Carfagna: Chi stupra le donne è un predatore. La castrazione chimica è come il blocco navale: uno slogan per fare la faccia feroce

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L’Italia si trova a fronteggiare un crescente e inquietante fenomeno: un aumento marcato dei casi di violenza contro le donne, degli stupri e dei femminicidi.

Questa crescita non è un mero dato statistico, ma rappresenta piuttosto una dolorosa manifestazione di una profonda deriva culturale. Lo sottolinea con preoccupazione la presidente di Azione, Mara Carfagna, in un’intervista rilasciata al giornale “La Stampa”.

Carfagna, in passato membro di Forza Italia, non usa mezzi termini. La situazione, a suo avviso, ha raggiunto livelli critici e richiede interventi immediati. “Bisogna agire subito, per decreto”, afferma. Questo richiamo deciso al governo in carica emerge dalla constatazione che, se per altre problematiche sono state prese decisioni tempestive, per questioni come gli stupri e i femminicidi la risposta appare insufficiente. Perché, si chiede retoricamente Carfagna, il governo ha agito prontamente su molti fronti ma non su questi?

Il dibattito sulla sicurezza delle donne ha recentemente visto emergere diverse proposte. Una di queste, avanzata dalla ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, riguarda la limitazione dell’accesso al porno da parte dei minorenni. Sulla questione, Carfagna si mostra fondamentalmente d’accordo, sottolineando come “tutto è utile” nella lotta contro la violenza di genere. Rivela inoltre che Azione ha presentato un disegno di legge ispirato al modello francese, che mira a limitare l’accesso dei minori ai social media e, di conseguenza, anche alle piattaforme per adulti. “Mi piacerebbe un governo che su questo argomento agisse subito, per decreto”, insiste.

Tuttavia, Carfagna esprime forte disaccordo su un’altra misura spesso dibattuta in relazione agli stupratori: la castrazione chimica. La presidente di Azione respinge l’idea come “uno slogan per fare la faccia feroce”. Secondo Carfagna, questo metodo è “impossibile e inapplicabile”, poiché chi commette stupro non è un malato da curare. “Non curiamo i rapinatori o gli assassini: li fermiamo prima che agiscano, li arrestiamo dopo e li teniamo in carcere”, conclude con determinazione.

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