Sinopoli (Flc Cgil) risponde a Valditara: Lattacco al sindacato serve a nascondere il fallimento della sua capacità di rappresentare e governare

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“È l’ossessione vittimistica delle destre che, per legittimarsi, parlano di un’ «egemonia» della «sinistra». Non è la prima volta che un ministro attacca la Cgil per dividere i sindacati e delegittimare la rappresentanza sindacale nella scuola. Le provocazioni quotidiane di Valditara inviano messaggi all’opinione pubblica e a una parte della categoria che soffre di una crisi di identità profonda. Così nasce la sua pedagogia dell’umiliazione o l’idea della «scuola di cittadinanza» contrapposta al reddito di cittadinanza. È un’idea conservatrice e pre-costituzionale di una scuola che sorveglia e punisce”.

Sono le parole di Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, rilasciate al Manifesto nel corso di un’intervista pubblicata dal quotidiano e che replicano alle critiche che il Ministro Valditara ha lanciato ieri in un’intervista al quotidiano Il Foglio, in cui si metteva in discussione la posizione della Cgil e la funzione dello sciopero.

Secondo Sinopoli, Valditara”vuole tornare a un ipotetico passato pre-sessantottino dove tutto funzionava. Ovviamente non è vero. La sua è un’illusione retrospettiva che si combina con la modernizzazione reazionaria ispirata alla «meritocrazia», un concetto così caro al governo da avere cambiato il nome al ministero dell’Istruzione che già aveva perso il concetto di «pubblica».Vogliono smantellare la scuola democratica della Costituzione per una più classista che sancisce un sostanziale e pericoloso ritorno al passato gentiliano e autoritario”.

Sullo sciopero dice: “Siamo i primi a riconoscere che negli ultimi anni la partecipazione si è ridotta. Più che gioirne, il ministro dovrebbe preoccuparsene. Questa è una spia della più ampia crisi della democrazia. Lo sciopero non è archiviato, per esempio ha cambiato la «riforma» di Renzi. Organizzarne uno è fare pedagogia democratica. Ma serve tornare a credere che le cose possano cambiare attraverso il conflitto“.

Il sindacalista osserva, per quanto riguarda il rinnovo contrattuale, che “più che altro ha usato fondi per un contratto scaduto da anni. Sono stati stanziati dai precedenti governi. Quello di Draghi non è stato nemmeno in grado di investirli. La scenata di ieri serve a nascondere il fallimento della sua capacità di rappresentare e governare al meglio l’istruzione in occasione della sua prima prova importante, la legge di Bilancio. Sulla scuola presenta un provvedimento senza investimenti, deludente e regressivo. Per il rinnovo del contratto non c’è un euro, mentre l’inflazione è al 12%. Cosa vuole fare il ministro?

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