Sindacati della scuola: l’autonomia differenziata aumenta le disuguaglianze

La protesta

Raccolta firme contro la regionalizzazione dell’istruzione: proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per la modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione

di Redazione Scuola

(as-artmedia – stock.adobe.com)

2′ di lettura

L’autonomia differenziata andrebbe ad aumentare le disuguaglianze tra regioni, ancora di più tra nord e Sud, nel settore della scuola. Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e le organizzazioni sindacali della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, essendo contrari alla regionalizzazione dell’istruzione, hanno avviato una raccolta firme – che partirà venerdì – per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per la modifica dell’art.116 e dell’art.117 della Costituzione. L’autonomia differenziata non riguarda soltanto la scuola, ma questa «è uno degli obiettivi particolari di chi vuole la regionalizzazione – ha spiegato il presidente del Coordinamento per la Democrazia Cosituzionale, Massimo Villone – per tre motivi: identitario, di risorse e di gestione politica». Quest’ultimo punto, per Villone, è il più importante. La scuola entra nelle famiglie, e quindi «si avrebbe a disposizione un’armata per la formazione della gestione del consenso». Se questi lavoratori «sono governati da un assessore regionale e non dal ministero, significa molto in termini di gestione politica», ha detto Villone.

I sindacati

«Le conseguenze della regionalizzazione sarebbero devastanti – ha spiegato Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil – Il contratto collettivo nazionale poi sarebbe un lontano ricordo, si andrebbe a intese regionali». «Non possiamo dire che c’è pari dignità di diritto allo studio. Dove si produce un pil di un certo peso si hanno più opportunità, dove è più fragile no», ha detto la segretaria generale Cisl Scuola, Ivana Barbacci, che è tornata sul personale: «L’abilitazione vale in tutta Italia. Il collocamento ad alveo regionale limita le opportunità dei lavoratori», ha aggiunto. «C’è la forte necessità di rafforzare il sistema dell’istruzione, di renderlo omogeneo su tutto il territorio nazionale», ha spiegato il segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile. «La situazione è difficile già oggi. Nella scuola statale ci sono differenze di strutture e di opportunità. Non possiamo accettarne altre», ha sottolineato la segretaria generale Snals Confsal, Elvira Serafini. Il coordinatore nazionale Gilda Unams, Rino Di Meglio, ha aggiunto: «La scuola dello Stato ci dà la garanzia che la politica non possa incidere sulla libertà di insegnamento. Con la frammentazione, il rischio è che la politica dia meno spazio a questa libertà».

, 2022-11-09 17:35:00, Raccolta firme contro la regionalizzazione dell’istruzione: proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per la modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione, di Redazione Scuola

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