Vincoli mobilità: negarci la possibilità di scegliere è solo crudeltà ideologica. Lettera

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Inviata da Vittorio Muratori – La notizia dello stralcio della norma sui vincoli alla mobilità dal decreto milleproroghe è davvero sconfortante, a quanto pare il legislatore ritiene che tale norma sia in contrasto con gli obiettivi del PNRR.

Vorrei ricordare che noi vincitori dell’ultimo concorso ordinario non abbiamo niente a che vedere con il PNRR: il concorso è stato bandito nel lontano 2020 e al momento della scelta della sede di servizio sapevamo che sarebbe stato possibile cambiarla al superamento dell’anno di prova. La mia generazione precaria e flessibile ha già pagato un prezzo altissimo e ancora una volta dobbiamo fare i conti con norme che cambiano in corsa, retroattivamente.

Capisco le ragioni che sono alla base del concetto di vincolo ma penso che nessun lavoratore chieda il trasferimento tanto per cambiare aria, siamo stati tutti precari e sappiamo quanto è faticoso lasciare i propri alunni e abituarsi ogni volta ad un nuovo ambiente.

Vorrei far notare che se l’obiettivo principale del vincolo è garantire la continuità didattica, questo può funzionare solo dopo che il docente abbia potuto scegliere la propria sede: un docente vincolato su sede sgradita dopo tre anni andrà via comunque mentre un docente accontentato probabilmente resterà lì fino alla pensione.

Davvero non riesco a capire per quale motivo un provvedimento di buonsenso come l’eliminazione dei vincoli per i neo-immessi sia così osteggiato.

Ci troviamo a lavorare in un luogo scelto oltre due anni fa, nel frattempo è cambiato tutto: gli affitti sono raddoppiati, le bollette sono quadruplicate.

Nel frattempo i pensionamenti hanno liberato posti un po’ ovunque.

Negarci la possibilità di scegliere è solo crudeltà ideologica.

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