Tangenti sugli appalti al Miur, in 15 verso il processo. Accusata di corruzione anche Giovanna Boda

Spread the love

di Fulvio Fiano

Chiuse le indagini il pm chiama in causa undici persone e quattro società. Insieme all’ex capo del dipartimento, c’è anche l’imprenditore Bianchi di Castelbianco

Indagini chiuse e rischio processo per l’ex capo dipartimento per le risorse umane del ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda, per l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco e altre 13 persone, accusati a vario titolo di alcuni episodi di corruzione legati agli appalti al Miur.

Stando all’ipotesi accusatoria formulata dal pm Carlo Villani, Boda — incaricata delle procedure per selezionare progetti scolastici — , contando sull’intermediazione della segretaria Valentina Franco, dell’autista Fabio Condoleo, dei collaboratori Sara Panatta e Vincenzo Persi e poi di Nicola Cirillo e Massimo Mancori, «tutti consapevoli dell’accordo corruttivo», avrebbe ricevuto «indebitamente» la dazione o la promessa di denaro per complessivi 3,2 milioni di euro da Bianchi di Castelbianco, al quale erano riconducibili tre società (l’Istituto di Ortofonologia, la Com.E – Comunicazione & Editoria, la Edizioni Scientifiche Ma.Gi.) e la fondazione M.I.T.E. – Minori Informazione Tutela Educazione, enti aggiudicatari tra il 2018 e il 2021 di affidamenti da parte di istituti scolastici per 23,5 milioni.

L’inchiesta era emersa nell’aprile del 2021 quando Boda, appreso di essere indagata, aveva tentato il suicidio lanciandosi da una finestra del ministero a Trastevere. Lo scorso marzo sette persone erano state raggiunte da una misura cautelare e 120 mila euro erano finiti sotto sequestro. Così scriveva il gip Annalisa Marzano: «Il desolante fenomeno corruttivo che ha pervaso il settore del Dipartimento dedicato all’Istruzione, all’università e alla ricerca… non era circoscritto ai rapporti tra l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco e la capo del dipartimento per le Risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda, ma era più ampio».

Boda avrebbe ricevuto carte prepagate, corsi di musica e di sci, visite per la chirurgia plastica, l’affitto di un appartamento, una vacanza in baita in Piemonte, un soggiorno in hotel e anche confezioni di biscotti, bollette del gas e la promessa di assumere una ventina di persone. Gli altri funzionari avrebbero goduto di appartamenti messi a loro disposizione dalle parti del ministero, lavori di ristrutturazione, camere in b&b, scooter e computer.

Tra le numerose contestazioni fatte a Boda, c’è anche quella di aver anticipato via mail all’imprenditore, prima della sua pubblicazione, la bozza del bando «per il finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa, recependo le richieste di modifica da parte dello stesso Bianchi di Castelbianco» che per giunta partecipava alle riunioni che si tenevano al ministero. Da qui anche la contestazione ad entrambi del reato di concorso nella rivelazione e utilizzazione di «notizie d’uffcio che avrebbero dovuto rimanere segrete». Nell’avviso di conclusione dell’indagine, sono tre le persone offese individuate dalla procura: il ministero dell’Istruzione, la presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento delle Pari Opportunità e l’Agenzia delle Entrate.

Tra le fonti di prova citate dal pubblico ministero, i documenti acquisiti presso banche e diversi istituti scolastici, oltre che al dicastero, e quanto emerso dagli interrogatori, dalle memorie difensive di alcuni indagati e dalle attività investigative condotte dalla Guardia di Finanza. La factotum di Boda, Valentina Franco, che ha collaborato alle indagini fornendo riscontri ai finanzieri, e Sara Panatta hanno chiesto di patteggiare la pena e la loro posizione è stata stralciata dal filo di indagine principale.

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Roma iscriviti gratis alla newsletter “I sette colli di Roma” a cura di Giuseppe Di Piazza. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.

29 agosto 2022 (modifica il 29 agosto 2022 | 19:20)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-29 20:07:00, Chiuse le indagini il pm chiama in causa undici persone e quattro società. Insieme all’ex capo del dipartimento, c’è anche l’imprenditore Bianchi di Castelbianco, Fulvio Fiano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.