Carlo Conti e lo scimmiottamento degli Oscar hollywoodiani

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di Aldo Grasso

La cerimonia televisiva scimmiotta quella degli Oscar: perfino i conduttori Carlo Conti e Drusilla Foer non erano in grande forma. E il messaggio di Franceschini? Da rivedere

Lunga vita al cinema italiano (stavo per scrivere romano, ma poi mi sono accorto dell’infelice battuta) ma, avendo seguito in tv la serata dei David di Donatello, ho avuto la netta sensazione che qualcosa non tornasse (Rai1). Lasciamo perdere lo scimmiottamento degli Oscar hollywoodiani, lasciamo perdere la conduzione di Carlo Conti (per fortuna c’era Drusilla Foer, anche se non in forma eccezionale) ma si può far iniziare una serata di gala con le parole del ministro che ricorda ai presenti quanto lo Stato stia facendo per il cinema? Come dire agli spettatori: guardate che i biglietti li pagate due volte, al botteghino e con le tasse (per chi paga le tasse). E il ministro Franceschini non ha un addetto stampa (pardon, alla comunicazione) che gli suggerisca frasi meno banali sulla differenza fra cinema e tv? Ha detto: la differenza non è più tra grande e piccolo schermo ma tra esperienza individuale ed esperienza collettiva, quando al cinema è meglio andarci nel primo pomeriggio per non avere disturbatori attorno che tossiscono e chiacchierano.

Tutti i premiati hanno ripetuto le seguenti frasi: «Sono emozionato… Io non lo volevo fare questo film. Non mi sentivo all’altezza» (vabbè ci sta, ma siete gente dello spettacolo!); «Non me l’aspettavo e quindi per scaramanzia non ho preparato il discorso» (la scaramanzia è un grande segno di professionalità?), «Ringrazio la mia famiglia che…» (un esasperato familismo che pareva dicesse: se non ci fossero i miei che mi mantengono non potrei fare questo mestiere). Persino Sabrina Ferilli ha ringraziato la famiglia che la sopporta e merita tanti David (ma chi, l’imprenditore Flavio Cattaneo?). A mezzanotte il cinema italiano ha detto la sua sull’invasione dell’Ucraina da parte di Putin: Drusilla ha letto il discorso di Charlie Chaplin ne «Il Grande dittatore» contro la guerra. Davvero un gesto coraggioso! Lunga vita al cinema italiano.

4 maggio 2022 (modifica il 4 maggio 2022 | 20:09)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-05-04 18:10:00,

di Aldo Grasso

La cerimonia televisiva scimmiotta quella degli Oscar: perfino i conduttori Carlo Conti e Drusilla Foer non erano in grande forma. E il messaggio di Franceschini? Da rivedere

Lunga vita al cinema italiano (stavo per scrivere romano, ma poi mi sono accorto dell’infelice battuta) ma, avendo seguito in tv la serata dei David di Donatello, ho avuto la netta sensazione che qualcosa non tornasse (Rai1). Lasciamo perdere lo scimmiottamento degli Oscar hollywoodiani, lasciamo perdere la conduzione di Carlo Conti (per fortuna c’era Drusilla Foer, anche se non in forma eccezionale) ma si può far iniziare una serata di gala con le parole del ministro che ricorda ai presenti quanto lo Stato stia facendo per il cinema? Come dire agli spettatori: guardate che i biglietti li pagate due volte, al botteghino e con le tasse (per chi paga le tasse). E il ministro Franceschini non ha un addetto stampa (pardon, alla comunicazione) che gli suggerisca frasi meno banali sulla differenza fra cinema e tv? Ha detto: la differenza non è più tra grande e piccolo schermo ma tra esperienza individuale ed esperienza collettiva, quando al cinema è meglio andarci nel primo pomeriggio per non avere disturbatori attorno che tossiscono e chiacchierano.

Tutti i premiati hanno ripetuto le seguenti frasi: «Sono emozionato… Io non lo volevo fare questo film. Non mi sentivo all’altezza» (vabbè ci sta, ma siete gente dello spettacolo!); «Non me l’aspettavo e quindi per scaramanzia non ho preparato il discorso» (la scaramanzia è un grande segno di professionalità?), «Ringrazio la mia famiglia che…» (un esasperato familismo che pareva dicesse: se non ci fossero i miei che mi mantengono non potrei fare questo mestiere). Persino Sabrina Ferilli ha ringraziato la famiglia che la sopporta e merita tanti David (ma chi, l’imprenditore Flavio Cattaneo?). A mezzanotte il cinema italiano ha detto la sua sull’invasione dell’Ucraina da parte di Putin: Drusilla ha letto il discorso di Charlie Chaplin ne «Il Grande dittatore» contro la guerra. Davvero un gesto coraggioso! Lunga vita al cinema italiano.

4 maggio 2022 (modifica il 4 maggio 2022 | 20:09)

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