Spalletti: Troppe sicurezze per i giovani di oggi. Genitori e docenti hanno la responsabilità di aiutarli a distinguere tra reale e virtuale. Cè bisogno di una dolce autorevolezza

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il commissario tecnico della Nazionale, Luciano Spalletti, ha espresso il proprio pensiero riguardo l’evoluzione del calcio giovanile.

Intervistato da Walter Veltroni, Spalletti ha sottolineato una differenza sostanziale nella formazione dei giovani calciatori di oggi rispetto al passato.

Secondo Spalletti, i giovani atleti di oggi sembrano avere meno fame e vivere in un contesto di eccessive sicurezze. La loro crescita avviene in condizioni ideali, con campi perfetti e strutture all’avanguardia. Questa situazione contrappone nettamente l’esperienza attuale con quella di leggende come Maradona, che si formarono in condizioni estremamente più ardue.

Il commissario tecnico ha messo in luce l’importanza della cultura della sfida e del miglioramento continuo. L’allenatore ha evidenziato come i giovani di oggi tendano ad aspettarsi tutto e subito, mostrando una scarsa propensione al sacrificio e alla pazienza. Spalletti critica questa mentalità, evidenziando la necessità di un processo formativo più rigoroso e radicato nella realtà.

Spalletti sottolinea il ruolo cruciale degli educatori – genitori, insegnanti, allenatori – nel guidare i giovani atleti. Sostiene che sia fondamentale aiutarli a distinguere tra il mondo reale e quello virtuale, e a comprendere l’importanza dell’impegno fisico e mentale. Esalta l’importanza di un’educazione basata su “dolce autorevolezza”.

Rivelando un aneddoto, Spalletti racconta di aver introdotto nella Nazionale nuove prassi per rafforzare lo spirito di squadra. Al suo primo ingresso nello spogliatoio, ha fatto alzare in piedi i giocatori per cantare insieme l’inno d’Italia. Inoltre, ha istituito un grido di incitamento e motivazione per promuovere un senso di unità e vicinanza tra i giocatori.