Lambiente come terzo maestro, lo spin-off educativo e il Creative-Lab dellICS Lozzo Atestino: dallorto allo STEM. Scarica il documento

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Esistono prove scientifiche che il ruolo dell’ambiente circostante nell’apprendimento e nel benessere fisico e psicologico degli studenti e del personale docente è cruciale, in particolare con l’arrivo dell’era digitale. Lo conferma una recente ricerca denominata “Smart Classroom Project” dell’Università di Barcellona che ha dato seguito alla necessità di ripensare gli ambienti di apprendimento, ancor prima che in Italia e nel resto del mondo si lavorasse all’implementazione della sola dotazione tecnologica e multimediale, per attivare nuove e più efficaci (lo hanno davvero dimostrato sul campo) metodologie di “apprendimento attivo” e migliorare, in siffatta maniera e con siffatte modalità operative e metodologiche, le sperimentazioni di chi li utilizza. Tale ricerca del progetto “Smart Classroom” è stata trasformata in uno spin-off , ovvero in un prodotto vantaggioso, che deriva in modo inatteso da un’azione o da una ricerca. Ciò, ovvero, il tutto, per rispondere alle nuove esigenze didattiche che considerano e ritengono compiutamente l’ambiente come uno dei pilastri del cambiamento . Infatti, tale “ambiente” inteso e visto (meglio, vissuto) come uno dei pilastri del cambiamento, detiene una importanza strategica che, adesso, viene, soprannominato anche come “terzo maestro”.

Gli ambienti di apprendimento nelle scuole devono adattarsi per favorire nuovi progetti educativi

Per Guillermo Bautista “gli ambienti di apprendimento nelle scuole, in particolare quelli che hanno visto progressi metodologici nei processi di insegnamento-apprendimento, devono adattarsi per favorire nuovi progetti educativi”. La missione principale del progetto “Smart Classroom”, infatti, è quella di facilitare i processi di miglioramento nelle scuole al fine di implementare eventuali cambiamenti punto di vista delle basi scientifiche e e dal punto di vista delle basi educative e metodologiche e, principalmente (o meglio, parallelamente) coinvolgendo i principali stakeholder attratti da tali importanti e improcrastinabili cambiamenti. La tecnologia e la multimedialità vanno infatti inseriti in un nuovo contesto. Non possono rimanere, come accade in quasi tutte le nostre scuole, strumenti da utilizzare al momento nelle nostre aule immutate nel tempo e nelle dinamiche organizzative.

Uno spin-off: c’è un bisogno esplicito di migliorare gli ambienti di apprendimento

Nel mondo, ma nello specifico in Spagna, sono state le scuole e gli stessi dirigenti scolastici (che si facevano interpreti di queste mutate necessità e della ovvia richiesta di riprogettazione degli spazi) a iniziare questo percorso di ricerca e sperimentazione contattando il gruppo di ricerca guidato dal prof. Guillermo Bautista, nel 2018, per ricevere consigli sui modelli e sui processi di miglioramento. Un percorso che ha reso possibile far notare e far toccare con mano come esiste ed è tangibile la possibilità e la necessità di trasferire le conoscenze sviluppate dopo l’esperienza concreta maturata nel corso della riprogettazione più di 25 ambienti nelle scuole e in altri centri educativi . “C’è un bisogno esplicito di migliorare gli ambienti di apprendimento, dal punto di vista dei requisiti didattici, che sono unici per ogni comunità, per ogni territorio, anche per ogni contenitore di risorse umane e di risorse materiali. Ecco perché, questo va tenuto conto nella giusta dimensione e con le dovute particolarità, e, come è giusto che sia e che accada, gli sviluppi negli ambienti di ciascun caso particolare di realtà scolastica hanno risultati differenziati (l’uno dall’altro) e ciò richiede un processo di co-progettazione per garantire questa personalizzazione”, ha affermato Marta López , ricercatrice e partner dello spin-off.

Scuole primarie e secondarie, università e altri centri educativi

Il lavoro dello spin-off, del quale, nel proseguo dell’articolo, parleremo (avendo la possibilità di confrontarci seriamente) con il dirigente scolastico prof. Alfonso D’Ambrosio che, in tal senso, è pietra angolare e punto di riferimento accreditato della sperimentazione in Italia. Uno spin-off che, in Europa, è rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, di ciascun indirizzo esistente dalle scuole dell’Infanzia, alle scuole primarie, a quelle secondarie di I e di II grado, ai centri di formazione professionale, ai CPIA, alle università e alle altre organizzazioni educative come biblioteche, centri di apprendimento permanente per aziende e per gli stessi dipendenti pubblici, “si concentra sulla ricerca, consulenza, consulenza e implementazione e commercializzazione delle innovazioni didattiche applicate alla progettazione, fruizione e valutazione degli ambienti formativi e di ricerca”. Si tratta di un mercato culturale-esperienziale-laboratoriale e di spendibilità in forte crescita in alcune realtà europee ma non Italia, purtroppo.

Lo Spin-off per abilitare connessioni con il territorio

Dicevamo che ci saremmo confrontati, e lo facciamo, con una realtà viva e propositiva: quella dell’istituto Comprensivo Statale “Lozzo Atestino” dei comuni di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’. Una scuola che già da qualche anno è innovativa nei fatti, fuori dalle parole di circostanza. Ne parliamo con il prof. Alfonso D’Ambrosio che dell’istituzione scolastica è il dirigente. Il prof. D’Ambrosio è Laureato in Fisica, è Dirigente Scolastico dell’IC Lozzo Atestino (PD).

È stato docente di matematica e fisica alla scuola secondaria di II grado, è esperto di robotica educativa, di coding, mondi virtuali, making lab e videogiochi educativi. È socio di AICQ, Associazione Italiana Cultura Qualità e utilizza gli strumenti della qualità all’interno della scuola che dirige. Nominato Miglior Docente Innovatore Italiano nel 2015 nel Global Junior Challenge, nel 2016 è speaker al TEDx-Padova e nello stesso anno riceve il premio “Bastai Prat” per la migliore ricerca nella didattica italiana in Fisica. Autore di cinque libri tematici e di più di venti pubblicazioni su riviste specializzate e oltre mille online.

Negli ultimi anni si è occupato di formare i docenti delle scuole dell’Infanzia e Primaria su temi dell’Innovazione didattica e della Didattica delle Scienze utilizzando il Tinkering, il Coding e la Robotica Educativa, di ambienti di apprendimento e di formazione per docenti e dirigenti scolastici. Dirige l’istituto comprensivo di Lozzo Atestino, la prima scuola in Italia ad aver avviato la didattica a distanza e la prima ad aprire a Vo’ con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per il prof. Alfonso D’Ambrosio, riferendosi all’esperienza pensata, nata e in atto nella sua scuola, “lo spin off che, nel caso specifico, si chiama Creative Lab non ha come intenzione quella di fare impresa, perché noi scuola pubblica non lo possiamo fare, ma di abilitare connessioni con il territorio e, soprattutto, come dice Marco Rossi Doria, persona che stimo, napoletano e comunque di origine Campana come me, occorre sempre pensare a cosa resta da qui a dieci anni”. In termini di impatto, la previsione a medio termine.

In Europa, è che nei prossimi 5 anni i tanti spin-off in Europa e, speriamo in Italia, oltre a quello brillante della scuola guidata dal prof. D’Ambrosio, coopereranno con numerosi centri di istruzione pubblica servendosi, come dovrebbe essere sempre, anche in altre specificità, di processi di co-progettazione. Ribadiamo, ai fini di sottolineare l’importanza della scelta, che gli obiettivi a lungo termine dello spin-off devono essere (e di fatto sono) esplorare la scalabilità dei servizi e dei processi e la possibilità di sviluppare, congiuntamente, una piattaforma per produrre in serie i processi di co-progettazione per raggiungere il maggior numero possibile di scuole, istituti, centri, enti pubblici, associazioni, nonché altri strumenti, principalmente in formato digitale, incoraggiare il progresso nella ricerca e, perché no (avviene in molte parti d’Europa) nella consulenza nel settore. Si tratta di un modo per implementare la collaborazione con le autorità locali e, più in generale, le altre istituzioni, per poter incidere sul maggior numero possibile di scuole, dove la necessità di miglioramento è, non solo necessaria, ma anche, per fortuna, più evidente.

Visione strategica all’interno dei Patti educativi di comunità

«il nostro spin-off è nato un po’ come un gioco e un po’ come una visione strategica all’interno dei Patti educativi di comunità» sottolinea il prof. Alfonso D’Ambrosio che, come sottolinea sul suo profilo Facebook, è “fisico e dirigente scolastico, papà e formatore #robotica#Tinkering#coding #steam#stem#iot #Ai”. «Patti nei quali il nucleo fondante è un valore. In questo caso quello di una scuola sconfinata e diffusa; quindi, un po’ più complesso che legarsi meramente a un servizio; pensiamo, ad esempio, a quello che potrebbe essere un servizio sanitario o di orientamento.

Nella fase 4 abbiamo pensato di abilitare connessioni con il territorio. Ecco che allora lo spin-off diventa un’occasione per portare, come noi andiamo negli agriturismi, nelle ville o nei musei, il territorio dentro la scuola. Ad oggi noi abbiamo ad esempio, ogni martedì, Roberto, 74enne, che ha portato il suo Fab-lab nella scuola; abbiamo associazioni e cooperative che vengono a fare yoga e il comune di Lozzo Atestino non chiede nulla in cambio (affitto o altro per questi locali). Noi diamo, infatti, in cambio servizi”. E sui servizi, riteniamo, vada costruito il rapporto tra le istituzioni scolastiche e le comunità.

D’Ambrosio: «Noi come scuola abbiamo strumenti e ambienti, e allora co-progettiamo insieme»

Così, inoltre, è che è capitato che lo Iuav, l’università veneziana interamente dedicata al progetto, nata quasi un secolo fa, nel 1926 come Istituto Universitario di Architettura di Venezia, abbia donato all’istituto guidato dal prof. Alfonso D’Ambrosio la stanza multisensoriale o “snoezelen room” per co-progettare insieme alla scuola. «Noi, quello che chiediamo è tu associazione, tu ente e tu giovani vieni a scuola, co-progetta insieme a noi e fai nascere cose nuove (ecco il creative Lab) e in cambio otteniamo praticamente un servizio nuovo per la comunità, per il territorio, per oggi e per domani». «Una iniziativa – continua il prof. D’Ambrosio – voluta e approvata dagli organi collegiali, dal consiglio di istituto e dal collegio docenti. Una iniziativa che non ha costi per la pubblica amministrazione se non costi e impegni umani. Poi, al termine, ognuno farà la sua strada. Però è questa è una logica diversa. Noi come scuola abbiamo strumenti e ambienti, e allora co-progettiamo insieme».

Il Creative-Lab dell’Istituto Comprensivo Statale “Lozzo Atestino” dei cComuni di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’: in allegato il progetto

«La Creatività è la capacità di andare al di là delle idee, delle regole, dei modelli dei prodotti tradizionali e creare nuove idee, forme, metodi, interpretazioni significativi, attraverso l’originalità e l’immaginazione» puntualizza il dirigente scolastico prof. Alfonso D’Ambrosio nel presentare il suo “Creative-Lab”, lo spin-off d’eccellenza, uno dei pochi in Europa. Perché la creatività «è anche la tendenza a generare o riconoscere idee, alternative o possibilità che possano rivelarsi utili per risolvere problemi, comunicare con gli altri ed intrattenere noi stessi e gli altri. Per essere creativi, bisogna essere in grado di vedere le cose da una diversa prospettiva.

Tra le altre cose, occorre essere in grado di generare nuove possibilità o nuove alternative. La capacità di creare alternative o vedere le cose in modo originale non accade casualmente; essa è legata ad altre, fondamentali, qualità del pensiero quali la flessibilità, la tolleranza dell’ambiguità o imprevedibilità, la gioia della scoperta e della conoscenza di cose ignote. Secondo Samuel Becket, la creatività è un laboratorio sperimentale di molteplici fallimenti: “la Creatività può sembrare un sostantivo, ma in realtà è un verbo e, nello specifico, un’azione. Può essere un processo, un pensiero o una manifestazione, un’idea o un prodotto, ma è sempre un’azione, un’energia, un porre sé stessi avanti verso l’ignoto».

Lo spin-off di tipo educativo

In questi mesi l’Istituto Comprensivo Statale Lozzo Atestino sta definendo dei progetti con il MUCE, il Museo dei Colli Euganei. «Loro sono venuti a fare formazione da noi a scuola, l’hanno fatta con me, gratuitamente, sulla robotica educativa, e noi abbiamo adesso un progetto di prestito gratuito con il museo Museo dei Colli Euganei Galzignano Terme PD» ha puntualizzato, con orgoglio, il DS prof. Alfonso D’Ambrosio. Di cosa si tratta? La scuola dà in prestito, gratuitamente, i robot LEGO, in cambio di percorsi di coprogettazione. Loro hanno l’erbario e porteranno attività didattica a scuola da noi. Noi andremo da loro. Il museo ci hanno garantito nove uscite gratuite. Ecco questa è la cosa più importante; cioè, il nostro spin-off è uno spin-off di tipo educativo. Cioè, chi se ne avvantaggia è sempre la scuola, quella bella» ha puntualizzato il DS dell’innovazione e dello spin-off.

Tracciare futuri progetti di miglioramento ambientale e continuare la ricerca sul rapporto tra ambiente e apprendimento

È necessario impegnarsi, in tutte le scuole, nell’iniziare e, laddove si sia avviato già, nel continuare lo sviluppo di attività di co-progettazione, dialogando tutti e nello specifico con centri culturali, sociali e di volontariato educativo (laddove esistono) e istituzioni locali per tracciare futuri progetti di miglioramento ambientale e, soprattutto, a continuare la ricerca sul rapporto tra ambiente e apprendimento da una prospettiva didattica, che è la pietra angolare dell’attività di ogni scuola. Scuole che non devono fermarsi e che devono andare avanti, costantemente, come, per altro, sostiene il prof. Bautista.

Questo impegno serve per offrire un servizio alla comunità e al territorio basato sulla ricerca educativa che condizioni positivamente la qualità degli istituti scolastici, quelli che Bautista chiama “Istituti di apprendimento”. La creazione di spin-off deve diventare la mission delle scuole, incoraggiando e sostenendo le nuove generazioni. Una generazione di valore. Di un valore che sia tangibile, accessibile e basato sul talento e sul merito. Questioni al centro, come è risaputo, nel nostro Paese. È utile e necessario promuove il trasferimento alla società di tutta la conoscenza generata promuovendo al contempo l’imprenditorialità su cui si è operato, nel passato, con scarso impegno.

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