Educazione alle emozioni a scuola, Lucangeli: Piano di formazione per i docenti. No a unora o due di nozioni prestazionali e fredde

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“Se non comprendiamo bene cosa significa sentimento, e quindi come funziona il sentire della mente, è tutto inutile”.

Lo ha detto Daniela Lucangeli, Ordinario in Psicologia dell’educazione e dello sviluppo presso l’Università di Padova, nel corso di un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, commentando il piano del Ministero dell’Istruzione e del Merito di inserire l’educazione all’affettività nelle scuole, a seguito dell’ennesimo femminicidio.

Inutile prevedere di insegnare a riconoscere le emozioni, perché le emozioni si riconoscono sentendole. La parola affetto — spiega— viene da ad e facere, che significa fare qualcosa per, quindi aggiungersi al tuo vivere, al tuo fare. Quindi l’affetto è tipico dell’educazione: c’è un tempo della vita in cui dipendiamo dagli altri a cui siamo affidati, in tutta questa fase per filogenesi la connessione si sente, perché passa attraverso le strutture sensoriali, la voce, lo sguardo, il tocco, la vicinanza, l’abbraccio”.

Purtroppo, per una serie di motivi sociali, l’educazione è stata depauperata del potere affettivo, c’è stata la dominanza della competenza prestazionale e si è generato un malessere“, aggiunge.

Per tale motivo, la strada da seguire, secondo Lucangeli non è “un’ora o due di nuove nozioni prestazionali e fredde che non ridarebbero equilibrio, non un professore che arrivi in classe con le schede sulle emozioni, ma piuttosto un piano di formazione profonda per i docenti”, che consenta in tutte le fasi dell’educazione di recuperare quella dimensione affettiva di cui l’essere umano ha bisogno“.

In arrivo il piano Valditara

Mercoledì 22 novembre sarà presentato un piano per introdurre l’educazione sentimentale a scuola. Alle 11:00 i ministri dalla Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Istruzione e Merito Giuseppe Valditara e della Cultura Gennaro Sangiuliano terranno una conferenza stampa per presentare iniziative rivolte al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne.

“Il progetto Educare alle relazioni è stato scritto dal Dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito dopo aver sentito il parere delle associazioni dei genitori, degli studenti, dei docenti, dei sindacati, dell’ordine degli psicologi e di diversi esperti fra cui anche giuristi e pedagogisti. Il documento è stato letto, condiviso e sottoscritto da me. È questo il documento che domani presenteremo ed è questo documento che va giudicato”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in una nota.

“Per un confronto proficuo su un tema importante, che riguarda i nostri giovani e tutta la società, sarebbe utile evitare polemiche pretestuose”.

Secondo indiscrezioni, si tratta di un’ora a settimana di “educazione alle relazioni” nelle scuole superiori con incontri per tre mesi all’anno e un totale di dodici sessioni. L’obiettivo è promuovere il rispetto e la consapevolezza sulle conseguenze degli abusi, dopo la tragedia di Giulia Cecchettin, l’ennesimo caso di femminicidio in Italia.

La proposta prevede anche l’intervento di influencer, cantanti e attori per ridurre le distanze con i giovani e coinvolgerli a pieno in un percorso di educazione sentimentale che non può più aspettare. Secondo la bozza del progetto, gli studenti, guidati da un  docente in qualità di moderatore, prenderanno parte a discussioni di gruppo, esponendosi in prima persona sul tema.

Il progetto prevede anche di introdurre il supporto occasionale di psicologi, avvocati, assistenti sociali, e organizzazioni contro la violenza di genere e si inserisce in un contesto più ampio di sensibilizzazione che coinvolge anche il ministero delle Pari Opportunità e della Famiglia, nonché quello della Cultura. Un aspetto chiave sarà la diffusione del numero verde antiviolenza 1522, con il coinvolgimento anche del mondo dello sport per far conoscere questo strumento ad una vasta platea.

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