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Un impegno che ora va rispettato

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l’editoriale Mezzogiorno, 7 aprile 2022 – 09:16 di Michele Cozzi Il nemico invisibile che rischia di rendere problematico l’obiettivo di una effettiva politica per la parità di genere è l’indifferenza. Che induce a considerare quasi naturali le discriminazioni silenziose, e quindi più subdole, che le donne subiscono nella vita di ogni giorno: dal mercato del lavoro alla politica, e persino durante la riscoperta della guerra che il canone occidentale pensava di avere cancellato definitivamente dal proprio orizzonte di vita. Non avremmo, infatti, mai pensato di rivedere immagini di donne rasate, come simbolo di sottomissione, come è accaduto in queste settimane in Ucraina. L’evento, promosso dal Corriere del Mezzogiorno e dal Corriere della Sera, sull’impatto del Pnrr per una nuova stagione di meridionalismo e parità di genere ha gettato nuova luce su una questione di civiltà. E, soprattutto, ha evidenziato, citando Franco Cassano, i prodromi di «uno stile filosofico, uno stile metodologico che presuppone una precisa visione del mondo e dell’esistenza, dell’unico modo per fronteggiare seriamente la molteplicità del mondo». Che comporta leggere le contraddizioni del nostro tempo da un’altra angolazione. Esattamente dalla parte delle donne. Ma non è più tempo di battaglie animate da ideologismi, sterili e fine a se stessi, ma occorre gettare i semi di una nuova modernità. È questo nuovo sentire che emerge dalle parole e dagli impegni del ministro Mara Carfagna, della viceministro Teresa Bellanova e dalle testimonianze di tante capitane coraggiose che danno voce in Puglia a un nuovo rinascimento. Oltre ai fondi e ai progetti, ciò di cui hanno bisogno il neo-meridionalismo e le politiche di genere è l’avvio di una nuova fase che sradichi incrostazioni e pregiudizi e permetta alle donne di non limitarsi solo a “sfiorare il tetto di cristallo”, ma di andare oltre. Ma le promesse e gli impegni per favorire una reale parità rischiano di sbattere contro la complessità del momento. Come emerge dall’ultimo rapporto Svimez (e ancor prima da uno studio del ministero) l’impegno del 40% per il Sud rischia di non essere rispettato. Il ministero per il Mezzogiorno ha fatto la sua parte, mentre i ministeri più deficitari sono quelli retti dalla Lega. Per questo il ministro Carfagna rimarca che va difesa la quota per il Sud. Poi, c’è il dato oggettivo, come dice il presidente pugliese Michele Emiliano, che i fondi per il Mezzogiorno derivano, in buona parte, da altre fonti di finanziamento. Della serie: non è tutto oro quello che luccica. E, se non bastasse, si affaccia un’altra emergenza: occorrerà, al più presto, fare i conti con i contraccolpi economici della guerra che rischiano di essere pagati dalle donne. Perché gli aumenti dei costi energetici potrebbero rimettere in discussione gli obiettivi strategici del Pnrr. Già è in atto il balletto su come riscrivere il Recovery per colmare i nuovi buchi di bilancio. E il rischio che a farne le spese siano le direttrici “Sud, giovani e donne” è tutt’altro che un sospetto da complottisti. Da Bari, quindi, parte una nuova stagione. Ma dal confronto polifonico di ieri sale la consapevolezza che non saranno accettati “rivolgimenti”. Perché il Sud e le donne hanno già dato. 7 aprile 2022 | 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-07 07:17:00, l’editoriale Mezzogiorno, 7 aprile 2022 – 09:16 di Michele Cozzi Il nemico invisibile che rischia di rendere problematico l’obiettivo di una effettiva politica per la parità di genere è l’indifferenza. Che induce a considerare quasi naturali le discriminazioni silenziose, e quindi più subdole, che le donne subiscono nella vita di ogni giorno: dal mercato del lavoro alla politica, e persino durante la riscoperta della guerra che il canone occidentale pensava di avere cancellato definitivamente dal proprio orizzonte di vita. Non avremmo, infatti, mai pensato di rivedere immagini di donne rasate, come simbolo di sottomissione, come è accaduto in queste settimane in Ucraina. L’evento, promosso dal Corriere del Mezzogiorno e dal Corriere della Sera, sull’impatto del Pnrr per una nuova stagione di meridionalismo e parità di genere ha gettato nuova luce su una questione di civiltà. E, soprattutto, ha evidenziato, citando Franco Cassano, i prodromi di «uno stile filosofico, uno stile metodologico che presuppone una precisa visione del mondo e dell’esistenza, dell’unico modo per fronteggiare seriamente la molteplicità del mondo». Che comporta leggere le contraddizioni del nostro tempo da un’altra angolazione. Esattamente dalla parte delle donne. Ma non è più tempo di battaglie animate da ideologismi, sterili e fine a se stessi, ma occorre gettare i semi di una nuova modernità. È questo nuovo sentire che emerge dalle parole e dagli impegni del ministro Mara Carfagna, della viceministro Teresa Bellanova e dalle testimonianze di tante capitane coraggiose che danno voce in Puglia a un nuovo rinascimento. Oltre ai fondi e ai progetti, ciò di cui hanno bisogno il neo-meridionalismo e le politiche di genere è l’avvio di una nuova fase che sradichi incrostazioni e pregiudizi e permetta alle donne di non limitarsi solo a “sfiorare il tetto di cristallo”, ma di andare oltre. Ma le promesse e gli impegni per favorire una reale parità rischiano di sbattere contro la complessità del momento. Come emerge dall’ultimo rapporto Svimez (e ancor prima da uno studio del ministero) l’impegno del 40% per il Sud rischia di non essere rispettato. Il ministero per il Mezzogiorno ha fatto la sua parte, mentre i ministeri più deficitari sono quelli retti dalla Lega. Per questo il ministro Carfagna rimarca che va difesa la quota per il Sud. Poi, c’è il dato oggettivo, come dice il presidente pugliese Michele Emiliano, che i fondi per il Mezzogiorno derivano, in buona parte, da altre fonti di finanziamento. Della serie: non è tutto oro quello che luccica. E, se non bastasse, si affaccia un’altra emergenza: occorrerà, al più presto, fare i conti con i contraccolpi economici della guerra che rischiano di essere pagati dalle donne. Perché gli aumenti dei costi energetici potrebbero rimettere in discussione gli obiettivi strategici del Pnrr. Già è in atto il balletto su come riscrivere il Recovery per colmare i nuovi buchi di bilancio. E il rischio che a farne le spese siano le direttrici “Sud, giovani e donne” è tutt’altro che un sospetto da complottisti. Da Bari, quindi, parte una nuova stagione. Ma dal confronto polifonico di ieri sale la consapevolezza che non saranno accettati “rivolgimenti”. Perché il Sud e le donne hanno già dato. 7 aprile 2022 | 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA ,

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