Orario settimanale di servizio per i docenti: tanti colleghi concludono alle 11 o alle 12, io ho sempre le ultime ore. E corretto?

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L’articolazione dell’orario di insegnamento è di competenza del dirigente scolastico, nel rispetto delle prerogative degli organi collegiali. 

L’orario di insegnamento obbligatorio del personale docente è indicato nell’articolo 28 del CCNL 2007 (che sarà sostituito, senza modifiche, dall’art. 43 dell’Ipotesi di CCNL 2019/21, non appena la stessa sarà firmata definitivamente). In base alle citate disposizioni contrattuali, l’attività di insegnamento si svolge in:

  • 25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia
  • 22 ore settimanali nella scuola primaria (cui aggiungere 2 ore di programmazione)
  • 18 ore settimanali nella scuola secondaria di primo e secondo grado

Le succitate ore sono distribuite in non meno di cinque giorni settimanali.

Articolazione orario: a chi spetta

L’articolazione dell’orario di insegnamento, come leggiamo nel CCNL 2016/18, a livello di istituzione scolastica, è materia di solo confronto e non anche di contrattazione, per cui la competenza è del dirigente scolastico. Ciò alla luce delle disposizioni di cui all’articolo 25 del D.lgs. 165/2001:

  • (comma 2): In particolare, il dirigente scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative
  • (comma 4): Nell’ambito delle funzioni attribuite alle istituzioni scolastiche, spetta al dirigente l’adozione dei provvedimenti di gestione delle risorse e del personale.

Dunque, l’articolazione settimanale dell’orario di insegnamento del personale docente è di competenza del dirigente scolastico (che generalmente delega il compito ad un’apposita commissione, fermo restando che la responsabilità è dello stesso DS), nel rispetto dei criteri di efficienza ed efficacia formative, nonché delle prerogative degli organi collegiali.

Così – ai sensi degli articoli 7, 10 e 396 del D.lgs. n. 297/1994 – il Consiglio di Istituto delibera i criteri generali, il Collegio docenti formula le proposte di articolazione dell’orario, in base ai criteri definiti dal Consiglio di Istituto, e infine il dirigente scolastico procede alla formulazione dell’orario, nel rispetto dei predetti criteri e proposte, come disposto nel richiamato art. 396:

In particolare, al personale direttivo spetta:

  • procedere alla formazione delle classi, all’assegnazione ad esse dei singoli docenti, alla formulazione dell’orario, sulla base dei criteri generali stabiliti dal consiglio di circolo o d’istituto e delle proposte del collegio dei docenti;

In caso di mancato rispetto dei criteri e delle proposte succitate, il dirigente scolastico deve debitamente motivare il relativo provvedimento.

Quesito

Una nostra lettrice, docente di Lettere chiede quale possa essere la spiegazione normativa per cui il suo orario prevede quattro giorni con uscita in ultima ora a fronte di quello i di colleghi che, terminando alle 11 o alle 12, possono rientrare a casa o dedicarsi alle loro famiglie senza l’incombenza delle ultime ore di lezioni che potrebbero risultare più faticose.

Rispondiamo alla lettrice che i riferimenti normativi sono quelli sopra citati: D.lgs. 165/01, articoli 7, 10 e 396 del D.lgs. 297/94, in base quali la competenza è del dirigente scolastico, sulla base dei criteri stabiliti dal Consiglio di istituto e delle proposte formulate dal Collegio Docenti. Pertanto, la nostra lettrice dovrebbe verificare se la procedura sopra descritta è stata rispettata oppure se l’argomento è stato affrontato, se il dirigente si sia discostato dai predetti criteri e proposte, se lo stesso abbia debitamente motivato l’atto.

Se l’orario è “facile”, ossia non ci sono docenti che insegnano in più scuole o che hanno presentato per iscritto in vicepresidenza delle motivazioni personali /familiari/ lavorative che giustifichino la predisposizione di un determinato orario di insegnamento, la questione può essere riaperta per motivazioni didattiche, perchè inevitabilmente almeno una classe avrebbe la stessa materia di insegnamento per almeno due volte a settimana in ultima ora.

“Insegno lettere: non posso avere le ultime ore”

Questo è un mito da sfatare, legato ad un pregiudizio rispetto al quale possa esserci nelle materie di insegnamento di una scaletta di importanza. Certamente, al contrario,  l’avvicendarsi degli orari aiuta sicuramente a gestire meglio l’equilibrio tra le discipline.

All’interno di questo equilibrio va tenuta in considerazione la difficoltà di spostamento dei docenti che sono in servizio in più plessi o in più scuole. Questa è la priorità.

Le esigenze personali /familiari non sono motivazioni didattiche organizzative interne alla scuola ma possono essere favorite, nel rispetto di tutti, per creare un ambiente di lavoro sereno.

A volte, ad esempio, l’orario viene strutturato in modo da evitare il ricorso alle cosiddette “ore buca”, che fanno lievitare in maniera gratuita il monte orario individuale ma questo potrebbe comportare degli orari meno piacevoli per alcuni docenti. Anche questa potrebbe essere una scelta da considerare a livello collegiale. In alcune scuole ad esempio un’ora buca viene inserita “di default” perchè viene utilizzata per i colloqui antimeridiani con le famiglie.

A volte bisogna considerare anche altri elementi

  • part time;
  • La necessità di utilizzo di alcuni spazi comuni del plesso (palestra, laboratori…);
  • Insegnamento della Religione Cattolica;
  • Insegnamento della Religione Cattolica su più ordini di scuola;
  • Insegnamento della Religione Cattolica su più Istituti o, se nello stesso istituto, in più plessi;
  • Vincoli didattici;
  • Docente di educazione motoria delle classi quinte di scuola Primaria impegnati nell’ordine: in più scuole, in più plessi e, all’interno dello stesso plesso, in più classi.

Cosa si intende per vincoli didattici

Ne citiamo uno, che è molto comune: quello di non cumulare nella stessa giornata la disciplina con due ore settimanali di insegnamento o al contrario quello di accorpare le ore di Laboratorio di una disciplina tecnica di indirizzo per avere più tempo a disposizione per portare avanti l’attività (3 ore cumulative a volte valgono più di un’ora al giorno, che è comprensiva di spostamento – appello- ambientamento nell’attività).

Abbiamo proposto alcune considerazioni nell’articolo

Orario servizio settimanale dei docenti, nome e criteri generali nel I e II Ciclo. Con esempio di indicazioni per il II Ciclo

Orario giornaliero di un insegnante: quale può essere il numero minimo e massimo di ore?

Una questione interessante è inoltre quella di capire quante ore può svolgere in una giornata (tra ore di insegnamento e ore pomeridiane di attività collegiali). Quante volte infatti capita di vedere orari in cui i colleghi in un giorno hanno una sola ora di insegnamento e poi il giorno dopo 5 – 6 ore?

Su questo argomento per i docenti – a differenza del personale ATA – non esiste una indicazione nel Contratto. L’unico modo per regolamentarla è inserire la questione in un Regolamento interno. Ne abbiamo parlato con Paolo Pizzo della segreteria nazionale UIL Scuola RUA

Orario settimanale: si può veramente “far contenti” tutti?

Lo chiediamo ai nostri lettori. Raccontateci la vostra esperienza a [email protected]: ogni anno per i docenti è un nuovo inizio con orari diversi, diversa riorganizzazione, diversa scansione della propria settimana.

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