Disagio giovanile, Vaia: Gli insegnanti non siano lasciati soli. Già svolgono un grande lavoro ignorato e sottopagato

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Quello del disagio giovanile è uno dei temi che specialmente nell’ultimo periodo sta prendendo sempre più attenzione. Nel corso di un’intervista sul ‘Corriere della Sera’, Francesco Vaia, direttore generale dell’Inmi Spallanzani di Roma, ha provato ad analizzare la situazione.

Secondo Vaia, i giovani, vanno innanzitutto ascoltati, “comprendere la loro inquietudine e la sua fertilità potenziale. Il luogo più opportuno da cui partire è la Scuola, che deve concretamente diventare asse portante di un ‘New deal’ post Covid“.

Qui – prosegue – bisogna agire per diffondere una ‘cultura dell’educazione’ alla vita, alla buona vita civica e alla salute. Gli insegnanti, che già svolgono un grande e purtroppo spesso ignorato e sottopagato lavoro, non siano però lasciati soli in questa impresa: ai docenti, si affianchino le famiglie. La famiglia torni ad essere nucleo essenziale di sviluppo della persona“.

La virtuosa alleanza scuola-famiglia deve essere integrata da un terzo soggetto strategico, la sanità, che può apportare un contributo significativo nel lenire e curare le ferite createsi durante la pandemia“, aggiunge il direttore.

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