Compiti per le vacanze, i genitori si interrogano sulla loro utilità: sono obbligatori o facoltativi?

Come è noto in Italia le vacanze estive durano a lungo, in media da metà giugno a metà settembre. Questo periodo dà agli studenti di scuola primaria e secondaria un’opportunità unica per rilassarsi e rigenerarsi. Tuttavia, si affaccia anche il dilemma dei compiti delle vacanze estive: sono davvero obbligatori?

Nel contesto globale, i compiti durante le vacanze non sono comuni ovunque. In particolare, durante i primi anni di scuola, in alcuni paesi non esistono compiti. Questo contrappone l’Italia, con la sua pausa estiva di oltre 12 settimane, a paesi come la Germania con 6-8 settimane o la Francia con 4 settimane di vacanza. In questi ultimi, i giorni di vacanza sono distribuiti durante l’anno e spesso non si assegnano compiti.

Molti genitori si interrogano sull’utilità dei compiti durante le vacanze. La risposta varia a seconda del metodo di studio degli insegnanti, del livello di preparazione degli studenti, del loro rendimento scolastico e delle eventuali lacune. Tuttavia, molti studenti sfruttano le vacanze per approfondire gli argomenti studiati a scuola, come la geografia, la storia o l’arte, attraverso la lettura, i giochi di parole o i viaggi.

Tre mesi di pausa sono lunghi e chiedere ai ragazzi di mantenersi allenati non è sbagliato. Tuttavia, il compito dovrebbe bilanciare il rafforzamento delle competenze acquisite durante l’anno scolastico con il necessario riposo e svago.

In Italia, non esiste una legge che obbliga gli studenti a completare i compiti delle vacanze estive, ma è consigliato arrivare a settembre avendo completato i compiti. Nel 2018, il Ministero dell’Istruzione ha invitato gli insegnanti a dare meno compiti, ma senza successiva azione formale. Quando i compiti sembrano troppi, si consiglia di discuterne con gli insegnanti, molti dei quali sono flessibili e non esigono che tutti i compiti siano completati.