La carica dei genitori contro le bocciature: un ricorso su 10 accolto dal Tar. Lira dei presidi

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di Gianna Fregonara

Trenta cause in Veneto. Il caso dell’ispezione ministeriale a Jesi. La replica dei presidi: Cos i genitori non aiutano i figli a crescere

L’ultimo caso riguarda una scuola in provincia di Venezia: un ragazzo era stato bocciato con 54/100 perch aveva fatto un pessimo esame anche se, per ammissione dei suoi stessi professori, il suo rendimento era stato buono. Il Tar ha disposto che il giudizio venga cambiato e lo studente sia promosso con 60/100, il minimo, pazienza se all’orale si era impappinato. Qualche giorno fa era stata la volta della bambina di prima media a Tivoli, insufficiente in sei materie, promossa su richiesta del Tar del Lazio. Poi c’ il caso dello studente del liceo socio-pedagogico di Jesi: mentre era pendente il ricorso, il ministero ha mandato l’ispezione e il suo 58/100 stato trasformato in un 60/100.

Ricorsi

Sono i casi pi clamorosi. Ma anche il Tar di Bolzano, quello della Campania, i giudici siciliani e quelli della Sardegna si sono occupati di scuola, di voti e bocciature: a Venezia le cause pendenti nell’ultimo anno sono state una trentina, una dozzina le ultime decisioni. Alcune sono arrivate anche dopo un anno dalla presentazione del ricorso. La maggior parte comunque d torto alle famiglie: secondo i calcoli di Michele Bonetti, avvocato che si occupa da anni di diritto scolastico, soltanto un ricorso su dieci viene accolto. Intanto, dopo questi ultimi casi, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato che investir della questione dei voti, delle bocciature e dei ricorsi un gruppo di esperti per capire se nell’attuale disciplina c’ qualcosa da cambiare.

Il caso

Quando ero preside a Milano – racconta Amanda Ferrario, preside dell’Istituto Tosi di Busto Arsizio – avevamo bocciato uno studente che aveva diverse insufficienze, una anche in educazione fisica. I genitori vennero a scuola e mi minacciarono, poi fecero ricorso al Tar che diede ragione alla scuola spiegando che non ci sono materie secondarie. Detto questo penso che i genitori che fanno ricorso rischiano di fare male ai propri figli che non si abituano agli ostacoli e alle difficolt. Le cause costano – qualche migliaio di euro almeno – e dunque molti ci pensano bene prima di procedere: Indicano anche una certa sfiducia nella scuola, un peccato. I genitori che arrivano al Tar di solito hanno ignorato i segnali che ci sono stati durante l’anno.

Effetto Covid

Con il Covid e la Dad possibile che ci sia stata qualche ulteriore incomprensione – spiega Cristina Costarelli, preside del Liceo Newton di Roma e presidente dell’associazione presidi del Lazio – Il problema con le bocciature dovuto al fatto che la valutazione ha una doppia natura: un momento del processo formativo e di crescita e al tempo stesso un atto amministrativo, c’ una parte sostanziale e una formale. Il Tar si occupa di questa seconda natura, ma spesso questi scontri con le famiglie si potrebbero risolvere in modo pi proficuo parlandosi e cercando una strada che aiuti veramente lo studente. Al Newton – dove di ricorsi negli ultimi dieci anni non ce ne sono stati – nel piano dell’offerta formativa, scritto che il voto finale non la media aritmetica dei voti dei compiti in classe ma va valutato lo studente nel complesso: un modo di sostenere i professori nel loro giudizio. Un po’ di preoccupazione gli insegnanti ce l’hanno. Io dico sempre che bisogna coinvolgere la famiglia. Certo con il registro elettronico i genitori sono informati in tempo reale delle performance scolastiche dei figli e risulta strano che cadano dalle nuvole a fine anno.

Trovare una soluzione

Molte cause riguardano gli studenti con il dsa, disturbi specifici dell’apprendimento – spiega ancora l’avvocato Bonetti – Sono pochi quelle che si vincono perch finora la giurisprudenza del Tar stata molto rigida. Il punto come uscire da questa spirale di incomprensione scuola-famiglie, come trovare soluzioni prima di arrivare in tribunale: Errori formali nei verbali degli scrutini ci possono essere – spiega Michele Monopoli che stato preside al Carducci e al Beccaria a Milano – ma le scuole devono fare uno sforzo maggiore per connettersi con gli studenti, dare risposte al disagio giovanile. A volte invece prevale una visione conservatrice della valutazione che rischia di essere poco utile e di spingere verso l’eccesso opposto di chi vuole scuole senza voti. Bisogna fare molta attenzione.

28 agosto 2023 (modifica il 28 agosto 2023 | 07:19)

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, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.corriere.it/scuola/secondaria/23_agosto_28/scuola-ricorsi-tar-jesi-dca1e5c6-450e-11ee-82ab-878bb3eb19e2.shtml, , https://rss.app/feeds/0kOk1fn8PPcBHYnU.xml, Gianna Fregonara,

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