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Yaroslava Mahuchikh, l’ucraina vince l’oro nel salto in alto ai Mondiali indoor: «Russi fermatevi»

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di Gaia Piccardi, inviata a Belgrado

La 20enne di Dnipro, giunta a Belgrado dopo il terrore in patria sotto i bombardamenti e un lungo viaggio avventuroso di 2mila chilometri, trionfa e si avvolge nella bandiera del suo Paese. «Il mio oro per l’Ucraina»

L’urlo. I fiori. Ma, soprattutto, la bandiera. Yaroslava Mahuchikh si avvolge nel vessillo dell’Ucraina che le lanciano dalle tribune e porta il giallo e il blu bombardato dalla Russia al centro del mondo. È solo atletica, però il valore simbolico di un oro nel salto in alto che la 20enne di Dnipro dedica al suo Paese martoriato è alto. Più di così, come messaggio di pace da lanciare fuori dalla Stark Arena di Belgrado, Yaroslava non poteva fare. Qui al Mondiale indoor, dove stasera 19 marzo il re di Olimpia Marcell Jacobs contenderà il trono della velocità sui 60 metri al piccolo jet controverso di Atlanta Christian Coleman, Mahuchikh vince una gara bellissima, salita sopra i due metri (la soglia dell’eccellenza), combattuta con il talento australiano Eleanor Patterson fino all’ultimo salto mentre la kazaka Nadezhda Dubovitskaya, impeccabile (zero errori) fino a 1,98 e crollata sulle colonne d’Ercole dei due metri, si accontenta del bronzo.

«Era il 24 febbraio, alle 4.30 del mattino, quando mi sono svegliata nel mio appartamento di Dnipro a causa dei rumori terribili: esplosioni, colpi di artiglieria, spari – ha raccontato Yaroslava a Belgrado -. Anche prima di chiamare i miei genitori, ho capito che era iniziata la guerra. Dopo ore di panico totale, abbiamo lasciato la nostra città per trasferirci in un paesino non lontano. Non ho pensato ad allenarmi, in quelle ore convulse, ma a nascondermi in cantina e a monitorare minuto per minuto le notizie da Kiev, Sumy e Kharkiv».

È con questo stato d’animo, in assenza di russe e bielorusse che World Athletics ha escluso sine die dal consesso mondiale, che Yaroslava è arrivata al Mondiale, in missione per conto di se stessa e dell’Ucraina. «Dopo un po’ ho ricominciato ad allenarmi, ma nello stadio all’aperto non si poteva fare nulla. Troppo rischioso. In collaborazione con la Federatletica internazionale, quella ucraina e serba, sono riuscita ad organizzare il viaggio a Belgrado. Un viaggio di quasi 2 mila chilometri». E finalmente, qui in Serbia, l’atleta ha potuto riacquistare un briciolo di serenità: «Sono arrivata a Belgrado il 9 marzo, la federazione serba si è gentilmente occupata di me, fornendomi alloggio e le strutture per potere allenarmi. Non è stato facile mantenere la concentrazione».

Messi alle spalle i giorni d’incubo, ma con il cuore sempre a Dnipro, Mahuchikh a Belgrado si è inventata la gara della vita: è entrata a 1,88, ha commesso un errore a 1,92, è volata fino a 1,98, ha sbagliato due volte a due metri, si è presa l’oro a 2,02. La medaglia più bella della sua carriera, che stasera alla cerimonia di premiazione esibirà con orgoglio, sperando che la guerra finisca presto. «È durata già troppo, cari russi smettetela di chiamarla operazione militare, fermatevi. È una guerra!». Un oro mondiale indoor nell’alto come ramoscello d’ulivo. Lo sport che ha saputo essere più efficace di qualsiasi trattativa (ricordate la diplomazia del ping pong?), tenta il suo ennesimo, disperato, miracolo.

19 marzo 2022 (modifica il 19 marzo 2022 | 13:45)

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, 2022-03-19 13:05:00, La 20enne di Dnipro, giunta a Belgrado dopo il terrore in patria sotto i bombardamenti e un lungo viaggio avventuroso di 2mila chilometri, trionfa e si avvolge nella bandiera del suo Paese. «Il mio oro per l’Ucraina» , Gaia Piccardi, inviata a Belgrado

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