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Enrico Letta e le contestazioni del 25 aprile: «Sulle armi all’Ucraina siamo convinti delle nostre scelte»

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di Maria Teresa MeliIl capo dei democratici dopo il corteo di Milano. «In piazza per il 25 aprile c’era un fiume di persone che la pensano come noi. Lottare per la pace vuol dire aiutare chi si difende» Enrico Letta non sembra colpito dalle contestazioni di alcuni gruppetti di estremisti alla manifestazione di Milano per il 25 Aprile. Del resto, non è la prima volta che il segretario del Pd incappa in episodi del genere: il ricordo va ai No vax che a Trieste e a Siena hanno cercato di interrompere i suoi comizi. Quegli slogan di chi non lo avrebbe voluto nel corteo pare proprio che non gli abbiano fatto un grande effetto. Dunque, nessuna marcia indietro? «Le contestazioni — spiega Letta quando l’iniziativa nel capoluogo lombardo volge ormai al termine — erano limitate e senza dubbio non ci fermano». D’altra parte, quella piazza, secondo il leader dem, raccontava un’altra storia: «C’era un fiume di persone che la pensano come noi . Hanno sfilato con la bandiera dell’Ucraina». Letta non pronuncerebbe mai le parole del responsabile Enti locali del partito Francesco Boccia su quei contestatori: «Pochi deficienti non possono condizionare il nostro giudizio sulle piazze in cui siamo nati e cresciuti». Ma il segretario del Pd ci tiene a marcare la distanza che separa il popolo dem e quello che ha sfilato pacificamente in piazza a Milano da quel pugno di contestatori. Nel corteo di Milano non tutti la pensavano nello stesso modo sull’invasione dell’Ucraina, questo è innegabile… «Ci sono certamente delle differenze tra chi vi partecipa e vanno rispettate», è la risposta del segretario del Pd. Che aggiunge: «La principale differenza è che n oi non chiediamo a chi la pensa diversamente di andarsene dal corteo. Noi siamo democratici». Democratici e «convinti delle nostre scelte». Già, perché per Letta «lottare per la pace vuol dire aiutare un popolo che si deve difendere». «Questa linea che il nostro Parlamento ha scelto — sottolinea il leader dem — è una linea legittima che noi sosteniamo. Cosa dovremmo dire agli ucraini? Sono fatti vostri? Noi siamo fortemente convinti delle scelte che abbiamo fatto. E facciamo nostre le parole del presidente Sergio Mattarella che ha detto che c’è un popolo, quello ucraino, che una mattina si è svegliato e ha trovato l’invasore, e ha deciso di resistere». Perché, è il ragionamento di Letta, non è solo Zelensky ad avere optato per la scelta della resistenza all’esercito russo, ma tutto un popolo, che «va rispettato» e che «ha dimostrato che i nostri ragionamenti da bar o da salotto non hanno alcun senso»: gli ucraini «non vogliono Putin e vogliono l’Ucraina libera. Bisogna partire da qui. Poi sarà l’Ucraina a negoziare e decidere. Non noi». Ciò detto, per Letta «è legittimo» che sull’invio delle armi «non ci siano reazioni uguali da parte di tutti». A Milano il segretario del Pd ha confessato di essere rimasto «colpito» dalle assenze della destra. Giorgia Meloni e Matteo Salvini avrebbero fatto bene a dire qualcosa sul 25 Aprile e a intervenire alle tante manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia? «La destra, silente o assente, quella che non riconosce il valore dell’antifascismo e il ruolo storico della Resistenza, sbaglia, semplicemente», è la sua replica. Letta ne è profondamente convinto perché, ricorda, «grazie alla guerra partigiana l’Italia, a differenza dalla Germania, ha potuto costruire una Repubblica e darsi una Costituzione in autonomia, da nazione sovrana, e questo già dal 1945». È un errore, secondo Letta, non comprendere questa realtà: un errore in cui la destra nostrana, a quanto pare, continua a incappare… «La Germania, che una Resistenza organizzata al nazismo non l’ha avuta — osserva il leader dem — per i primi 10 anni del dopoguerra ha vissuto una storia completamente diversa, una storia condizionata dalla sconfitta e senza autonomia». Dopo aver ricordato le differenze tra la Germania e l’Italia, che conclusione trae quindi Letta da queste assenze pesanti e da queste ambiguità sul 25 Aprile di Meloni e Salvini? «La memoria di quel che è stato — è l’opinione del leader del Pd — deve valere per tutti. Assurdo che la destra non lo riconosca». 26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 08:18) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-26 06:18:00, Il capo dei democratici dopo il corteo di Milano. «In piazza per il 25 aprile c’era un fiume di persone che la pensano come noi. Lottare per la pace vuol dire aiutare chi si difende», Maria Teresa Meli

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