Balneari, il Consiglio di Stato boccia ancorail governo: no alla proroga delle concessioni

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Milleproroghe

di Redazione Economia

Balneari, il Consiglio di Stato boccia il governo: no alla proroga delle concessioni

Il Consiglio di Stato boccia il governo Meloni sui balneari: non si possono prevedere proroghe, le concessioni scadono il 31 dicembre di quest’anno e vanno messe a gara. L’ultima sentenza quella della sesta sezione del Consiglio di Stato pubblicata il 1 marzo che, intervenendo su un ricorso presentato dall’Autorit garante della concorrenza (Agcm) contro il Comune di Manduria (provincia di Taranto), ha di fatto dichiarato gi illegittima la proroga delle concessioni balneari al 2024 e le disposizioni legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni non devono essere applicate.

Le Amministrazioni possono bandire le gare

Ci sono tutti gli elementi necessari per consentire alle Amministrazioni di bandire gare per il rilascio delle concessioni demaniali, si sottolinea in un altro passaggio. Il nodo della proroga delle concessioni balneari resta sul tavolo del governo. Il Consiglio di Stato gi con la sentenza 18/2021 si era pronunciato contro la validit delle concessioni balneari. Ma la decisione della maggioranza e del governo di andare dritti sulla proroga delle concessioni balneari — mentre in un primo momento si era pensato solo a prorogare la legge delega — ha comportato l’irrigidimento di Bruxelles e soprattutto la contrariet del Quirinale con il Presidente Mattarella che ha elencato gravi rilievi, sufficienti a negare la promulgazione del decreto e a rinviare il testo al Parlamento: Servono a breve correzioni di Parlamento e governo, il richiamo del Colle. Al momento il tavolo interministeriale, annunciato nei giorni scorsi, non stato convocato. L’esecutivo sta valutando il da farsi e ragionando su come intervenire.

Il governo tenta di inserire le concessioni nel dl sulle direttive Ue

Una delle opzioni sul tavolo del governo sarebbe quella di inserire il capitolo delle concessioni balneari all’interno della legge di delegazione europea, il cui contenuto limitato alle disposizioni di delega necessarie per il recepimento delle direttive comunitarie. Un altro strumento potrebbe essere quello di un decreto infrazioni che arriver in Consiglio dei ministri a met marzo. Meno probabile che si arrivi ad un decreto ad hoc. Per ora resta la proroga a luglio della delega al governo per realizzare la mappatura delle concessioni esistenti ma l’esecutivo punta ad agire in tempi brevi. La spinta delle forze politiche che hanno inserito nel Milleproroghe l’emendamento sulla proroga delle concessioni quella per di avviare al pi presto la mappatura e solo dopo intervenire sulla materia.

Le reazioni

Diverse le reazioni alla decisione del Consiglio di Stato. Per Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa verde e deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra, la sentenza ricorda al governo italiano che non si gioca con le direttive europee e la Costituzione: Le direttive europee non possono essere disattese e non applicate e le proroghe non possono essere autorizzate dalle singole amministrazioni locali. Questa una dura sconfitta del governo Meloni che si battuto in difesa dei privilegi di chi paga allo Stato, come ad esempio nel caso del Twiga, solo 20 mila euro a fronte di un fatturato che si aggira intorno ai 4 milioni di euro l’anno. Ricordiamo che lo Stato incassa soltanto 107 milioni di euro anno dalle concessioni balneari, mentre il fatturato complessivo di 7 miliardi di euro, con un tasso di evasione altissimo. Nel corso degli anni troppe spiagge italiane sono state trasformate da “lungomari” in “lungomuri” che chiudono la possibilit di poter vedere il mare per causa della privatizzazione e cementificazione: tra tutti uno dei casi pi emblematici quello di Ostia.

Cosa cambia

Adesso cosa succede? Per Gianluca Bocchino, partner di Tonucci & Partners e responsabile del dipartimento demanio marittimo, adesso la riforma diventa ancora pi urgente: La sentenza del Consiglio di Stato pone una pietra tombale su qualsiasi ipotesi di proroga delle concessioni balneari. Nelle 28 pagine Palazzo Spada non solo estende la sua valutazione anche al decreto Milleproroghe varato dal governo che consentiva lo slittamento della scadenza ma chiude la porta anche alla possibilit di considerare le spiagge bene “non scarso”, e quindi non sottoponibile alla direttiva Bolkestein. La situazione al momento quindi molto delicata: da una parte le giuste fibrillazioni dei balneari, un comparto fondamentale per l’economia del nostro Paese, dall’altra le recenti sentenze e la prossima deliberazione della Corte di Giustizia europea prevista per aprile che dovrebbe definitivamente tracciare il percorso da seguire per l’assegnazione delle concessioni. Il rischio di trasformare per l’ennesima volta la vicenda dei balneari in un campo di battaglia tra operatori del settore e giustizia amministrativa, senza dimenticare il ruolo scomodo degli enti concedenti, chiamati a decidere tra la proroga ed il diritto dell’Unione europea.

La necessit della riforma

Di qui l’urgenza della riforma: Ritengo a questo punto — aggiunge Bocchino — sia improrogabile un riassetto definitivo della materia, una riforma che pur prevedendo la necessit di bandi per l’assegnazione delle nuove concessioni dia necessariamente conto ai fini delle procedure di valutazione di quanto fatto fino ad oggi dagli operatori del settore e del peso che essi hanno avuto ed hanno ancora hanno nella nascita e crescita di intere aree turistiche. Valutazioni che non possono prescindere dall’esperienza, dalla storicit, dagli investimenti materiali e immateriali sostenuti, oltre che dalla indispensabilit di un’offerta di servizi che rappresenta una scelta culturale per l’Italia intera, non sostituibile con un’offerta qualsiasi o fondata su meri criteri economici o dimensionali. Tema strettamente legato all’ulteriore questione del divieto di cumulo delle concessioni balneari, sul quale, ad avviso di chi scrive, si regge il possibile scontro tra piccole realt e grandi gruppi, insieme al rischio di proliferazione di modelli gestionali accentrati e standardizzati su pi stabilimenti.

Le 80 infrazioni pendenti a carico dell’Italia

Del resto sono pi di ottanta le infrazioni pendenti a carico dell’Italia che si sta confrontando con Bruxelles su diversi dossier, dal patto sulla stabilit al Pnrr. Da qui la necessit di non disattendere gli impegni presi con l’Unione europea. I balneari sono sul piede di guerra, l’intenzione di chiedere un incontro urgente con il governo. Nessuna volont di aprire alle aste delle coste italiane. Il governo potrebbe invece abbassare l’Iva e aumentare il canone, osserva un’altra fonte della maggioranza. Il “!refrain” tra l’altro che i comuni non sono in condizioni di dare il via libera ai bandi di gara. La strada valutata dall’esecutivo, quella di dare il via libera alle gare fissando dei “paletti” in modo da favorire i concessionari, non stata abbandonata. Ma intanto il Consiglio di Stato ha ribadito la posizione e lo ha fatto con una sentenza che andata in Camera di Consiglio prima che il decreto Milleproroghe fosse convertito in legge.

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10 mar 2023

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