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Tre maestri alla Mole

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di Fabrizio Dividi

Nel mese del Salone e dell’Eurovision, i tre registi saranno ospiti del Museo del Cinema per masterclass e proiezioni

Dal grande cinema autoriale all’universo magico di Harry Potter. Con le masterclass di maggio, in Mole sarà allestita una poltrona (leopardata) per due. Vi si siederanno Xavier Dolan e David Yates, cineasti che, pur con differenti stili e poetiche, hanno saputo espandere l’arte cinematografica verso nuovi confini estetici e contenutistici. In un mese già particolarmente ricco di ospiti ed eventi per il Museo del Cinema, è da segnare in agenda anche il passaggio di Werner Herzog che, in occasione della sua partecipazione al Salone del Libro, incontrerà il pubblico torinese al Cinema Massimo.

Saltato l’incontro con Darren Aronofsky, che era stato ipotizzato per il 10 maggio, il primo appuntamento nell’Aula del Tempio è fissato per le 17.30 di lunedì 16 maggio con Xavier Dolan, un vero «Mozart» tra i registi contemporanei. Dopo una precoce carriera da attore cui, ad appena vent’anni, si è affiancato un esplosivo percorso da cineasta, il trentatreenne autore di Montreal avrebbe poi firmato gioielli come Les Amours Imaginaires, Tom à la ferme e Mommy (Premio della Giuria a Cannes nel 2014), traendo ampia ispirazione da elementi autobiografici trattati con uno stile visivo dinamico e innovativo. A seguire, alle 20.30 al Cinema Massimo, presenterà L aurence Anyways (2012), uno dei suoi capolavori più celebrati, in cui affresca la vicenda di un uomo che decide di accondiscendere alla propria femminilità. La storia di Laurence e Fred, la compagna che rimarrà per sempre avvinta in un amore utopico e struggente, va in scena al ritmo di un montaggio musicale immaginifico e trascinante; in un film dedicato «a chi lotta», sconcerto e pregiudizio sociale sono lo sfondo sempre presente, ma emergono con discrezione e leggerezza, spesso nascosti negli sguardi morbosi e attoniti dei passanti.

Domenica 22 maggio alle 16, in occasione della partecipazione al Salone del Libro dove presenterà Il crepuscolo del mondo edito da Feltrinelli, Werner Herzog tornerà nel luogo che nel 2008 aveva definito «tempio laico in cui i cinefili di tutto il mondo renderanno omaggio all’arte cinematografica, per l’eternità». In costante equilibrio tra mondi opposti, l’Herzog regista è da sempre sospeso tra narrazione e documentazione; nella sua poetica lo è tra natura, istintuale e selvaggia, e cultura, spesso di stampo antropologico. In campo letterario il cineasta, nato a Monaco 80 anni orsono, ama far dialogare diario intimo con la riflessione universale e perfino in ambito spirituale è stato capace di esprimere un misticismo personale e profondo, ma sempre ammantato di compassionevole e razionale fiducia umanista.

All’intervento al Massimo seguirà il suo Queen of the Desert, biografia di Gertrude Bell scrittrice, archeologa, esploratrice, cartografa e diplomatica per conto dell’Impero britannico, interpretata da Nicole Kidman.

Infine, martedì 24 alle 17.30, sarà la volta di David Yates, regista britannico che dopo aver portato a termine con successo crescente la saga di Harry Potter, ha dato inizio a quella del suo prequel sugli «Animali fantastici».

Nelle sue numerose versioni cinematografiche tratte dalla penna di J. K. Rowling, ha aggiunto quell’inquietudine dark necessaria a chiudere il percorso di crescita dei personaggi; e alle sue qualità tecniche e immaginifiche ha saputo coniugare un’indubbia capacità progettuale, fondamentale per gestire blockbuster dal successo planetario. Il regista avrebbe confessato di aver deciso di intraprendere questa attività dopo aver visto Lo squalo di Steven Spielberg; un’affinità, quella con il creatore di Et e Incontri ravvicinati del III tipo, che avrebbe proiettato Yates nell’immaginario «giovanilistico» del suo ispiratore, ma anche nelle classifiche dei registi con più incassi di tutti i tempi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

19 aprile 2022 (modifica il 19 aprile 2022 | 19:26)

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, 2022-04-20 06:36:00,

di Fabrizio Dividi

Nel mese del Salone e dell’Eurovision, i tre registi saranno ospiti del Museo del Cinema per masterclass e proiezioni

Dal grande cinema autoriale all’universo magico di Harry Potter. Con le masterclass di maggio, in Mole sarà allestita una poltrona (leopardata) per due. Vi si siederanno Xavier Dolan e David Yates, cineasti che, pur con differenti stili e poetiche, hanno saputo espandere l’arte cinematografica verso nuovi confini estetici e contenutistici. In un mese già particolarmente ricco di ospiti ed eventi per il Museo del Cinema, è da segnare in agenda anche il passaggio di Werner Herzog che, in occasione della sua partecipazione al Salone del Libro, incontrerà il pubblico torinese al Cinema Massimo.

Saltato l’incontro con Darren Aronofsky, che era stato ipotizzato per il 10 maggio, il primo appuntamento nell’Aula del Tempio è fissato per le 17.30 di lunedì 16 maggio con Xavier Dolan, un vero «Mozart» tra i registi contemporanei. Dopo una precoce carriera da attore cui, ad appena vent’anni, si è affiancato un esplosivo percorso da cineasta, il trentatreenne autore di Montreal avrebbe poi firmato gioielli come Les Amours Imaginaires, Tom à la ferme e Mommy (Premio della Giuria a Cannes nel 2014), traendo ampia ispirazione da elementi autobiografici trattati con uno stile visivo dinamico e innovativo. A seguire, alle 20.30 al Cinema Massimo, presenterà L aurence Anyways (2012), uno dei suoi capolavori più celebrati, in cui affresca la vicenda di un uomo che decide di accondiscendere alla propria femminilità. La storia di Laurence e Fred, la compagna che rimarrà per sempre avvinta in un amore utopico e struggente, va in scena al ritmo di un montaggio musicale immaginifico e trascinante; in un film dedicato «a chi lotta», sconcerto e pregiudizio sociale sono lo sfondo sempre presente, ma emergono con discrezione e leggerezza, spesso nascosti negli sguardi morbosi e attoniti dei passanti.

Domenica 22 maggio alle 16, in occasione della partecipazione al Salone del Libro dove presenterà Il crepuscolo del mondo edito da Feltrinelli, Werner Herzog tornerà nel luogo che nel 2008 aveva definito «tempio laico in cui i cinefili di tutto il mondo renderanno omaggio all’arte cinematografica, per l’eternità». In costante equilibrio tra mondi opposti, l’Herzog regista è da sempre sospeso tra narrazione e documentazione; nella sua poetica lo è tra natura, istintuale e selvaggia, e cultura, spesso di stampo antropologico. In campo letterario il cineasta, nato a Monaco 80 anni orsono, ama far dialogare diario intimo con la riflessione universale e perfino in ambito spirituale è stato capace di esprimere un misticismo personale e profondo, ma sempre ammantato di compassionevole e razionale fiducia umanista.

All’intervento al Massimo seguirà il suo Queen of the Desert, biografia di Gertrude Bell scrittrice, archeologa, esploratrice, cartografa e diplomatica per conto dell’Impero britannico, interpretata da Nicole Kidman.

Infine, martedì 24 alle 17.30, sarà la volta di David Yates, regista britannico che dopo aver portato a termine con successo crescente la saga di Harry Potter, ha dato inizio a quella del suo prequel sugli «Animali fantastici».

Nelle sue numerose versioni cinematografiche tratte dalla penna di J. K. Rowling, ha aggiunto quell’inquietudine dark necessaria a chiudere il percorso di crescita dei personaggi; e alle sue qualità tecniche e immaginifiche ha saputo coniugare un’indubbia capacità progettuale, fondamentale per gestire blockbuster dal successo planetario. Il regista avrebbe confessato di aver deciso di intraprendere questa attività dopo aver visto Lo squalo di Steven Spielberg; un’affinità, quella con il creatore di Et e Incontri ravvicinati del III tipo, che avrebbe proiettato Yates nell’immaginario «giovanilistico» del suo ispiratore, ma anche nelle classifiche dei registi con più incassi di tutti i tempi.

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19 aprile 2022 (modifica il 19 aprile 2022 | 19:26)

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, Fabrizio Dividi

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