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Se le alghe trasformano il Poin una palude stagnante L’ecosistema è in sofferenza

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di Nicolò Fagone La Zita

Iniziati i lavori di estirpazione che costano 40 mila euro

Fondale ben in vista, odore di acqua stagnante, piccoli isolotti qua e là, e soprattutto una grande quantità di alghe verdi e piante acquatiche. Si presenta così il Po negli ultimi giorni di aprile, una condizione evidente a chiunque si trovi a passeggiare lungo i Murazzi o sulle vie pedonali che costeggiano il fiume. Una palude maleodorante, concentrata soprattutto nella zona compresa tra piazza Vittorio e parco del Valentino. Uno scenario «classico» di fine estate, quando l’afa contribuisce ad abbassare notevolmente la portata del corso d’acqua. La novità di quest’anno è che il fiume si trova a soffrire il cambiamento climatico già in primavera, con una siccità senza precedenti.

I livelli attuali registrati nelle stazioni di monitoraggio hanno raggiunto i picchi in negativo più alti degli ultimi cinquant’anni. Una secca così non si vedeva dal 1972, con un deficit di pioggia superiore ai cento millimetri (-92%). In questo contesto l’alta temperatura e il basso livello d’acqua hanno portato la vegetazione a proliferare in maniera vertiginosa, come se il corso fluviale si fosse trasformato in un lago. La buona notizia è che dagli ultimi prelievi di Arpa Piemonte non si ha più traccia del “Myriophyllum acquaticum”, la temibile pianta acquatica esportata a Torino dal Rio delle Amazzoni (il suo utilizzo è molto diffuso negli acquari) e pericolosa per l’ecosistema del fiume.

Una pianta infestante e che si rigenera in fretta: basta un piccolo rametto perché attecchisca altrove. Le analisi dell’Arpa inoltre non hanno rilevato tracce di fertilizzanti derivanti dall’agricoltura, al contrario del pensiero comune.

Tuttavia lo squilibrio vegetativo ha spinto la Città a correre subito ai ripari. Mercoledì sono iniziati gli interventi di estirpazione, nel tratto compreso tra la passerella Turin Marathon e il ponte Vittorio Emanuele I. Le operazioni proseguiranno fino al 2 maggio: «In questo modo libereremo il Po dalla vegetazione acquatica – afferma Francesco Tresso, assessore con delega alle sponde fluviali – un grosso problema anche per le attività dei circoli remieri. Il periodo di siccità ha reso evidente la fragilità dell’ecosistema del fiume, una risorsa unica che dobbiamo proteggere. A questo proposito – continua Tresso – ho avviato un confronto con tutti gli attori coinvolti per affrontare gli aspetti della sua tutela e valorizzazione, oltre alle progettualità che la Città ha in essere. Tra queste un ruolo importante riguarda il ripristino della navigabilità per scopi turistici, che verrà realizzata con criteri di sostenibilità grazie ai fondi del Pnrr». Rispetto agli interventi degli anni scorsi si è scelto di assegnare i lavori a una ditta specializzata (al costo di 40 mila euro), che grazie a due motobarche rimuoveranno le radici per impedire la ricrescita delle piante (al posto del semplice taglio). Nel mese di giugno inoltre si effettuerà un secondo passaggio per eliminare eventuali residui di vegetazione.

21 aprile 2022 (modifica il 22 aprile 2022 | 08:38)

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, 2022-04-22 06:19:00, Iniziati i lavori di estirpazione che costano 40 mila euro , Nicolò Fagone La Zita

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