in termini di uscite anticipate dal lavoro, oltre ad una rivisitazione dell’elenco dei lavoratori usuranti da mandare prima in pensione.

I sindacati però puntano su pensionamenti con 62-63 anni o, in alternativa, con 41 anni di contribuzione.

C’è poi il nodo Opzione donna che nel 2023 cesserà, dopo il ricalcolo contributivo dell’assegno, che con l’ultima legge di bilancio è stata limitata dal governo Meloni a un ristretto bacino di lavoratrici.

Il fronte Cgil, Cisl e Uil, ma anche le forze politiche di opposizione, chiedono da mesi il ripristino dei requisiti in vigore nel 2022 (58 anni d’età, 59 per le lavoratrici autonome, e 35 di contributi). Al di là delle posizioni politiche, il nodo resta sempre la spesa prevista.

Con il piano previdenza giovani ancora da capire come applicarlo, c’è un piano per la previdenza integrativa, dove i tecnici del governo hanno già cominciato a valutare diverse ipotesi. Prima fra tutte quella relativa all’innalzamento dell’attuale soglia di deducibilità (attualmente a 5.164,57 euro annui).

C’è anche la proposta di destinare il Tfr ai fondi pensione, che strizza l’occhio proprio ai sindacati. Nel 2022 il flusso di Tfr convogliato sulla previdenza complementare è stato di 7,3 miliardi, con una crescita di 339 milioni rispetto al 2021.

Al tavolo siederà anche Cisal: “verificheremo come possono cambiare le modalità di pensionamento, anche attraverso specifiche finestre per il personale scolastico e il riscatto gratuito degli anni universitari come ribadisce sempre il nostro sindacato – spiega il presidente Marcello Pacifico -. “Chiederemo, inoltre, la separazione delle spese dell’assistenza dalla previdenza e degli assegni di quiescenza dignitosi. Ci faremo sentire anche per dire basta alle quote ‘tampone’, come pure per l’uscita anticipata senza contropartite quasi impossibili da accettare, come avviene per ‘Opzione donna’“, conclude.

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