Via alla campagna elettorale, il centrodestra costretto a unirsi dalle urne

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di Massimo FrancoIl centrodestra si muove come chi già assapora la vittoria il 25 settembre Non si sa chi sarà il candidato o la candidata a Palazzo Chigi: troppo presto e troppi contrasti. Ma il centrodestra si muove come chi già assapora la vittoria il 25 settembre. L’incontro di ieri tra Giorgia Meloni, leader della destra di FdI, e Silvio Berlusconi, capo di FI, è il primo segnale. E la prossima settimana ci sarà un vertice a tre con la Lega, non più a casa Berlusconi perché Meloni lo ritiene inopportuno. E nel Carroccio, i presidenti di regione si sono schierati con Matteo Salvini, facendo capire che il fronte pro-Draghi è destinato a sfaldarsi in nome dell’imperativo delle urne. Probabilmente, era anche a questo che Salvini puntava facendo cadere il governo: zittire chi mette in discussione la sua leadership sgualcita. E per Berlusconi, l’annuncio che alzerà le pensioni come minimo a mille euro al mese, e la candidatura al Senato, sanno di ritorno al passato; ma anche di rivincita, dopo anni di ineleggibilità per via dei processi. Ma FI perde pezzi moderati e rischia di apparire schiacciata sulla Lega, nonostante Berlusconi continui a dichiararsi centrale. È uno schieramento che si sente in vantaggio. Il tema delle trattative sarà quello della distribuzione dei candidati; e il modo in cui sarà designato il premier. Ma l’unità alla fine sarà obbligatoria. Sui rapporti con Europa e Nato e le ombre su Lega e FI per i rapporti con la Russia, invece, la questione, rimarcata all’estero, viene liquidata come una manovra. E alle accuse di avere usato il M5S di Giuseppe Conte come apripista della crisi, si risponde con un’alzata di spalle. Sull’altro versante la situazione è più confusa e complicata. Il Pd di Enrico Letta è diviso tra opzioni di alleanze agli antipodi. Col M5S i rapporti sono archiviati, dopo lo strappo con Draghi: sebbene una filiera minoritaria cerchi ancora un aggancio. Ma traballa perfino l’asse «tattico» per il voto di autunno in Sicilia. Il segretario, ormai, appare deciso a guardare altrove. E forse non esclude una corsa solitaria come prosecutore e erede dell’agenda Draghi. D’altronde, gli interlocutori centristi si presentano come una nebulosa litigiosa e pronta a dettare condizioni. Carlo Calenda sottolinea l’errore del Pd di avere inseguito Conte per mesi. E il leader di Azione e Matteo Renzi, oltre al ministro degli Esteri ex grillino Luigi Di Maio, sono in competizione. L’idea di accreditarsi come continuatori del governo Draghi insieme con Letta è suggestiva. Fa il paio col progetto di un fronte anti-populista. Ma difficilmente basterà, se il presidente del Consiglio uscente non permetterà che venga usato il suo nome: ipotesi poco verosimile. 22 luglio 2022 (modifica il 22 luglio 2022 | 22:04) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-22 20:04:00, Il centrodestra si muove come chi già assapora la vittoria il 25 settembre, Massimo Franco

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