San Giuseppe Vesuviano, il prefetto nomina i commissari. In provincia tre Consigli comunali sciolti in 100 giorni

Spread the love

il caso Mezzogiorno, 10 giugno 2022 – 14:08 In attesa della firma del Presidente della Repubblica. Il sindaco Catapano annuncia un ricorso al Tar, cui si era già rivolto Cimmino (Castellammare). Da maggio a casa anche l’amministrazione di Torre Annunziata di Piero Rossano A meno di 24 ore dallo scioglimento del Consiglio comunale di San Giuseppe Vesuviano, il terzo mandato a casa in provincia di Napoli nel giro di tre mesi o poco più, il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, in attesa del perfezionamento dell’iter procedurale del decreto di scioglimento a firma del Presidente della Repubblica, ha affidato la gestione dell’ente ad una commissione prefettizia composta dal viceprefetto Aldo Aldi, dal viceprefetto Agnese Scala e dal dirigente di seconda fascia Area I a riposo Antonio Scozzese. Sei mesi di lavoro per la commissione d’accessoL’iniziativa del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’interno Luciana Lamorgese, era stata adottata ieri a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 ) ed avrà una durata di 18 mesi. A San Giuseppe Vesuviano si sarebbe dovuto votare nuovamente nel 2023. Al Comune sempre il prefetto Palomba e d’intesa con il Viminale aveva inviato una commissione d’accesso nel luglio del 2021 il cui lavoro si è concluso alla fine dello scorso gennaio. Per San Giuseppe Vesuviano è il terzo scioglimento legato a presunte connivenze tra la macchina amministrativa e la criminalità in trent’anni, dopo quelli del 1993 e del 2009. Appresa la notizia, il primo cittadino Vincenzo Catapano, eletto nel 2018 e vicino alle posizioni della Lega, ha sostenuto che «per noi parlano anni di lotta chiara ed aperta alla criminalità organizzata», manifestando l’intenzione di presentare ricorso al Tar. I casi Castellammare e Torre AnnunziataAl tribunale amministrativo regionale si era già rivolto l’ex sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, espressione di Forza Italia. La sua amministrazione è stata la prima delle tre ad essere spedita a casa anzitempo (le elezioni per il rinnovo dell’assise si sarebbero dovute svolgere anche in questo caso nel 2023) dal Consiglio dei Ministri. Era il 25 febbraio. Nel relativo decreto si sottolineava come «la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettività e ha determinato la perdita di credibilità dell’istituzione locale». Il 5 maggio era poi arrivato lo scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose anche dell’amministrazione comunale di Torre Annunziata. Qui il sindaco Vincenzo Ascione, rappresentante del Pd eletto nel 2017, era di fatto tornato a casa già da diverse settimane, avendo rassegnato le dimissioni il 16 febbraio, anticipato e seguito da tanti altri amministratori, alcuni dei quali (compreso il primo cittadino) indagati nell’ambito di un’inchiesta su presunte mazzette in cambio di appalti pubblici che aveva portato in carcere l’ex dirigente dell’ufficio Tecnico e l’ex vicesindaco. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 10 giugno 2022 | 14:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-10 12:09:00, In attesa della firma del Presidente della Repubblica. Il sindaco Catapano annuncia un ricorso al Tar, cui si era già rivolto Cimmino (Castellammare). Da maggio a casa anche l’amministrazione di Torre Annunziata,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.