Zero Covid, le concessioni di Pechino dopo le proteste: la lotta al virus «in una nuova fase»

di Guido Santevecchi

Dopo giorni di proteste contro i lockdown (inefficaci), «indiscrezioni» sulla stampa internazionale: «La lotta al Covid è in una nuova fase». Permessa la quarantena a casa per alcuni contagiati

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO — I tecnocrati di Pechino che per tre anni hanno somministrato lockdown e tamponi ai cinesi sono scossi e lanciano segnali di allentamento di quella che è diventata una dittatura sanitaria. Quanto siano in difficoltà gli amministratori del Pensiero di Xi Jinping, dopo l’ondata di proteste contro lo Zero Covid (ormai chiaramente irrealizzabile) è evidenziato da un nuovo modo di annunciare le decisioni: non più solo comunicati con timbro rosso, ma anche anticipazioni e fughe di notizie da parte di «anonimi funzionari di alto livello» che parlano con la (solitamente vituperata) stampa internazionale.

Oggi, alle agenzie Bloomberg e Reuters è stato detto da «fonti affidabili» a Pechino che la capitale consentirà ad alcuni contagiati dal coronavirus di trascorrere a casa l’isolamento: finora, tutti i positivi (anche se asintomatici) e i loro contatti stretti sono stati inviati nei centri di quarantena per spezzare la catena di trasmissione del Covid-19. Dato l’altissimo numero dei ricoveri per seguire la Tolleranza Zero sulla circolazione del coronavirus, i luoghi di quarantena obbligatoria sotto sorveglianza sanitaria sono diventati lazzaretti dove contagiati e semplici contatti vivono ammassati, in condizioni igieniche precarie, a tempo indeterminato.

L’esperimento di allentamento della pressione Zero Covid partirà da Chaoyang, il distretto centrale di Pechino dove sono concentrati grandi uffici, ambasciate, complessi residenziali di classe media e alta. Potranno scegliere la quarantena domiciliare i contagiati a basso rischio, le donne incinte, gli anziani, i pazienti con patologie pregresse e i contatti stretti. Bisognerà vedere come sarà amministrata sul campo questa «concessione»: la gente è esasperata anche per le decisioni arbitrarie e spesso brutali dei «dabai», il nuovo esercito dei vigilanti soprannominati «grandi bianchi» per il colore della loro tuta protettiva.

E poi finora, anche senza dover dichiarare il lockdown, interi comprensori residenziali sono stati sigillati e la gente confinata in casa al comparire anche di un solo caso di positività in un palazzone. Una settimana di chiusura con obbligo di scendere in strada solo per sottoporsi a tamponi. E magari, proprio alla fine del trattamento, compare un nuovo positivo e la procedura di isolamento ricomincia da zero. È chiaro che i cinesi hanno pazientato fin troppo e hanno perso fiducia nella «scientificità infallibile» del Partito-Stato.

Ecco perché la vicepremier Sun Chunlan, che in questi tre anni ha gestito con inflessibilità la linea Covid Zero ora promette una «ulteriore ottimizzazione» dei protocolli su isolamento, quarantene, tamponi: «Con l’indebolimento della patogenicità di Omicron, la diffusione dei vaccini, l’esperienza accumulata, ci troviamo di fronte a una situazione nuova». Gli analisti internazionali leggono la dichiarazione della mandarina Sun con ottimismo: la linea Covid Zero potrebbe finire nei primi mesi del 2023, forse subito dopo la sessione di marzo dell’Assemblea del Popolo, prevedono la giapponese Nomura e Bloomberg.

Meglio non farsi troppe illusioni però: molti avevano previsto (sperato) che il Covid Zero sarebbe stato abbandonato dopo il Congresso del Partito a ottobre. Il problema è naturalmente politico: per non smentirsi e ammettere di aver fatto un errore, Xi Jinping non potrà dichiarare la fine del Covid Zero, dovrà trovare il modo di rinunciarvi progressivamente, magari con «fughe di notizie di fonti qualificate».

1 dicembre 2022 (modifica il 1 dicembre 2022 | 13:15)

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, 2022-12-01 12:32:00, Dopo giorni di proteste contro i lockdown (inefficaci), «indiscrezioni» sulla stampa internazionale: «La lotta al Covid è in una nuova fase». Permessa la quarantena a casa per alcuni contagiati, Guido Santevecchi

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