Avvocato ucciso in casa, l’assassino incastrato da una birra: gli ha rubato 12mila euro

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di Lara Sirignano

L’anziano professionista era stato sorpreso in casa e massacrato di botte per una rapina. Aveva avuto la forza di chiamare un vicino e lasciare un messaggio in segreteria, che però era stato ascoltato solo il giorno dopo. Decisive le impronti digitali

A incastrarlo è stata una bottiglia di birra sulla quale erano rimaste tracce di saliva. L’esame del Dna estratto dal Ris ha confermato i sospetti degli investigatori: a rapinare e uccidere l’avvocato Salvatore Laudani, massacrato di botte nella sua villa a Castel di Iudica, nel Catanese, la notte tra il 4 e il 5 settembre scorso e morto dopo quattro giorni di agonia, è stato un bracciante agricolo romeno di 27 anni, fermato stamattina dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania e della Compagnia di Palagonia per rapina aggravata e omicidio.

Il rapinatore, che ora vive in provincia di Caltanissetta e che in passato aveva affittato un casolare della vittima, insieme ad alcuni amici, la sera dell’aggressione si era portato una birra e aveva lasciato la bottiglia nella camera da letto della vittima. Un errore fatale, che si è rivelato un aiuto prezioso per gli inquirenti. La sera dell’omicidio sarebbe entrato nella casa di campagna dell’avvocato, che da anni ormai non esercitava più. Conosceva bene la proprietà dell’uomo, avendo vissuto a poca distanza, perciò sarebbe riuscito a introdursi nell’abitazione in cui l’anziano settimanalmente trascorreva giorni interi da solo per curare il giardino e gli animali.

L’avvocato ha sentito rumori sospetti e si è alzato per controllare. Il rapinatore lo ha affrontato e picchiato selvaggiamente, poi l’ha immobilizzato con del nastro adesivo sul letto probabilmente per farsi dire se avesse del denaro. La vittima, secondo quanto accertato, terrorizzata avrebbe rivelato al romeno dove teneva 12mila euro. L’aggressore sarebbe poi fuggito via, lasciando l’anziano sanguinante a terra. Laudani ha avuto la prontezza di avvertire la coppia alla quale recentemente aveva affittato il casolare. In un drammatico messaggio registrato dalla segretaria telefonica chiede aiuto ai vicini che però ascoltano le sue parole solo la mattina dopo. Sono loro a trovarlo riverso a terra in un lago di sangue, agonizzante. Morirà per una grave emorragia cerebrale dopo quattro giorni.

I carabinieri, chiamati dalla coppia, trovano la casa totalmente a soqquadro, e cominciano a indagare partendo dagli ex affittuari della vittima. In particolare dal 27enne che aveva diversi precedenti per violenza. Le intercettazioni e le indagini tecniche danno i primi riscontri. Poi arriva l’esito del Dna che non lascia dubbi anche se il caso potrebbe riservare nuovi sviluppi. Il romeno, finito in manette mentre stava salendo su un pullman per fare rientro nel suo Paese, non avrebbe agito da solo. Su eventuali complicità continuano a lavorare i militari.

7 ottobre 2022 (modifica il 7 ottobre 2022 | 14:50)

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, 2022-10-07 13:23:00, L’anziano professionista era stato sorpreso in casa e massacrato di botte per una rapina. Aveva avuto la forza di chiamare un vicino e lasciare un messaggio in segreteria, che però era stato ascoltato solo il giorno dopo. Decisive le impronti digitali, Lara Sirignano

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