Sul Corriere Salute: come si fa a usare un bagno pubblico senza rischiare infezioni

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di Anna Fregonara

Le strategie per ridurre al minimo la possibilità di incontrare germi e batteri potenzialmente pericolosi. Se ne parla sul Corriere Salute in edicola gratis con il Corriere della Sera giovedì 15 settembre

Pubblichiamo in anteprima parte di un articolo del nuovo «Corriere Salute». Potete leggere il testo integrale sul numero in edicola gratis giovedì 15 settembre oppure in Pdf sulla Digital Edition del «Corriere della Sera».

Capita a tutti di aver bisogno di usare il bagno pubblico di un bar, dell’ufficio, di un treno, di un cinema, di un posto di sosta in autostrada, di un ospedale, di una stazione. E capita a tutti di provare quella sensazione di disagio all’idea di entrare nel luogo considerato il regno di virus, batteri (e odori) e di chiedersi: si può contrarre una malattia infettiva andando in una toilette condivisa? A sorpresa, la probabilità è meno di quanto si possa pensare, come rilevano i ricercatori di una revisione di studi sulla trasmissione di patologie infettive nei bagni pubblici pubblicata su Science of The Total Environment. «Il pericolo è la possibilità che si verifichi un evento, nel nostro caso un’infezione. Il rischio è la probabilità che questo evento accada. La risposta alla domanda è quindi: sì, è possibile, però è poco probabile se si sa come proteggersi dal rischio, primo fra tutti lavandosi le mani», spiega Annalaura Carducci, professore ordinario di Igiene generale applicata all’Università di Pisa, co-autrice di uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Infection Control in cui ha confrontato la contaminazione microbica e virale di toilette ospedaliere e negli uffici.

Tirare lo sciacquone «a cielo aperto», insufficiente pulizia del bagno, dei sanitari, delle superfici, inefficace asciugatura delle mani, e presenza di cestini della spazzatura non coperti possono favorire una diffusa contaminazione batterica e virale nei servizi igienici.

«La presenza di microrganismi patogeni non significa che ci si ammali appena si mette piede in bagno, infezione non vuol dire per forza malattia», specifica l’esperta. «La gradualità del rischio si può assimilare a una lotteria. Se compro un biglietto c’è una probabilità che io possa vincere, se ne acquisto due o più ho maggiori chance di farcela, ma non ho comunque una sicurezza. Quello che determina il numero di biglietti che si compra e che di conseguenza aumenta o diminuisce il rischio è una serie di eventi e di criticità che si presentano nei vari passaggi fra i tre punti cardine che costituiscono il cosiddetto triangolo epidemiologico: sorgente di infezione, ambiente e ospite suscettibile. La probabilità finale di ammalarsi è la combinazione di tutti questi fattori».

Potete continuare a leggere l’articolo sul Corriere Salute in edicola gratis giovedì 15 settembre oppure in Pdf sulla Digital Edition del Corriere della Sera.

14 settembre 2022 (modifica il 14 settembre 2022 | 15:20)

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, 2022-09-14 13:20:00, Le strategie per ridurre al minimo la possibilità di incontrare germi e batteri potenzialmente pericolosi. Se ne parla sul Corriere Salute in edicola gratis con il Corriere della Sera giovedì 15 settembre, Anna Fregonara

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