Soldi russi, è scontro tra partiti. «Italia per ora esclusa»

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di Paola Di CaroDomani al Copasir l’audizione di Gabrielli. Di Maio: potrebbe esserci un altro dossierLetta chiede chiarezza. Salvini: mai avuto un rublo. FdI: non prendiamo nulla dagli stranieri. L’ambasciatore di Mosca: sono ingerenze Usa Il caso è esplosivo, a dieci giorni dalle elezioni. Per fugare dubbi, ombre, illazioni e fare chiarezza, Adolfo Urso ha quindi convocato per domani il Copasir che presiede per un’audizione di Franco Gabrielli, l’autorità delegata alla sicurezza del governo, in merito al rapporto dell’intelligence Usa secondo cui dal 2014 la Russia ha finanziato con 300 milioni di dollari i partiti di diversi Paesi del mondo. «Al momento l’Italia non risulta tra i Paesi coinvolti — premette Urso — ma le cose possono sempre cambiare nei prossimi giorni». Tanto più se hanno un fondamento i dubbi espressi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Il dossier potrebbe non essere uno solo. Non esistono affermazioni di assoluta certezza». D’altra parte la notizia di carte riservate ha già provocato un terremoto nella politica italiana. Enrico Letta vuole «chiarimenti dal governo prima del voto», giudica «grave che la Lega non disdica gli accordi con Russia Unita» e sui rapporti fra il suo governo e Putin spiega che nel 2013 la Russia partecipava al G8 e al G20 che ospitò in patria, presente anche Obama: «Fosse stato l’anno successivo, non avremmo firmato accordi». Ma tutta la politica prende le distanze. A partire da Giorgia Meloni, che querela l’ex ambasciatore Usa della Nato Kurt Volker che su Repubblica aveva ipotizzato pagamenti russi a FdI: «Noi non prendiamo soldi dagli stranieri». Volker ha poi scritto a Urso un bigliettino in cui si dice certo FdI abbia «zero collegamenti» con la Russia, e Francesco Lollobrigida spiega: «Non abbiamo mai preso soldi dalla Russia: li avrebbe investiti male visto che siamo il partito che principalmente si oppone alla invasione ucraina». Altrettanto netto è Matteo Salvini: «Mai chiesto un rublo, un franco o un sesterzo. Non scherziamo. Chiunque lo dica prenderà una querela perché sono stufo di queste menzogne». Silvio Berlusconi considera positivo che il Copasir approfondisca, ma «di questa vicenda davvero non so nulla», e comunque «FI naturalmente non è coinvolta in alcun modo. Il nostro finanziamento è quanto di più trasparente ci sia anche perché fino a quando la legge lo ha consentito me ne sono fatto carico integralmente». Anche Giuseppe Conte è sicuro: «Il M5S agisce in maniera trasparente e non c’è possibilità che sia coinvolto o possa subire queste interferenze». Ma le rivelazioni potrebbero orientare la campagna elettorale italiana? È la tesi dell’ambasciata russa a Roma, che attacca: «Washington sta ancora una volta tentando di accusare la Russia di ingerenze negli affari interni dei Paesi occidentali, in particolare nel processo elettorale. L’assenza di prove non convince. E che cosa sarebbe questo, se non uno sfrontato tentativo di manipolare l’opinione pubblica alla vigilia delle elezioni?». Replica dagli Usa del Dipartimento di Stato: «La nostra preoccupazione sull’attività russa a questo proposito non riguarda alcun Paese in particolare ma è di natura globale». C’è chi però, come Mario Monti, qualche dubbio sull’opportunità della mossa Usa ce l’ha: «Sarei sorpreso se nessuna parte di questi finanziamenti fosse andata a partiti italiani», è la premessa. Però, aggiunge il senatore a vita, «inviterei gli americani a trasmetterci le informazioni che possano avere conseguenze», perché se non si tratta di una fuga di notizie ma di partecipazione intenzionale dell’Amministrazione Usa allora «anche un’uscita di questo genere può essere ritenuta un’interferenza nella nostra campagna elettorale». Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui 14 settembre 2022 (modifica il 15 settembre 2022 | 00:43) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-14 23:15:00, Domani al Copasir l’audizione di Gabrielli. Di Maio: potrebbe esserci un altro dossier, Paola Di Caro

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